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L’arcidiocesi di Pescara: una Chiesa in missione

Partirà il 2 Gennaio don Giovanni Cianciosi, avanguardia di un team di tre missionari laici che presterà servizio in Albania

È stata una suggestiva cerimonia quella che, lo scorso sabato presso la chiesa pescarese dello Spirito Santo, ha visto l’arcidiocesi di Pescara-Penne stringersi attorno ai suoi quattro nuovi missionari in partenza per la diocesi albanese di Sapa, dove si metteranno al servizio della comunità locale per un periodo minimo di cinque anni.

I tre missionari laici

La delegazione pescarese è quindi composta da tre laici, Goffredo Leonardis con la moglie Tiziana D’Andrea provenienti dalla stessa parrocchia dello Spirito Santo, e Maria Palma Di Battista, originaria della parrocchia di San Giovanni Bosco di Montesilvano. Una vocazione sorprendente la loro, fondamentalmente inspiegabile, ma sincera ed illuminata: «La nostra – hanno spiegato Goffredo e Tiziana Leonardis – è stata una decisione maturata lentamente, anno dopo anno, sentendo sempre di più la volontà di annunciare il Vangelo, ma per noi non sono comunque mancate brevi esperienze in terra di missione, che ci hanno permesso di fare discernimento e capire la nostra vocazione».

Un impegno, quello dei quattro missionari pescaresi, ancor più ammirevole e coraggioso in quanto nessuno di loro conosce ancora lo scenario concreto che li attenderà in Albania e quindi il servizio specifico che sarà loro richiesto: «Vedremo – ha commentato Maria Palma Di Battista – cosa il Signore ci indicherà. Lasciamo fare a Dio».

I quattro laici, comunque, non saranno soli in quest’avventura perché affiancati da don Giovanni Cianciosi, nato a Furci (Chieti), il 4 Aprile di 53 anni fa, sacerdote dal 1998 e fino a pochi giorni fa parroco della Chiesa della Beata Vergine Maria delle Grazie di Torre de’ Passeri. Il sacerdote, ora missionario fidei donum, partirà il prossimo 2 Gennaio stabilendosi definitivamente nella diocesi di Sapa, da alcuni anni gemellata con l’arcidiocesi pescarese attraverso il progetto denominato “Vllaznia”, anch’egli almeno per i prossimi cinque anni.

I missionari con l'arcivescovo Valentinetti

Successivamente, dal prossimo anno pastorale, al presbitero si uniranno anche i tre laici. Una missione, quella dei quattro pescaresi, suggellata dalla celebrazione eucaristica di sabato scorso, presieduta da monsignor Tommaso Valentinetti: «Sicuramente – ha confidato l’arcivescovo di Pescara – questo era un sogno che mi portavo dentro il cuore, dal primo momento in cui sono giunto nella diocesi di Pescara, che finalmente ha trovato compimento. I nostri missionari andranno essenzialmente a mettersi a disposizione del vescovo di Sapa, impegnandosi a fare ciò che egli riterrà opportuno».

Ma la prova più difficile sarà quella che dovrà superare don Giovani Cianciosi, più che mai guida spirituale del team missionario pescarese. Anche per questo, La porzione.it, l’ha intervistato.

Don Giovanni, lei è già in partenza per l’Albania, ma cosa ha fatto scaturire questa sua vocazione missionaria?

«Si tratta di un qualcosa che è sempre stato presente in me, così non ho avuto nessuna difficoltà nell’accettare l’invito che l’arcivescovo fece in occasione della messa crismale di due anni fa. Subito dopo, andrai io ad incontrare l’arcivescovo, per rispondergli: «Se ritieni che io sia la persona adatta, mandami».

Ma com’è nata quest’idea di monsignor Valentinetti, perché l’ha proposta a lei?

«Penso che questo aspetto sia insito nella vocazione di un sacerdote, per questo fui io a recarmi dall’arcivescovo per dirgli: «Se ritieni che io sia la persona adatta, mandami tranquillamente».

Ma qual è stato il segno definitivo che le ha fatto scegliere la vocazione missionaria , cosa le ha fatto capire di dover intraprendere questa strada?

«Sicuramente il voler rimettere in gioco il mio sacerdozio. Molte volte corriamo il rischio che una volta che abbiamo una bella parrocchia, sistemata e organizzata, finiamo per adagiarci. La voglia di dire no: non può bastare questo, ricominciamo da zero».

Da Torre de’ Passeri a Sapa, il passo è grande, ma il suo servizio sta per partire. Cosa si aspetta, quali saranno le linee operative?

«Abiterò a Maba, nella casa che l’arcidiocesi di Pescara-Penne ha ristrutturato. Comincerò a guidare quella comunità insieme a quella di Raguscia, distante 3 chilometri. Poi, nel periodo estivo, andremo anche sulle montagne, dove la difficoltà è parecchia».

In definitiva, il suo compito sarà quello di portare il Vangelo in quella terra dimenticata?

«Sarà sicuramente l’impegno prioritario, oltre a quello di segnalare la situazione di estremo disagio, fare promozione umana».

Quali saranno i rischi di questa missione, se ci saranno, e con quale spirito partirà?

«Con la più grande libertà interiore. Io sono tornato due settimane fa, dopo aver trascorso una settimana tutto solo nella casa e non ho visto rischi che possiamo correre. È gente semplice, desiderosa della parola di Dio. Non vedo nessuna difficoltà, a parte la lingua, ma man mano imparerò».

Ma cosa manca di più in quella terra, tra le tante cose?

«Sono tantissime le cose che mancano, non so se di primo acchitto riuscirei a fare una scaletta immediata. Sicuramente la presenza di un sacerdote sì, la presenza di chi anche solo camminando in mezzo alle strade e in mezzo a loro, e le strade sono quelle che sono tutte una buca e una pozzanghera, e dire ci sono, sono qui con voi per parlare insieme a voi di Dio, per diventare insieme a voi cercatore di Dio».

Cosa lascia, partendo, alla Chiesa di Pescara-Penne, a tutti i fedeli rimasti impressionati da questa decisione forte, di questi tempi?

«Cosa lascio, lascio una bella comunità a Torre e per la Chiesa diocesana, c’è la soddisfazione che, nonostante la carenza di sacerdoti, abbia avuto il coraggio di affidarsi allo Spirito e di inviare un sacerdote laddove ce n’è più bisogno».

About Davide De Amicis (4359 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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