"Già ci troviamo in una nazione provata, povera, con gravi difficoltà economiche e di lavoro, e il terremoto è ancora un’altra prova per questo Paese - sottolinea Padre Antonio Leuci, direttore di Caritas Albania -. Siamo però fiduciosi che gli albanesi sapranno rialzarsi in piedi, come abbiamo sempre fatto"
«La battaglia per la solidarietà europea non si fa sulla pelle delle persone in mare ma cambiando le regole sbagliate come il Regolamento di Dublino, che lasciano le maggiori responsabilità sui Paesi di Confine - si legge nell'appello sottoscritto dalle associazioni e organizzazioni che annuncia la mobilitazione - «Il Parlamento europeo ha già votato a larga maggioranza per superare l’ingiusto criterio del “primo Paese di accesso” e sostituirlo con un sistema di ricollocamento automatico che valorizza i legami significativi dei richiedenti e impone a tutti i Paesi di fare la propria parte, come già chiedono i Trattati europei».
L’Istat, tra l’altro, ha calcolato che nel 2015 in Italia 1,1 milioni di minori vivono in condizione di povertà assoluta, ossia nell’impossibilità di avere accesso a un paniere di beni e servizi che, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, è considerato essenziale per uno standard di vita minimamente accettabile: "Tutti i bambini devono essere ricchi in egual misura – sottolinea la Garante Albano – e la lotta alla povertà rappresenta una sfida da vincere per garantire l’uguaglianza, nella consapevolezza che la povertà dei bambini di oggi si trasformerà nella povertà degli adulti di domani"