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Il dragaggio? Ultimato in cinque mesi

E’ la promessa fatta ieri a Pescara dal sottosegretario alle Infrastrutture Guido Improta, incontrando una delegazione di pescatori

Il porto di Pescara insabbiato

Guido Improta, sottosegretario alle Infrastrutture

«Ci aspettiamo che avvenga un miracolo, siamo cattolici e ci crediamo: abbiamo bisogno di lavoro e quindi di un dragaggio immediato». Si era espresso così Giovanni Verzulli, uno dei pescatori, prima di aver incontrato il sottosegretario alle Infrastrutture Guido Improta in Prefettura a Pescara, facendo parte di una delegazione insieme ai colleghi armatori Mimmo Grosso, Mario e Massimiliano Camplone, Romeo Palestino e Guerino De Massis.

Al vertice, inoltre, hanno preso parte lo stesso Prefetto Vincenzo D’Antuono, il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, il presidente della Provincia Guerino Testa, il Comandante della Direzione Marittima Luciano Pozzolano e una rappresentanza di esponenti del Partito Democratico guidata dal senatore Giovanni Legnini, dalla deputata Vittoria D’Incecco, dal consigliere regionale Marinella Sclocco e dal capogruppo comunale Moreno Di Pietrantonio.  Come tutti immaginavano, ovviamente, al termine del confronto il miracolo non c’è stato, ma al suo posto è arrivata una non meno agognata rassicurazione sui tempi nei quali dovrebbe operare la draga.

Il vertice di ieri in Prefettura

Cinque mesi al massimo per effettuare la rimozione, il trattamento ed il conferimento in discarica di 200 mila metri cubi di materiale accumulato sui fondali, 1.500 al giorno per 120 giorni di lavoro, il tutto per una spesa massima di 13-14 milioni di euro. È questa la procedura operativa che il Ministero delle Infrastrutture avvierà, entro pochi giorni, pubblicando un avviso di preinformazione che anticiperà l’invio del bando di gara vero e proprio, il quale sarà fatto pervenire alle imprese idonee aventi già risposto all’avviso precedente.

Tanto è bastato rendere noto, per ora, da placare gli animi dei pescatori giunti comunque ottimisti e propositivi al vertice di ieri, avendo già incassato il prolungamento del fermo pesca per ulteriori due mesi, nel quale è intervenuta a loro sostegno anche Confesercenti: «Era Maggio 2011, ha esordito Bruno Santori, presidente dell’associazione di categoria, rivolgendosi all’uomo di Governo – quando l’ultima nave commerciale ha lasciato il porto di Pescara. Il nostro auspicio è che il porto riapra, altrimenti le nostre aziende falliranno e dovremo portare i libri in tribunale. Andiamo avanti solo con la cassa integrazione e vogliamo sapere fin quando sarà così».

Bruno Santori, presidente Confesercenti

I pescatori, da parte loro, confidano nei primi giorni di dicembre: «Speriamo – ha dichiarato Mimmo Grosso, portavoce dell’Associazione armatori Pescara – che entro il 5 Dicembre l’escavo del fiume sia stato completato almeno per l’imboccatura del porto, così che il Comandante della Direzione Marittima possa cambiare l’attuale ordinanza in vigore e noi tornare in mare». Ma la marineria pescarese, ancora intenta a leccarsi le ferite dopo aver vissuto mesi di immobilismo assoluto, al momento pensa soprattutto a far quadrare i conti per sopravvivere finché il dragaggio non sarà realtà: «Il nostro ultimo ostacolo da superare – ha confermato Grosso – è il raggiungimento di un livello minimo di stipendio garantito ai lavoratori dipendenti. Su questo obiettivo stiamo lavorando e venerdì prossimo ne sapremo di più».

Ciò, però, non toglie che le imprese di pesca ricevano già un ristoro, legato al periodo di fermo, ma per gli armatori non può bastare: «Ad un collega – ha raccontato il portavoce degli armatori – in base alla lunghezza della sua imbarcazione, 25 metri, riceve una cifra di 4 mila euro mensili, una sciocchezza». A poca distanza dai pescatori, poi, ieri c’erano anche i lavoratori dell’indotto pronti a dire la loro: «Noi – ha sottolineato Carlo Antonelli, lavoratore dell’impresa portuale – ci aspettiamo lo stesso trattamento riservato ai pescatori, ovvero di ricevere rimborsi per i danni subiti dato che siamo completamente fermi, con il personale in cassa integrazione da due anni».

About Davide De Amicis (4358 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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