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Migrantes in “crisi”: tra emergenza e cittadinanza

La crisi “stabilizza” il numero degli immigrati regolari, ma aumenta l’irregolarità. Presentato il XXI Dossier statistico Caritas e Migrantes

4.968.000. Non si tratta di una vincita al superenalotto ma del numero di immigrati regolari presenti in Italia a fine 2010. È la cifra – tra l’altro simile a quella dello scorso anno – annunciata oggi, in occasione della presentazione del XXI Dossier statistico immigrazione 2011 di Caritas e Migrantes.

Per effetto della crisi, però, è aumentato il numero degli irregolari. Circa 700.000 permessi non sono stati rinnovati, costringendo gli stessi al rimpatrio e più probabilmente al lavoro nero. La difficile situazione economica italiana “condiziona” ovviamente anche il fenomeno migratorio. «Chiediamoci, – ha affermato monsignor Giuseppe Merisi, presidente della Caritas Italiana – cosa stia accadendo nel nostro Paese per renderci pienamente conto della fase storica in cui viviamo e delle sue implicazioni sul futuro». Monsignor Merisi si è detto preoccupato per «le condizioni attuali della nostra ‘bella Italia’, conosciuta in tutto il mondo per le grandi cose del passato e, nei tempi a noi più vicini, per il cosiddetto miracolo economico degli anni ’50 e ’60». E le apprensioni del presidente Caritas sono state accentuate dalle «contrapposizioni politiche ripetutamente stigmatizzate dal Presidente della Repubblica e dalle altre difficoltà a tutti ben note ». «A distanza di tre anni – ha continuato Merisi – i toni, anziché attenuarsi, sono diventati più drammatici: debito pubblico, aumento del tasso di interesse non solo per il debito dello Stato ma anche mutui per le case, calo del livello occupazionale e basse previsioni di crescita, peggioramento dei livelli delle future pensioni, restrizioni nel bilancio pubblico e indebolimento delle politiche sociali, diminuzione dei redditi familiari».

L’immigrazione in Italia, dunque, specialmente in questa fase di crisi è sotto il segno della precarietà. «Gli stranieri, spiega don Marco Pagniello, delegato Caritas per la Regione ecclesiale abruzzese-molisana – come noi, contano sull’incremento dell’occupazione. In Abruzzo il dato sembra positivo, 4 immigrati su 5 lavorano, ma è essenziale soffermarci sui dati – non statistici, ma ipotetici – della presenza migratoria irregolare». 500.000 gli irregolari “contati” dal Dossier, molti di più secondo don Marco, senza lavoro o impiegati in nero, senza certezze, senza assistenza sanitaria, senza polizze assicurative, e «tra l’altro – sottolinea Pagniello – i primi ad essere licenziati dalle aziende in crisi. “Emergenza, problema sicurezza, paura”, non sono parole che possiamo continuare ad affiancare all’immigrazione. Non è un modo giusto per andare “Oltre la crisi”. Sia che vivano, regolarmente, sia che siano irregolari, sono sul territorio italiano e dobbiamo interessarcene non solo come fenomeno da normalizzare, ma  come dato sociale, come realtà strutturale del nostro Stato e soprattutto come risorsa». Un milione e mezzo di euro, infatti, arrivano dalle tasse dei lavoratori stranieri «ed è ora – conclude il sacerdote di origine pescarese – di parlare di loro come nuovi cittadini e di lavorare in modo solidale, ognuno faccia la sua parte, dalla politica all’impresa, dalla Chiesa alle associazioni». Insomma noi possiamo aiutare gli immigrati e loro possono e vogliono aiutare il loro nuovo paese, purché vengano considerati come persone.

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Direttore responsabile del notiziario online "Laporzione.it" e responsabile dell'Ufficio per le Comunicazioni Sociali dell'Arcidiocesi di Pescara-Penne. Laureato in Scienze della Comunicazione sociale e specializzato in Giornalismo ed Editoria continua la ricerca nell'ambito delle comunicazioni sociali. E' Regista e autore di
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