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La Prima Guerra (mondiale) Digitale

Lo sciopero e la battaglia per il copyright in America si estendono in tutto il mondo

Quest’ultimo weekend passerà alla storia per essere stato il tempo in cui è iniziata la “Prima guerra mondiale digitale”. Seppure molto meno fragorosa e piena di scontri a fuoco – e questo è un bene!, ndr – la battaglia è stata ed è ancora molto dura.

Ma ripercorriamo gli eventi per capire meglio di cosa stiamo parlando. Venerdì appare su tutti i blog informatici, tutti i siti che trattano di vita digitale e anche su qualche blog di interesse generale, la notizia che l’FBI aveva bloccato i siti Megaupload e Megavideo e arrestato il loro fondatore Kim Schmitz con l’accusa di aver causato circa 500 milioni di dollari di danni dei detentori dei copyright, garantendo guadagni enormi al proprio sito. I due siti in questioni infatti davano la possibilità di “condividere” file violando però le norme del copyright e permettendo la visione di film, l’ascolto di mp3 e la lettura di libri ed ebook nonchè l’utilizzo di software per qualsiasi tipo di esigenza. A poche ore dalla notizia alcuni hackers della rete denominata Anonymous si sono vendicati per la chiusura dei due portali e hanno attaccato, in una operazione denominata #OpMegaUpload, i siti del Dipartimento della Giustizia statunitense, della casa discografica Universal, della Mpaa (la Motion Picture Association of America), della Riaa (Recording Industry Association of America), e mandando in tilt anche il web della Warner Music, dell’Fbi e l’ufficio del copyright statunitense.

Il tutto è avvenuto nella settimana in cui per la prima volta nella storia del web, due colossi come Google e Wikipedia hanno deciso di indire uno sciopero della rete per protestare contro il SOPA (Stop online piracy act, alla Camera) e il PIPA (Protect intellectual property act, in Senato) due proposte di legge nate in America che dovrebbero tutelare il copyright e che invece significano – per chi si oppone – in un qualche modo proprio “censura”. I frutti della protesta si sono visti subito dato il dietro front di quattro dei senatori che sostenevano le proposte e l’intervento dello stesso presidente Barack Obama che ha assicurato che la sua amministrazione, pur essendo impegnata nella lotta alla pirateria online, non sosterrà mai leggi che riducono la libertà di espressione.

Le due battaglie sono state accostate immediatamente dagli internauti di tutto il mondo che hanno lanciato sui social network il passaggio dalla WWW inteso come World Wide Web al WWW del World Wide War. Un accostamento forse esagerato con le guerre che hanno segnato il secolo scorso ma il segno della volontà di riflessione in tutto il mondo sulla libertà di pensiero ed espressione.

Nella vicenda ci preme sottolineare come anche noi di LaPorzione.it siamo contro la pirateria informatica che è una violazione della legge ma non possiamo non dichiararci a favore di una riflessione più attenta e matura sul diritto d’autore e sulla condivisione vera di talenti, esperienze e idee.