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Bambini abusati, non ascoltati, “piccoli principi”

Nella settimana di riflessione sui diritti dell’infanzia la Porzione.it presenta “il Piccolo Principe”

Con la ratifica della Carta dei diritti dell’Infanzia si concluderà domani la settimana di iniziative sul ruolo dei bambini nella società. Tante le conferenze, le adesioni simboliche – basti pensare alla richiesta su facebook di inserire una immagine di una favola o di un cartoon sul proprio profilo – e tante le riflessioni sulla situazione dei più piccoli: dalle considerazioni sui mini-uomini con il fucile nei paesi in guerra al ruolo passivo dei bimbi davanti alla tv; dagli abusi intra ed extra-familiari al ruolo attivo dei minorenni nella storia umana. A modo proprio, laPorzione.it vuole inserirsi nella “tavola rotonda” dell’avvenimento ed oltre che a guardare, con gli occhi degli adulti, il mondo dei fanciulli, presenta i servizi che quotidianamente vengono offerti a favore dei piccoli. Abbiamo avvicinato Gianni Cavaliere, psicologo, impegnato nella tutela dei minori e nella cura della crisi familiare come direttore de “Il Piccolo Principe” di Pescara, per conoscere più da vicino il Centro.

Gentile direttore cos’è “Il Piccolo Principe”?

«È un centro che rivolge la sua attenzione ai minori, con l’intento di intervenire nelle situazioni di grave trascuratezza, abuso sessuale intrafamiliare, maltrattamento fisico e psicologico, sia fornendo protezione ed elaborazione terapeutica per il minore, sia tentando di recuperare la famiglia di origine alla propria responsabilità educativa. È una struttura a “servizio dei servizi” offrendosi come aiuto per i privati, ma anche e soprattutto operando “in rete” con le istituzioni coinvolte, quali il Tribunale dei Minori, il Servizio Sociale, le Scuole, la Questura»

Come è nata questa esperienza e come si è resa attiva sul territorio pescarese?

«Già all’università ero venuto a conoscenza del Cbm di Milano e di una esperienza inglese che oltre a preoccuparsi di coloro che venivano abusati rivolgevano l’attenzione agli abusatori. In genere si parla di “mostri” come perseguibili legalmente ma difficilmente ci si preoccupa di percorsi di aiuto. Dopo la laurea e durante il tirocinio ho trovato l’accoglienza di Anna Durante, presidente del Centro di Solidarietà di Pescara, ed insieme, nel 1996, abbiamo iniziato un lavoro di progettazione e preparazione reso attivo nel 2000».

Quale ruolo occupa il bambino ne “Il Piccolo Principe”?

«Lo concepiamo come soggetto di diritti. Un termine giuridico, ma efficace per comprendere come il bambino abbia diritto ad una famiglia accudente, ad una famiglia protettiva, alla soddisfazione dei bisogni primari. Attraverso tre strutture operative ed interagenti, un centro psicodiagnostico-terapeutico e due comunità educative, si attuano e coordinano tutte le attività clinico-sanitarie del progetto e accolgono tempestivamente i minori offrendo loro protezione e tutela, mantenimento delle realtà abituali di riferimento, osservazione del comportamento del minore e della relazione genitore-figlio».

Il Piccolo Principe tratta situazioni estreme, ma che considerazione ha dei “piccoli” la cultura moderna?

«La cultura è ancora poco attenta all’infanzia. Ancora oggi alcuni ritengono educativa la punizione fisica confondendo la perdita della cognizione e del controllo degli adulti con scelte per il bene dei piccoli. Non è sempre attento il mondo scolastico: un bambino che vive in comunità, per esempio, è spesso discriminato e non è semplice trovare per lui una scuola dove iscriverlo. Sono disattente le famiglie, organizzate sul lavoro, sui guadagni e sulle spese non sempre capaci di mettersi in ascolto dei bisogni dei piccoli. Non si pensa ad una politica che valorizzi il tempo, ma si investono forze ed energie per creare spazi sostitutivi della famiglia».

Ci spiega la scelta della favola di Saint-Exupéry come nome e simbolo del centro?

«Semplice. Nella favola il fanciullo è al centro del mondo. Fondamentali sono i dialoghi con la rosa e la volpe  che danno i nomi alle nostre due comunità educative. Una passo significativo del testo è la risposta della volpe alla domanda del principe “cosa vuol dire addomesticare? – Creare legami”».

About Simone Chiappetta (513 Articles)
Direttore responsabile del notiziario online "Laporzione.it" e responsabile dell'Ufficio per le Comunicazioni Sociali dell'Arcidiocesi di Pescara-Penne. Laureato in Scienze della Comunicazione sociale e specializzato in Giornalismo ed Editoria continua la ricerca nell'ambito delle comunicazioni sociali. E' Regista e autore di
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