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“La gravidanza non è una patologia”

Sarebbe inappropriato il 43% dei parti cesarei, secondo un’indagine condotta dai Nas dei Carabinieri

In Italia una donna su tre, il 29%, per mettere al mondo un figlio fa ricorso al taglio cesareo, che in quasi la metà dei casi, il 43%, si rivela inappropriato.

Maria Luisa Di Pietro, Università Cattolica

Hanno fatto scalpore i dati diffusi ieri dal ministero della Salute a seguito di un’indagine dei Nas relativa a 78 diverse strutture ospedaliere pubbliche e private: «Certamente – ha spiegato Maria Luisa Di Pietro, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma e bioeticista – il grido d’allarme del ministero è nato dalla spesa, visto che il taglio cesareo ha costi più elevati, ma non è questa l’unica valutazione. A fronte, infatti, di costi elevati, il parto cesareo introduce, nell’ambito di una realtà che potrebbe preferibilmente svolgersi in modo naturale, un intervento chirurgico che espone a un rischio maggiore sia la madre sia il bambino».

Ad esclusione delle situazioni indicate nelle “Linee guida” emanate recentemente dal ministero, secondo l’esperta, il parto naturale è sempre preferibile. Un altro sintomo della “medicalizzazione della gravidanza”, considerata come una patologia e non come un evento naturale, è il ricorso sempre più frequente all’anestesia epidurale: «Nessuna esclusione pregiudiziale, ha precisato la ricercatrice – riguardo a questa pratica, a patto però che quello della donna sia realmente un consenso informato e che tale anestesia venga eseguita da un’équipe medica adeguatamente preparata».

About Davide De Amicis (4360 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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