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Troppi tagli: istruzione a rischio in Europa

Lo rivela uno studio della Commissione europea, secondo il quale gli investimenti sullo studio si sono ridotti in 8 Paesi europei su 25

Il peso della recessione sui bilanci statali si avverte anche sul versante dell’istruzione, con la riduzione in diversi Paesi  europei degli stanziamenti per la scuola in ogni ordine e grado. Lo ha confermato lo studio intitolato “Funding of education in Europe: The Impact of the Economic Crisis”, ovvero “Finanziamento dell’istruzione in Europa: l’impatto della crisi economica”, presentato dalla Commissione europea, il quale rivela che gli investimenti sul versante educativo si sono ridotti in 8 dei 25 Stati dell’Unione Europea esaminati.

Androulla Vassiliou, Commissario europeo all'Istruzione

Lo studio ha preso in esame i dati registrati dal 2010 al 2012, rilevando tagli superiori al 5% apportati in Grecia, Ungheria, Italia, Lituania e Portogallo, mentre in Estonia, Polonia, Spagna e Regno Unito, più precisamente in Scozia, si è delineato un calo dall’1% al 5%. Sono cinque, invece, gli Stati membri che hanno aumentato la loro spesa per l’Istruzione oltre l’1%: si tratta di Austria, Danimarca, Lussemburgo, Malta e Svezia, oltre che della regione germanofona del Belgio. I trend di spesa di differenziano, dunque, fra uno Stato e l’altro e persino da un anno all’altro: «Sono tempi difficili per le finanze nazionali – ha spiegato Androulla Vassiliou, commissario europeo per l’Istruzione e la Cultura – ma abbiamo bisogno di un approccio coerente in tema di investimenti pubblici nell’istruzione e nella formazione poiché questa è la chiave per il futuro dei nostri giovani e per la ripresa di un’economia sostenibile nel lungo periodo. Se gli Stati non investono nella modernizzazione dell’istruzione, ci troveremo sempre più arretrati rispetto ai concorrenti globali e avremo difficoltà ad affrontare la disoccupazione giovanile».

Insomma, il commissario europeo insiste su sulla necessità di investimenti a lungo termine nel campo della educazione. Dallo studio presentato dalla Commissione si evince, fra l’altro, che nel 2011 e 2012 gli stipendi e le indennità degli insegnanti “sono stati ridotti o congelati in 11 paesi: Bulgaria, Croazia, Estonia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Portogallo e Spagna” (la retribuzione degli insegnanti incide per il 70% sui bilanci dell’istruzione).

I tagli hanno anche prodotto riduzioni nel numero del personale docente in dieci Stati. Oltre all’impatto della crisi, all’origine dei tagli di personale vi è la riduzione del numero degli studenti. Non manca una nota positiva: i finanziamenti per la formazione degli insegnanti sono aumenti in 18 paesi europei. Infine, negli ultimi due anni il sostegno pubblico agli studenti in forma di borse, prestiti e assegni familiari non è stato ritoccato nella maggior parte dei paesi. Del resto, otto Stati offrono sostegno finanziario ai disoccupati o alle persone scarsamente qualificate affinché migliorino le loro abilità, investimenti questi che sono in gran parte finanziati dal Fondo sociale europeo.

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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