Ultime notizie

Galateo in Chiesa

Vademecum per la Santa Messa.

Non sempre la predica, durante la Santa Messa, riesce a catturare l’attenzione dei fedeli. Anzi. Mancanza di chiarezza su ciò che si vuole dire e su come lo si vuole dire, questi gli errori che un buon predicatore dovrebbe maggiormente evitare. Sconsigliato dilungarsi e farlo attraverso giri di parole: la qualità delle prediche, insomma, va migliorata.

Proprio con quest’obiettivo, l’ateneo dei Legionari di Cristo, «Regina Apostolorum», ha istituito un corso intensivo rivolto a sacerdoti, seminaristi e diaconi, per migliorare le omelie e apprendere i «trucchi del mestiere», prendendo confidenza con gli strumenti dell’oratoria: dall’intonazione della voce ai difetti della predicazione, passando per i principi di oratoria sacra, gli esercizi pratici di Lectio Divina, la predicazione ai laici, l’efficacia didascalica. Il corso si occuperà anche di linguaggio giovanile e nuovi media. «L’iniziativa – spiega padre Cesar Truqui, organizzatore del corso ­– prende spunto dalla esortazione apostolica postsinodale di Benedetto XVI Verbum Domini. La raccomandazione del Pontefice teologo, in sintesi, è di «evitare omelie generiche ed astratte», come pure «inutili divagazioni». Non basta spiegare il Vangelo e puntare su alcuni termini chiave ­– come spesso avviene­ – bisogna rendere chiaro il fine del discorso, quello che è chiamato il fondo dell’omelia.

Se sull’altare c’è un «bon ton» da rispettare, anche il fedele ha un galateo da osservare.

Padre Raimondo Sorgia, domenicano ed ex parroco a Sassari, fondatore e direttore di Radio San Marco a Firenze, è autore del libro «Un po’ di Galateo in Chiesa» pubblicato con lo pseudonimo di Jean de la Maison junior, in memoria di Giovanni della Casa. Nel libro, facendo tesoro della propria esperienza di parroco, Padre Sorgia indica i comportamenti da evitare accuratamente in Chiesa che, in buona sostanza, corrispondono ai cattivi comportamenti più diffusi. «Niente squilli alla Messa – visto che a guidare la graduatoria della maleducazione in Chiesa è l’uso selvaggio del telefonino – seguiti da minigonne, abiti scollati, canottiere e pantaloncini troppo corti. Stop alle chiacchiere durante le funzioni religiose e alle mani tuffate nell’acquasantiera, così come alle panche spostate per stare più comodi; stop, ancora, al segno della croce fulmineo davanti al tabernacolo del Santissimo Sacramento, alle scorciatoie truffaldine davanti al confessionale. Da evitare le preghiere solitarie ad alta voce e le risposte a macchinetta, tipo “eccoltuospirito” o “benedettoneisecoliilsignore”. Fortemente consigliati per i bambini succhiotti, ciucci e tettarelle al fine di evitare intermezzi per bimbi tenori durante la Messa. Sconsigliati i tacchi a spillo e le scarpe nuove con lo scrocchio. Per evitare cacofonie è richiesto di andare insieme nelle preghiere comunitarie senza scatti da quiz televisivi, per bruciare sul tempo lo stesso sacerdote che celebra la messa. E’ buona norma che il fedele unisca la sua voce senza farla sentire più di quella degli altri, non anticipi e non ritardi ma vada a tempo con gli altri. Per la partecipazione ai canti, vale quanto raccomandato per le preghiere: si partecipa a tutti i canti, compreso quello finale. Per i genitori è bene abituarsi a portare in chiesa i bambini educandoli alla preghiera, sorvegliandoli perché non disturbino, abituandoli a non masticare gomme o caramelle oppure costruire barchette con i foglietti dei dolci o i fogli dei canti. Quando si accende una candela ne va ricordato il significato: riscaldare il proprio cuore con la fede e la preghiera. Il fedele deve evitare di parlare: se è obbligato, è tenuto a farlo sottovoce. In Chiesa si sta in religioso silenzio. Prima che inizi la celebrazione è opportuno raccogliersi qualche minuto in meditazione. Tutti i partecipanti alla Messa sono chiamati a predisporsi all’ascolto liberando la mente dai vari pensieri».

La forma è sostanza anche in Chiesa. Meditiamo gente, meditiamo.