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“Date ragione alla fede contro l’ateismo pratico”

E’ questa l’esortazione espressa stamani dal Santo Padre Benedetto XVI, nella catechesi della consueta udienza generale del mercoledì

«Il credente deve essere capace di dare ragione della sua fede, in un’epoca in cui la fede è messa alla prova da una forma di ateismo pratico, nel quale non si negano le verità della fede o i riti religiosi, ma semplicemente si ritengono irrilevanti per l’esistenza quotidiana, staccati dalla vita, inutili». Lo ha affermato il Santo Padre Benedetto XVI che, nella catechesi dell’udienza generale odierna, ha denunciato come oggi spesso si crede in Dio in modo superficiale ma si vive come se Dio non esistesse.

Un modo di vivere, quest’ultimo, che per il Papa è ancor più distruttivo dell’ateismo classico perché porta all’indifferenza verso la fede e la questione di Dio: «Nel passato, in Occidente, in una società ritenuta cristiana – ha esordito il Pontefice – la fede era l’ambiente in cui ci si muoveva, ed il riferimento e l’adesione a Dio erano, per la maggioranza della gente, parte della vita quotidiana. Piuttosto era colui che non credeva a dover giustificare la propria incredulità. Nel nostro mondo, invece, la situazione è cambiata, la fede è messa alla prova, in una società attraversata da forme sottili e capziose di ateismo teorico e pratico».

L'aula Paolo VI in Vaticano

Secondo l’analisi di Benedetto XVI, quindi, dall’Illuminismo in poi la storia è stata segnata anche dalla presenza di sistemi atei, arrivando poi al secolo scorso caratterizzato da un forte processo di secolarismo, all’insegna dell’autonomia assoluta dell’uomo: «L’uomo, separato da Dio – ha ammonito il Santo Padre – è ridotto a una sola dimensione, quella orizzontale, e proprio questo riduzionismo è una delle cause fondamentali dei totalitarismi che hanno avuto conseguenze tragiche nel secolo scorso, come pure della crisi di valori che vediamo nella realtà attuale. Oscurando il riferimento a Dio si è oscurato anche l’orizzonte etico, per lasciare spazio al relativismo e ad una concezione ambigua della libertà, che invece di essere liberante finisce per legare l’uomo a degli idoli. Se Dio perde la centralità, l’uomo perde il suo giusto posto, non trova più la sua collocazione nel creato, nelle relazioni con gli altri. Non è tramontato ciò che la saggezza antica evoca con il mito di Prometeo: l’uomo pensa di poter diventare egli stesso dio, padrone della vita e della morte».

Da qui l’attualità degli idoli che affascinano l’uomo quando non va oltre se stesso, e che sono ben simboleggiati dalle tentazioni di Gesù nel deserto. E di fronte questo quadro la Chiesa, a detta del Pontefice, fedele al mandato di Cristo non cessa mai di affermare la verità sull’uomo e il suo destino, come è possibile leggere nella Gaudium et Spes dove è scritto che “fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio”. A questo punto viene da chiedersi quali siano le risposte della fede allo scetticismo, all’indifferenza verso la dimensione verticale, affinché l’uomo del nostro tempo possa continuare ad interrogarsi sull’esistenza di Dio e a percorrere le vie che conducono a Lui.

Una domanda alla quale Benedetto XVI ha risposto, citando Sant’Agostino, con tre parole: «L’uomo, il mondo, Dio». Parole da cui deriva il primo suggerimento del Sommo Pontefice che ha esortato a riscoprire l’uomo interiore: «Questo – ha concluso il Santo Padre – è un altro aspetto che noi rischiamo di smarrire, nel mondo rumoroso e dispersivo in cui viviamo: la capacità di fermarci e di guardare in profondità in noi stessi e leggere questa sete di infinito che portiamo dentro, che ci spinge ad andare oltre e rinvia a Qualcuno che la possa colmare. La via che conduce alla conoscenza e all’incontro con Dio è la via della fede e chi ha fede non ha paura di mostrarlo nell’esperienza quotidiana, e sa aprire luci di speranza. La fede, in altre parole, non è evasione, fuga dalla realtà, sentimentalismo, ma la via privilegiata per quanti sono nell’indifferenza, nel dubbio. Oggi molti hanno una concezione limitata della fede cristiana, la quale prima che una morale o un’etica, è l’avvenimento dell’amore».

About Davide De Amicis (3928 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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