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Il terremoto, le speranze, il silenzio

6 aprile 2009, ore 3.32. L’Aquila trema, è rasa al suolo, ma non perde la speranza

«Dopo una efficiente gestione dell’emergenza la tanto discussa ricostruzione sembra essere come una giacca tirata di qua e di là che non riesce a trovare nessun proprietario». È questa la metafora usata da Claudio Tracanna, direttore del quindicinale abruzzese “Vola” per presentare la situazione di L’Aquila a due anni dal sisma.

Erano le 3.32 del 6 aprile 2009 quando il capoluogo della Regione Abruzzo veniva spazzato via insieme a tanti paesi della provincia e a 309 vite. Una città gridava dolore e morte, ma risorgeva nella speranza. Quella stessa speranza sostenuta da «una efficiente gestione dell’emergenza – continua Tracanna» e messa alla prova da una politica fortemente in crisi, da promesse non sempre mantenute, «forti tensioni continuano ad esserci tra chi, come gli ingegneri, gli architetti e i costruttori, dovrebbero essere tra i protagonisti della ricostruzione». Quella speranza è a rischio “decesso”, «ora più che mai c’è bisogno di speranza – prosegue il giovane giornalista sacerdote – speriamo che nessuno degli attuali responsabili della ricostruzione voglia essere annoverato dalla storia tra coloro che hanno ucciso la speranza di un popolo che vuole rinascere a tutti i costi»; quella stessa speranza che, grazie a Dio, è dura a morire perché «accanto alla situazione politica – conclude don Claudio – c’è quella rappresentata dagli aquilani, quelli che non hanno responsabilità pubbliche, ma che nel silenzio della propria casa, del proprio ufficio o della propria attività, costituiscono la vera forza che sta evitando alla nostra città di morire una seconda volta dopo il terremoto».

Oggi, però, è il tempo più opportuno per mettere da parte le critiche e aprirsi al silenzio. «In questo anniversario – afferma monsignor Giuseppe Molinari, arcivescovo di L’Aquila – sono preso da un desiderio violento di silenzio. Vorrei rimanere muto. Vorrei poter parlare solo con la vicinanza più sincera e affettuosa a chi ha perduto più di tutti gli altri in quella terribile notte. Ogni giorno mi scorrono davanti i volti di tutti i fratelli e sorelle che non sono più fisicamente con noi».

E anche laPorzione.it vuole abbracciare il consiglio del vescovo e all’unisono con il rintocco delle campane delle chiese aquilane che “canteranno” la speranza della risurrezione alle 10 di questa mattina e con le manifestazioni che tutti i Comuni svolgeranno a ricordo delle vite spezzate, fa memoria dei giovani del territorio di Pescara-Penne: Giuseppe Chiavaroli di Loreto. Aveva 24 anni ed era studente in scienze motorie. Serena Scipione di Bisenti, di 24 anni, studentessa in medicina. Alessio Di Simone di Penne, 23 anni, studente in ingegneria; la sua città gli intitolerà una passeggiata. I tre giovani amici di Torre de’ Passeri che saranno ricordati da una fiaccolata: Daniela Bortoletti e Martina Di Battista coetanee 22enni, studentesse in ingegneria gestionale, “sepolte” dal sisma nello stesso appartamento in via XX settembre. Tonino Colonna, 20enne, studente in Ingegneria, trovato ancora vivo, morto dopo diversi giorni a causa delle ferite riportate.

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Direttore responsabile del notiziario online "Laporzione.it" e responsabile dell'Ufficio per le Comunicazioni Sociali dell'Arcidiocesi di Pescara-Penne. Laureato in Scienze della Comunicazione sociale e specializzato in Giornalismo ed Editoria continua la ricerca nell'ambito delle comunicazioni sociali. E' Regista e autore di
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