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I soldi del Grande Fratello per ricostruire una chiesa

Don Osmam Prada, parroco di Roio, ha scritto al vincitore del Grande Fratello, per ricevere in dono parte della sua vincita, da devolvere alla ricostruzione della chiesa

Un atto di generosità, affinché il neo vincitore del Grande Fratello doni una parte del suo compenso per la ricostruzione post terremoto della parrocchia di Roio. Con questa originale richiesta, è tornato a far palare di sé don Osmam Prada, parroco di Roio, a L’Aquila, ma soprattutto conosciuto ai più per aver vinto, nelle scorse settimane, una puntata della trasmissione “La Corrida”, cimentandosi in un’esibizione canora.

La chiesa di S. Maria di Roio - Foto ziomauri da www.panoramio.com

Così, il parroco venezuelano ha preferito “abbandonare” le vie istituzionali, per affidarsi ai “soldi facili” di un reality, così da

Don Osmam Prada con Flavio Insinna

evitare lungaggini burocratiche e ricostruire in fretta l’edificio di culto: «Ho visto con attenzione – ha scritto don Osmam, in una lettera rivolta agli abitanti della casa – la vostra avventura e qualcuno potrà rimanere scandalizzato, ma ti confesso che tanti parlano male del programma, eppure tutti lo guardano».

Una decisione non facile da prendere per il sacerdote, che non ha di certo voluto elogiare il discusso programma Mediaset, ma si sa 300mila euro, il premio assicurato al vincitore del “Gf”, fanno comodo per la restaurazione della piccola chiesetta del paese: «Qualche volta – ha spiegato il presbitero, motivando la sua richiesta – ho assistito ai vostri pianti, alle vostre pazzie, ai vostri peccati commessi davanti a tutti, ma poi ho pensato, prima di giudicarvi, che siete giovani come tutti i giovani, scelti tra i nostri ragazzi per entrare in quel sistema televisivo che il mondo vi ha offerto. Poi, quando la fama finirà, alla fine vi incontrerete con voi stessi faccia a faccia».

Andrea Cocco, vincitore Grande Fratello 2011

Così Andrea Cocco, il modello italo-giapponese eletto questa notte vincitore del “Grande Fratello 2011”, potrà direttamente recarsi all’Aquila, già invitato dal parroco latino-americano, così da constatare di persona quale sia l’esigenza della collettività: «Siccome – ha aggiunto il parroco, rivolgendosi al vincitore prima del responso finale – tu avrai denaro in abbondanza e avrai modo di chiederti “Cosa ne farò e dove spenderò i soldi di troppo? Ecco che ci sono io, per dirti dove e come». Vedremo quindi quale sarà la risposta del trentatreenne a questa richiesta solidale: «Quello che ti chiedo – ha concluso don Osmam Prada – è un gesto libero ed eroico. Per noi, saresti davvero un “Grande Fratello”».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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2 Comments on I soldi del Grande Fratello per ricostruire una chiesa

  1. tito paolo // 19 Aprile 2011 a 11:05 //

    Resto molto perplesso su questa richiesta; mi sembra un pò ingenuo chiedere al vincitore: che te ne farai di tutti quei soldi, ne hai troppi! Ma se ha partecipato e vinto proprio per guadagnare! quindi saprà bene (lo spero) mettere a frutto quel denaro (ricevuto dagli sponsor che fanno pubblicità su mediaset per avere un ritorno in guadagno,quindi soldi pagati dalla gente che vede Grande Fratello e tutti gli altri programmi di Mediaset). Resto perplesso perchè, da sempre, le grandi cattedrali, come le piccole chiese, gli ospedali, le scuole e tutte le tante opere costruite dalla grande carità cristiana, sono state realizzate soprattutto dalla generosità dei piccoli, della gente umile, dalla liretta contata (come l’obolo della vedova del vangelo), più che dai grandi contributi e dai grandi favori dei potenti che poi hanno sempre preteso il corrispettivo alla loro potenza e grandezza. La solidarietà dei poveri e degli umili al bene comune ha permesso – da sempre – alla Chiesa di essere libera, libera di poter servire tutti. Per cui se potessi dire una parola a don Osman, gli direi: chiedi pure, stendi pure la mano, ma non ci contare troppo sui soldi facili e troppo sponsorizzati e pubblicizzati: potrebbero legarti le mani e chiuderti la bocca che devono essere invece libere di servire e di parlare a chiunque e per chiunque. Buona Pasqua, fratello.

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