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Decentriamoci per toccare “la carne di Cristo”

Chiuso il 37°Convegno delle Caritas diocesane a Cagliari. Inviati nelle “periferie esistenziali”

«La sfida che abbiamo davanti è il decentramento, con la consapevolezza che, nonostante le difficoltà, questo è l’unico modo per arrivare a “toccare la viva carne di Cristo”».

Questo, in estrema sintesi, il mandato colto nelle parole di don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, e che viene fuori dai quattro giorni a Quartu S.Elena, Cagliari del 37° Convegno nazionale delle Caritas diocesane dal titolo “Con il Vangelo nelle periferie esistenziali”.

E’ continuata così la riflessione iniziata lo scorso anno a Montesilvano (Pe) e che ha preparato, i circa 700 presenti, al Convegno ecclesiale che si terrà a Firenze il prossimo anno.

Diversi gli input offerti da Soddu nelle riflessioni conclusive, a partire dall’attenzione ai cambiamenti in una prospettiva di conversione pastorale, con i giovani, le famiglie e le parrocchie, nell’ottica dell’alleanza educativa e nella logica del lievito.

Il priore di Bose, Enzo Bianchi

Una grande attenzione alla formazione, più tesa all’essere che al fare, è emersa nei lavori di gruppo ed è stata oggetto delle piste di lavoro lasciate dal direttore nazionale, che si è soffermato anche sull’animazione del territorio, sviluppata in maniera innovativa con una vera inclusione anche dei poveri, vere risorse. Lo stile della povertà, cui tanto richiama Papa Francesco, per percorsi e proposte a lunga scadenza volti a iniziare, favorire processi più che ottenere risultati immediati per essere prossimi dell’altro.

E la prossimità all’uomo è stata al centro della relazione teologico-pastorale di Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, che ha aperto la quattro giorni. «Il prossimo – ha sottolineato il priore – è colui che ognuno di noi decide di incontrare, a prescindere dalla sua condizione. Ed è poi solo dall’incontro che nasce la conoscenza del bisogno». E di conseguenza l’eventuale risposta che può anche semplicemente essere l’andare incontro e lo stare accanto.

Un’analisi puntale e molto incisiva su miseria, declinata come sintomo del disagio, e povertà, metodo e strumento per tornare a essere ricchi di relazioni ha aperto i lavori nel pomeriggio del secondo giorno di lavori. La sociologa Chiara Giaccardi, dell’Università Cattolica, ha fornito una lettura del Rapporto sulle povertà a partire dall’etimologia della parola povertà: «La povertà è di tutti – queste le parole con cui Giaccardi ha offerto la riflessione all’assemblea – È un dato antropologico originario e non l’attributo di una certa categoria sociale. È una “parola prima” che consente di articolare il lessico dell’umano, così come esistono i “numeri primi” grazie ai quali si possono costruire tutti gli altri numeri. Senza povertà non saremmo umani. Senza questa consapevolezza non potremmo sperare una pienezza. Saremmo pieni di noi stessi, dunque vuoti».

Intensa la testimonianza di S.E. Mons. Youssef SOUEIF, arcivescovo di Nicosia e presidente di Caritas Cipro e Jorge NUÑO

Un momento dei lavori di gruppo

MAYER, segretario generale di Caritas Europa. L’arcivescovo ha sottolineato come le sfide odierne richiedano un intervento rapido e organico da parte dell’Unione Europea e dei governi di ogni paese. «Anche la Chiesa – ha aggiunto – è chiamata a dare il suo contributo in particolare al livello dei valori affinché si recuperi la dimensione umana e comunitaria del progetto europeo, finora sacrificata alla dimensione economica con effetti che constatiamo ogni giorno, nelle nostre parrocchie e nelle nostre Caritas diocesane».

Mayer ha ricordato che Caritas Europa è costituita da 49 Caritas Nazionali, presenti in 46 paesi ed «è in Europa per portare la vostra esperienza delle parrocchie, dei progetti, dei centri, delle diocesi e portare i valori cristiani al cuore delle istituzioni europee e influenzare le decisioni negli ambiti della politica sociale, dell’immigrazione e dei richiedenti asilo, come anche delle politiche di sviluppo».

Nei giorni di convegno si è svolto un bel momento di accoglienza articolato in stand, a cura delle Caritas della Sardegna, dal titolo “Attraversiamo l’isola: un percorso tra i Semi della Carità che divengono Alberi di Comunità”: le Caritas dell’isola si sono raccontate attraverso le iniziative attivate sul territorio e un percorso eno-gastronomico arricchito da spettacoli tipici.