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La polvere sul libro

Il libro del futuro: un oggetto non identificato

 

Fino ad oggi, nella quasi totalità degli alberghi americani, un viaggiatore aveva la certezza di trovare una Bibbia sulla scrivania, sul comodino, in un cassetto.

Per conoscere le origini di questa tradizione bisogna risalire al 1898, quando un certo John H. Nicholson, viaggiatore di commercio del Wisconsin, giunse al Central Hotel di Boscobel per passarvi la notte e, dato che l’albergo era pieno, fu invitato ad occupare una stanza doppia insieme con Samuel E. Hill. Quando John Nicholson, prima di coricarsi, prese la Bibbia per leggerla, i due uomini scoprirono d’essere entrambi credenti e decisero di recitare insieme le loro preghiere serali.

Da questa esperienza nacque ai due un’idea, degna del migliore pragmatismo americano: indire una riunione di tutti i viaggiatori di commercio cristiano evangelici, per conoscersi, e vedere se fosse possibile elaborare un nuovo progetto di evangelizzazione. Alla riunione si presentarono solo in tre: John H. Nicholson, Samuel E. Hill e Will J. Knights. L’esiguo numero non scoraggiò, però, i tre dal decidere di fondare un’associazione per l’evangelizzazione cristiana che si proponesse di testimoniare Dio in ogni momento, in ogni luogo e in ogni circostanza della vita. Decisero di chiamare l’associazione «Gedeoni» (The Gideons International), traendo il suggerimento dai capitoli 6 e 7 dei Giudici dove si parla di Gedeone, un uomo disposto a compiere sempre la volontà di Dio con umiltà, fede e obbedienza. Se la finalità dell’associazione era la testimonianza, i membri, essendo tutti viaggiatori di commercio, pensarono di dover testimoniare il loro credo, innanzitutto, negli alberghi, nel posto dove erano costretti a trascorrere la maggior parte del loro tempo.

Fu suggerito, inizialmente, di collocare una Bibbia sul «reception desk» d’ogni albergo a disposizione dei clienti che intendevano prenderla in prestito, poi, uno dei fiduciari, suggerì addirittura di rifornire di una Bibbia ogni camera da letto degli alberghi degli Stati Uniti. I «Gedeoni», viaggiatori di commercio, sapevano per esperienza che quando la gente sosta in albergo per motivi di lavoro, vacanza o per altre necessità, lontano da casa, può aver bisogno di una parola di conforto. Così, dal 1908, iniziarono a distribuire gratuitamente Bibbie nelle stanze degli hotel e motel e, da allora, ne sono state distribuite oltre 1,6 miliardi di copie. I «Gedeoni» sono attivi in Germania, Svizzera, Austria ed anche Italia.

Tutto questo almeno fino a ieri. Il numero di catene di alberghi che offrono il testo sacro nelle proprie stanze, infatti, è calato, dal 2001 ad oggi, circa del 40%. Non si tratta, tuttavia, di una scomparsa totale: molti hotel hanno scelto di conservare in reception una o più copie del libro e di altri testi di stampo religioso e di fornirli ai clienti su richiesta. Questa cosa sta creando una bufera di proteste fra le associazioni religiose, ma gli albergatori si difendono, rispondendo che i viaggiatori sono sempre meno interessati al conforto spirituale mentre sempre più contenti di trovare nelle loro stanze d’albergo Tv a schermo piatto, mini-bar da gourmet, apparecchiature per caricare l’iPod, persino piccanti “kit per l’intimità”.
 Il motivo, però, che sembra aver contribuito, maggiormente, alla rimozione della Bibbia dalle stanze d’albergo è la forte diffusione di applicazioni per iPhone e iPad con riferimento religioso che propongono preghiere e riti a portata di mouse e smartphone per tutti: cristiani, musulmani, buddisti, ebrei, induisti e mormoni.

Non sarebbe la Bibbia, in carta e «costola», ad essere in declino, ma è il mercato del libro in sé e per sé che sta cambiando in maniera veloce ed irreversibile, e l’evoluzione digitale dell’editoria sembra essere ormai vicina a decretare quello che molti da tempo temono: la fine del libro di carta. Del resto, le vendite di ebook su Amazon.com superano già quelle dei libri cartacei, compresi i tascabili. Negli Stati Uniti, l’apposito store contiene oggi oltre 950.000 titoli. In Italia, invece, il mercato dell’ebook è ancora esiguo (attualmente lo 0,3-0,4% del mercato complessivo dei libri), ma si può prevedere, da indagini di mercato, che queste percentuali raddoppieranno di anno in anno. Se, come è molto probabile che accada – nei prossimi mesi aumenteranno i dispositivi di lettura in circolazione, ci saranno un numero maggiore di titoli in italiano nelle librerie online di Amazon, Apple e Google, e gli ebook venduti entro gennaio 2012 potrebbero toccare il milione  e mezzo: venti volte il totale venduto nell’intero 2010. L’Economist, in questi giorni, ha diffuso la notizia che il colosso svedese Ikea lancerà il prossimo mese una nuova versione di «Billy», la notissima libreria in commercio dal 1978. Sarà più profonda e con ante in vetro perché, ricerche di settore, prevedono che i clienti la useranno sempre più come una «vetrinetta», per esporre soprammobili o libri di lusso, mentre i libri davvero letti passeranno su ereader e tablet.

Si prefigura un futuro, concludendo, in cui le librerie nelle case saranno vuote e i libri, compreso «il libro dei libri», non saranno più una presenza visibile ma, compressi e catapultati in un hard disk, saranno evocati solo all’occorrenza. Nella sostanza, lo sappiamo bene, questo non vuol dire che si leggerà o si pregherà meno, tantomeno peggio, ma solo diversamente. Neanche siamo qui a volere o potere arrestare i progressi della tecnologia o a disconoscere il bene che questi producono al sapere e alla sua diffusione. Tuttavia, lasciate che alcuni di noi continuino a pensare che un libro in una libreria, o una Bibbia su un comodino, siano una presenza insostituibile perché, come diceva Cicerone, «una stanza senza libri è come un corpo senza anima». Non sei tu che rendi i libri visibili, esponendoli, piuttosto sono loro che, esposti, rendono te più visibile: dicono chi sei anche quando non ci sei.

I libri visibili sono una presenza silenziosa che dice: ­– dimmi che libreria hai e ti dirò chi sei!