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Scomparsi nel nulla della guerra

Sono ancora 14 mila le persone scomparse in ex Jugoslavia dopo le guerre degli anni ’90: lo ha rivelato Amnesty International nella Giornata internazionale degli scomparsi

Sono oltre 14 mila le persone che ancora mancano all’appello nei paesi dell’ex Jugoslavia, quasi la metà del totale degli scomparsi del decennio di guerre iniziato nel 1991. Lo ha denunciato negli ultimi giorni Amesty International, pubblicando un rapporto in occasione della Giornata internazionale degli scomparsi, celebratasi giovedì.

Jezerca Tigani, Amnesty International

Più precisamente, nel decennio compreso fra il 1991 ed il 2001, 34.700 persone scomparvero nei Balcani dopo essere state arrestate o catturate e la maggior parte delle loro famiglie attende ancora giustizia: «Per loro – ha spiegato Jezerca Tigani, vicedirettrice del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International – il capitolo delle sparizioni forzate non è chiuso e rimane una fonte quotidiana di dolore. Attendono ancora di conoscere il destino dei loro cari, continuano a cercare verità, giustizia e riparazione». Ad esempio, l’indagine di Amnesty descrive casi di sparizione forzata in Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia, Montenegro, Serbia e Kosovo.

Tutti questi governi, tra l’altro, non hanno tenuto fede all’obbligo legale internazionale di indagare e punire questi reati. Alcuni responsabili, comunque, sono stati sottoposti alla giustizia del Tribunale penale internazionale dell’ex Jugoslavia, il cui mandato è però prossimo alla fine, mentre i tribunali nazionali operano con lentezza: «L’assenza di indagini e processi per le sparizioni forzate – ha aggiunto la Tigani – e i rapimenti resta un problema grave in tutti i Balcani. Il principale ostacolo al contrasto dell’impunità e alla consegna degli autori alla giustizia è la costante mancanza di volontà politica in tutti e sei i paesi».

L'area interessata dal conflitto

In dettaglio, delle 6.406 persone scomparse nella guerra del 1991-1995 in Croazia, è stato possibile rintracciarne solo 4.084. Oltre 2300, 1735 delle quali di passaporto croato, risultano poi ancora scomparse. Nell’ultimo biennio è stata chiarita la situazione di soli 215 scomparsi e oltre 900 resti umani devono essere ancora identificati. Descrivendo anche la situazione della Bosnia-Erzegovina, su una popolazione di 3 milioni e 400 mila abitanti, risultavano scomparse 30 mila persone fra i quali la sorte di 10.500, in gran parte musulmani bosniaci, resta sconosciuta.

E non si possono dimenticare le famiglie di oltre 7 mila persone uccise arbitrariamente nel genocidio di Srebrenica del 1995, sono ancora in attesa di giustizia e riparazione. Infine, durante la guerra del Kosovo del 1998-99 si registrarono oltre 3.600 scomparsi, 3 mila dei quali albanesi. E dunque, le famiglie di almeno 1.797 scomparsi kosovari e serbi aspettano ancora che i corpi dei loro cari siano esumati, identificati e restituiti per la sepoltura. Ma anche quando questo accade, pochi dei responsabili ne rispondono davanti la legge.

About Davide De Amicis (3615 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Oltre ad essere redattore del portale La Porzione.it è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa metropolitana di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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