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Conclave: pubblicato il Motu proprio

Sono diverse le modifiche apportate da Benedetto XVI alla costituzione “Universi Dominici Gregis” che regola il Conclave

Da oggi il Collegio dei cardinali potrà anticipare la data d’inizio del Conclave, se saranno tutti presenti, ed avrà facoltà di protrarlo oltre i 20 giorni, qualora se ne ravvisi la necessità. È questa la modifica più rilevante contenuta nel Motu Proprio “Normas nonnullas”, relativamente ad alcune modifiche alle norme sull’elezione del Romano Pontefice, diffuso in tarda mattinata. Ne ha illustrato le modifiche, nel briefing odierno, monsignor Pierluigi Celata, vice camerlengo. La modifica in oggetto, stabilita da Papa Benedetto XVI, è riferita all’articolo 37 della costituzione apostolica “Universi Dominici Gregis”, emanata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996, che resta in vigore: «Ordino che – si legge nel testo modificato dal Santo Padre – , dal momento in cui la Sede Apostolica sia legittimamente vacante, si attendano per quindici giorni interi gli assenti prima di iniziare il Conclave; lascio peraltro al Collegio dei Cardinali la facoltà di anticipare l’inizio del Conclave se consta della presenza di tutti i Cardinali elettori, come pure la facoltà di protrarre, se ci sono motivi gravi, l’inizio dell’elezione per alcuni altri giorni. Trascorsi però, al massimo, venti giorni dall’inizio della Sede Vacante, tutti i Cardinali elettori presenti sono tenuti a procedere all’elezione».

Monsignor Pierluigi Celata, vice camerlengo

Tra l’altro, la data del Motu proprio di oggi porta la stessa data del suo predecessore, quella del 22 febbraio: «Nessun cardinale elettore – si legge successivamente – potrà essere escluso dall’elezione sia attiva che passiva per nessun motivo o pretesto». È questa, comunque, la prima norma ad essere stata cambiata dal Motu proprio di oggi che ha riformulato l’articolo 35 dell’”Universi Dominici Gregis” e, in generale, vuole assicurare il migliore svolgimento di quanto concerne all’elezione del nuovo Papa, garantendo una più certa interpretazione ed attuazione di alcune disposizioni. Rispondendo alle domande dei giornalisti, inoltre, monsignor Celata ha precisato che un cardinale elettore ha la libertà di non partecipare, ma in questo caso si autoesclude dal Conclave: «Chi all’inizio si è autoescluso – ha chiarito Celata – non ha diritto di entrare. Se invece sta male e poi si sente meglio, ha diritto di entrare, e si inserisce nello stato in cui si trova l’elezione». Elezione che naturalmente non ricomincia da capo.

Per quanto riguarda le modalità concrete dell’elezione del nuovo Papa, le norme di oggi seguono all’unica modifica, finora, decisa da Benedetto XVI nei riguardi della Costituzione del suo predecessore ovvero l’introduzione, nell’eventuale ballottaggio tra i due candidati più votati, della maggioranza qualificata dei due terzi, necessaria per un’elezione valida, e non più a maggioranza assoluta del 50%+1. Un altro punto che, per il vice camerlengo, si poteva prestare ad interpretazioni non univoche ed essere fonte di qualche confusione, è il terzo comma dell’articolo 62 dell’”Universi Dominici Gregis” in cui si legge che per la valida elezione del Pontefice servono i due terzi dei suffragi, che diventano una suffragio in più qualora il numero dei cardinali presenti non possa essere diviso in tre parti uguali.

Benedetto XVI ha quindi modificato questo punto stabilendo che per l’elezione valida del nuovo Papa, si richiedono almeno i due terzi dei suffragi calcolati sulla base degli elettori presenti e votanti. Altro punto su cui il Pontefice ha voluto fare chiarezza, indicando subito la pena, è quella del rigoroso segreto a cui sono tenuti colore che prestano la loro opera di servizio per le necessità inerenti all’elezione, con l’articolo numero 55 del Motu Proprio di oggi il quale prevede per qualsiasi infrazione riferita a questa norma, che gli autori della stessa incorreranno nella pena della scomunica “latae sententiae”: «L’unica pena prevista è la scomunica – ha sottolineato monsignor Celata -, precisando che tale pena non concerne i cardinali perché il Papa ha fiducia in loro e nel caso si regolerà “graviter onerata coscientia”, cioè stabilendo “gravi pene” a suo insindacabile giudizio».

Cominceranno dunque dal primo Marzo, come confermato dal vice camerlengo, le Congregazioni generali dei cardinali, che avranno la facoltà di anticipare l’inizio del Conclave: «Il giorno stesso dell’inizio del Conclave – ha aggiunto monsignor Celata – tutti i cardinali converranno nella Basilica di San Pietro in Vaticano (come si legge al numero 49 del Motu Proprio odierno, ndr) per prender parte a una solenne concelebrazione eucaristica con la Messa votiva pro eligendo Papa, che sarà presieduta dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone».

Tra i piccoli ritocchi del Motu Proprio, infine, ce n’è anche uno che riguarda l’articolo 43 dell’”Universi Dominici Gregis”, in cui Giovanni Paolo II aveva disposto che i cardinali elettori non venissero avvicinati  da nessuno durante il trasporto dalla Domus Sancta Marthae al Palazzo Apostolico Vaticano. Dato che molti cardinali optano per recarsi a piedi ai luoghi delle Congregazioni generali e del Conclave, il testo del Motu proprio di Benedetto XVI raccomanda che non siano avvicinati da nessuno nel percorso dalla Domus Sanctae Marthae al Palazzo Apostolico Vaticano.

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Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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