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“In Siria, priorità ineludibile deporre le armi”

E’ questo l’appello lanciato ieri da don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, al rientro da una missione in Giordania

«Per i profughi in fuga dalla Siria sono necessari interventi massicci e urgenti da parte della solidarietà internazionale, ma resta priorità ineludibile quella di deporre le armi». È questo l’appello lanciato ieri dal direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, di ritorno dalla missione di Caritas Italiana compiuta, dal 24 al 30 agosto, in Giordania e a Gerusalemme che lo ha portato a visitare alcune comunità che accolgono i rifugiati siriani in Giordania: «La Caritas – ha sottolineato don Soddu – accoglie prontamente l‘invito del Papa al digiuno e alla preghiera. La certezza che anche noi riportiamo dal nostro viaggio è che l’uso delle armi in Siria ha e avrà come risultato niente altro che una spirale della violenza e un aggravarsi della già drammatica condizione in cui vivono centinaia di migliaia di persone. Ogni ulteriore militarizzazione del conflitto non farà altro che rendere ancor più insostenibile questa situazione».

don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana

Intanto, Caritas Italiana ha espresso apprezzamento per il lavoro che sta compiendo Caritas Giordania nell’accoglienza dei fratelli siriani, ma la situazione resta drammatica: «La Caritas Giordania – ha raccontato il direttore di Caritas italiana – ha notizia di decine di migliaia di profughi siriani che, dopo i drammatici bombardamenti dei giorni scorsi, in queste ore sono ammassati alle frontiere con il Paese. Inoltre, più dell‘80% dei rifugiati attualmente presenti in Giordania sono donne e bambini, mentre gli uomini sono rimasti in Siria. Questo porta a una condizione ancora peggiore proprio per i ragazzi che, nella stragrande maggioranza dei casi non posso andare a scuola, sono costretti a lavorare o ad elemosinare per mantenere la famiglia».

Caritas Italiana, intanto, rilancerà dei gemellaggi con le parrocchie della Terra Santa, per rafforzare il contributo e la presenza delle comunità cristiane locali, il cui contributo può diventare determinante anche come elemento di pacificazione: «La povertà – ha ricordato don Francesco Soddu -, l’insufficienza dell’assistenza sanitaria, l’impossibilità di andare a scuola per centinaia di migliaia di bambini e giovani, gli inevitabili traumi psicologici e le violenze dipingono un quadro così drammatico e precario di cui spesso non ci si rende conto. Proprio in questi giorni poi assistiamo a una crescente militarizzazione e all’uso di armi letali, che colpiscono popolazioni civili innocenti».

Comunque, facendo seguito anche ai molteplici appelli di Papa Francesco, Caritas Italiana ha sostenuto fin dai primi momenti della crisi le Caritas della Siria e dei Paesi limitrofi. Infatti, in coordinamento con la rete internazionale Caritas, finora sono stati messi a disposizione 550 mila euro alle Caritas di Siria, Giordania, Libano e Turchia per interventi di assistenza di base, come la fornitura di viveri, vestiario e medicine. Tra di esse la solita Caritas Siria, che riesce ancora ad operare in sei regioni del Paese, assiste migliaia di sfollati indipendentemente dal loro credo religioso, grazie alla collaborazione di molti volontari e di tutte le strutture della Chiesa attive nel Paese.

Ma per rendere l’idea della gravità di queste violenze, negli ultimi due anni, il conflitto siriano ha provocato almeno 100 mila vittime, in base a dati Unhcr, mentre il numero degli sfollati interni è valutato a 4.500.000 persone e quello dei rifugiati in Libano, Giordania, Turchia, Iraq ed Egitto è variamente valutato: in totale circa 2 milioni sono registrati ufficialmente presso i centri di raccolta dell’Unhcr, ma moltissimi sono quelli che hanno scelto di non registrarsi.

About Davide De Amicis (4359 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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