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Via il giardino, in città arriva l’orto

Secondo la Confederazione italiana agricoltori, spopolano anche in Italia gli “urban farming”: gli orti di città che coinvolgono 4,5 milioni di persone

Gli "Orti d'oro" e sullo sfondo le case popolari

Muove ogni anno un giro d’affari di oltre un miliardo di euro l’”urban farming”, coinvolgendo attivamente oltre 4,5 milioni di italiani. Lo ha rilevato la Cia, la Confederazione italiana agricoltori, che parla della tendenza sempre più diffusa di coloro che scelgono di portare un po’ di campagna in città, ricavando un orticello laddove lo spazio lo consente. Infatti, si va dai giardini nei quali zucchine, lattuga e peperoni prendono il posto di rose e gelsomini ai balconi in cui i pomodori rimpiazzano gerani e margherite, per non parlare delle iniziative pubbliche in cui i comuni mettono a disposizione terreni incolti per farne veri e propri orti cittadini.

Gli "Orti d'Oro" a Pescara

E un esempio del genere, fortunatamente, lo si riscontra anche a Pescara con gli “Orti d’oro” dell’associazione Domenico Allegrino onlus che, attraverso un ampio terreno donato da un privato e situato in via Fosso Cavone, mette a disposizione di 40 pensionati novelli contadini altrettanti orti da 75 metri quadri l’uno, grazie ai quali impegnare il proprio tempo libero e risparmiare sullo scontrino al supermercato: «I nuovi “farmer” urbani – ha spiegato la Cia – sono una comunità variegata che cresce di anno in anno: oggi, infatti, il “fai da te” agricolo incuriosisce e attira due famiglie su dieci. C’è chi lo fa per necessità, per tamponare così alle conseguenze della crisi; ma sempre più spesso si tratta semplicemente di appassionati del mangiar sano e dell’aria aperta».

Insomma, parliamo di “contadini per caso” che dopo aver lavorato indossano la tuta da lavoro, imbracciando zappa e rastrello. Inoltre, l’agricoltore per passione ha anche un profilo ben preciso: «Secondo il nostro identikit – ha sottolineato la Confederazione italiana agricoltori – ha in media 45 anni, una buona istruzione, sensibilità ambientale e una buona dose di tempo libero. È diplomato nel 55% dei casi e molto spesso ha una laurea, il 30%. In genere si avvicina all’agricoltura mosso prevalentemente da input culturali». Nel 20% dei casi si tratta di un insegnante o nel 13% di un impiegato. Meno frequentemente sono invece operai, nel 10% dei casi, e imprenditori, nel 3%.

I contadini-pensionati pescaresi

Questa moda, però, sta diventano un piacevole hobby anche per i giovani, specialmente gli studenti che fanno registrare il 5% dei casi, senza ovviamente tralasciare i pensionati coinvolti nel 40% dei casi i quali, come già detto, si avvicinano al lavoro della terra soprattutto per risparmiare in tempi di crisi economica, ma anche per maggiore familiarità con le tradizioni contadine e per tenersi in forma: «D’altra parte – ha ricordato la Cia – coltivare un orto o prendersi cura di fiori e piante sul terrazzo e in giardino, secondo uno studio dell’università di Uppsala in Svezia pubblicato sul “British Medical Journal”, allunga la vita soprattutto nelle persone di mezza età».

Frutta di stagione

Quello degli orti urbani, dunque, è un fenomeno in costante espansione non più riferibile alla moda passeggera veicolata dagli orti “vip” di first lady o attrici di Hollywood:« Così, dopo la famiglia Obama e la Regina d’Inghilterra – hanno osservato gli agricoltori italiani – cresce la voglia di prodotti agricoli “fatti in casa”, freschi e genuini e che riportano nelle nostre case il senso della stagionalità dei cibi».

E questa tendenza non limita più il suo sviluppo agli Stati Uniti o al Regno Unito, ma comincia a diffondersi stabilmente anche nel nostro Paese, con una percentuale di presenza del fenomeno pari al 45% nel Nord Italia: «Basti pensare – ha concluso la Confederazione degli agricoltori italiani – che ormai sono centinaia i comuni che mettono a disposizione piccoli appezzamenti pubblici abbandonati da assegnare ad agricoltori “amatoriali” col doppio vantaggio di spazzare via il degrado dal verde cittadino e promuovere la sana alimentazione “fai da te”».

About Davide De Amicis (3898 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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