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“Credere nella carità suscita carità”

Lo ha affermato Papa Benedetto XVI nel messaggio dedicato alla prossima Quaresima, presentato venerdì

«Talvolta si tende a circoscrivere il termine “carità” alla solidarietà o al semplice aiuto umanitario. È importante, invece, ricordare che massima opera di carità è proprio l’evangelizzazione, ossia il “servizio della Parola”. Non v’è azione più benefica, e quindi caritatevole, verso il prossimo che spezzare il pane della Parola di Dio, renderlo partecipe della Buona Notizia del Vangelo, introdurlo nel rapporto con Dio: l’evangelizzazione è la più alta e integrale promozione della persona umana».

Lo ha affermato Papa Benedetto XVI, nel messaggio per la Quaresima 2013 sul tema “Credere nella carità, suscita carità – Abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi”, presentato venerdì nella sala stampa vaticana. In questo messaggio il rapporto fede-carità viene sviluppato dal Papa su di un duplice binario: il primo, teologico, nel quale analizza come la fede costituisca una risposta all’amore di Dio e la carità, a sua volta, una manifestazione concreta della vita nella fede.

L'evangelizzazione è considerata la forma più alta di carità

Il secondo binario, invece, più pratico ed esperienziale, nel quale il credente è chiamato a mostrare, attraverso le concrete opere di carità, quanto la sua vita sia cambiata dopo aver sperimentato l’amore di Dio: «All’inizio dell’essere cristiano – ha scritto Benedetto XVI, richiamando l’Enciclica “Deus caritas est” – non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva… Siccome Dio ci ha amati per primo, l’amore adesso non è più solo un “comandamento”, ma è la risposta al dono dell’amore, col quale Dio ci viene incontro. La fede, così, costituisce quella personale adesione, che include tutte le nostre facoltà, alla rivelazione dell’amore gratuito e “appassionato” che Dio ha per noi».

Il Santo Padre ha sottolineato, però, che si tratta di un processo che resta continuamente in cammino essendo l’amore mai concluso e completato, con il cristiano aperto in modo profondo e concreto all’amore verso il prossimo in una disposizione profonda alla carità. Quest’ultima, poi, viene presentata come un “camminare nella verità”, cioè un dinamismo interiore ed esteriore che, mentre avvicina progressivamente all’amore di Dio, muove il credente a mettere in pratica questo amore ricevuto beneficiando gli altri, specie i più bisognosi.

Il Pontefice, mediante questo messaggio per la Quaresima, ha quindi ammonito su un rischio che oggi si può facilmente correre: «Risulta chiaro – ha aggiunto il Papa – che non possiamo mai separare o, addirittura, opporre fede e carità. Queste due virtù teologali sono intimamente unite ed è fuorviante vedere tra di esse un contrasto o una “dialettica”. Da un lato, infatti, è limitante l’atteggiamento di chi mette in modo così forte l’accento sulla priorità e la decisività della fede da sottovalutare e quasi disprezzare le concrete opere della carità e ridurre questa a generico umanitarismo.

Ma, dall’altro, è altrettanto limitante sostenere un’esagerata supremazia della carità e della sua operosità, pensando che le opere sostituiscano la fede. Per una sana vita spirituale è necessario rifuggire sia dal fideismo che dall’attivismo moralista». È spiegando questi concetti che Benedetto XVI ha infine approfondito il significato di carità, collegandolo alla sua forma più alta che consiste nell’evangelizzazione: «L’annuncio di Cristo – ha concluso il Santo Padre citando Paolo VI – è il primo e principale fattore di sviluppo, così le opere della carità non sono frutto principalmente dello sforzo umano, da cui trarre vanto ma nascono dalla stessa fede».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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