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“Non c’è limite alla misericordia divina offerta a tutti”

Lo ha ricordato ieri Papa Francesco, celebrando l’Angelus domenicale in piazza San Pietro al termine del quale ha pregato per il popolo aquilano, a cinque anni dal sisma che l’ha colpito

Papa Francesco durante l'Angelus

«Non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti! Non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti! Ricordatevi bene questa frase». Poi l’invito a ripeterla tutti insieme: «Non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti». E ancora: «Diciamolo insieme: “Non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti”. Il Signore è sempre pronto a sollevare la pietra tombale dei nostri peccati, che ci separa da Lui, la luce dei viventi».

Fedeli in piazza San Pietro per l'Angelus

Lo ha detto e fatto ripetere alle migliaia di fedeli presenti, ieri in piazza San Pietro, Papa Francesco nell’ambito dell’Angelus domenicale nel quale ha riflettuto sul passo biblico della risurrezione di Lazzaro: «La risurrezione di Lazzaro – spiega il Papa – è il culmine dei “segni” prodigiosi compiuti da Gesù: è un gesto troppo grande, troppo chiaramente divino per essere tollerato dai sommi sacerdoti, i quali, saputo il fatto, presero la decisione di uccidere Gesù».

Un gesto che il Pontefice ha spiegato ripercorrendo l’episodio biblico: «Lazzaro – osserva il Pontefice – era morto già da tre giorni, quando giunse Gesù e alle sorelle Marta e Maria Egli disse parole che si sono impresse per sempre nella memoria della comunità cristiana. Dice così Gesù: “Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me, anche se muore, vivrà. Chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno”. Su questa Parola del Signore noi crediamo che la vita di chi crede in Gesù e segue il suo comandamento, dopo la morte sarà trasformata in una vita nuova, piena e immortale. Come Gesù è risorto con il proprio corpo, ma non è ritornato ad una vita terrena, così noi risorgeremo con i nostri corpi che saranno trasfigurati in corpi gloriosi. Lui ci aspetta presso il Padre, e la forza dello Spirito Santo, che ha risuscitato Lui, risusciterà anche chi è unito a Lui».

Continuando, poi, a narrare il passo della risurrezione di Lazzaro il Papa si è soffermato sul grido di Gesù davanti alla tomba sigillata dell’amico: «“Lazzaro, vieni fuori!” – rievoca Papa Beroglio -. E il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Questo grido perentorio è rivolto ad ogni uomo, perché tutti siamo segnati dalla morte, tutti noi. È la voce di Colui che è il padrone della vita e vuole che tutti l’abbiano in abbondanza. In realtà – sottolinea il Santo Padre – Cristo non si rassegna ai sepolcri che ci siamo costruiti con le nostre scelte di male e di morte, con i nostri sbagli, con i nostri peccati. Lui non si rassegna a questo! Anzi, Lui ci invita, quasi ci ordina, di uscire dalla tomba in cui i nostri peccati ci hanno sprofondato. Ci chiama insistentemente ad uscire dal buio della prigione in cui ci siamo rinchiusi, accontentandoci di una vita falsa, egoistica, mediocre. “Vieni fuori!”, ci dice, “Vieni fuori!”».

Per il Santo Padre, questo, è un bell’invito alla vera libertà, a lasciarci afferrare da queste parole di Gesù che oggi ripete a ciascuno di noi. Un invito a lasciarci liberare dalle bende, dalle bende dell’orgoglio. Perché l’orgoglio ci fa schiavi, schiavi di noi stessi, schiavi di tanti idoli, di tante cose: «La nostra risurrezione – precisa Papa Francesco – incomincia da qui: quando decidiamo di obbedire a questo comando di Gesù uscendo alla luce, alla vita. Quando dalla nostra faccia cadono le maschere – tante volte noi siamo mascherati dal peccato, le maschere devono cadere!e noi ritroviamo il coraggio del nostro volto originale, creato a immagine e somiglianza di Dio».

Per il Pontefice, dunque, il gesto di Gesù che risuscita Lazzaro mostra fin dove può arrivare la forza della Grazia di Dio, e dunque fin dove può arrivare la nostra conversione, il nostro cambiamento». Al termine dell’Angelus, Papa Francesco ha quindi rivolto un messaggio agli aquilani, in occasione del quinto anniversario del sisma che ha devastato il capoluogo abruzzese e la sua popolazione: «In questo momento – ha affermato il Pontefice – vogliamo unirci a quella comunità che ha tanto sofferto, che ancora soffre, lotta e spera, con tanta fiducia in Dio e nella Madonna. Preghiamo per tutte le vittime: che vivano per sempre nella pace del Signore. E preghiamo per il cammino di risurrezione del popolo aquilano: la solidarietà e la rinascita spirituale siano la forza della ricostruzione materiale».

About Davide De Amicis (4359 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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