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“Modelli di santità, intercessori presso il popolo di Dio”

Così vengono delineate le personalità di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, in attesa della canonizzazione di domenica, dai rispettivi postulatori delle cause di santità

«I papi santi sono modelli di santità, oltre che intercessori, presso il popolo di Dio». Lo hanno affermato ieri Padre Giovangiuseppe Califano e monsignor Slawomir Oder, rispettivamente postulatori delle cause di santità di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II che domenica verranno canonizzati da Papa Francesco, nell’ambito della conferenza stampa di presentazione della cerimonia. L’evento vedrà riunire, in tutta Roma, milioni di fedeli giunti da ogni parte del mondo: «Il sogno giovanile di Giovanni XXIII – ricorda Padre Califano – era la santità: un sogno rinnovato da sacerdote, da vescovo e anche da Papa».

Padre Giovangiuseppe Califano, postulatore Giovanni XXIII

Quella di Papa Roncalli, a detta del postulatore, era fatta di profonda unità ed abbandono alla Provvidenza: «La sua – ricorda – era una spiritualità semplice, coinvolgente e mite, come testimonia il suo diario spirituale il “Giornale dell’anima”. In uno dei passi, a fine giornata, nel 1925 scrive: “Dio è tutto, io sono nulla. E questo oggi mi basta”. Di Giovanni XXIII ricordiamo i gesti di paternità straordinari che commossero il mondo, come la visita ai piccoli del Bambin Gesù con doni e carezze o quella a Regina Coeli. Papa Roncalli, inoltre, visitò le periferie romane e aprì alla Chiesa nuovi orizzonti, prima convocando il Sinodo e poi il Concilio».

Ed un altro elemento essenziale per capire quello che fu subito identificato come “il Papa buono”, sta nel binomio obbedienza e pace. “Queste parole – annotava nel Giornale dell’anima – sono un po’ la mia storia e la mia vita”: «Era un uomo pacificato e pacificatore – precisa il postulatore di Giovanni XXIII -: pacificato, perché si lasciava pacificare dallo Spirito Santo, e pacificatore, perché la sua era una pace stabilita nel cuore che poi si diffondeva attraverso le opere. La radice della spiritualità di Giovanni XXIII, sta nell’obbedienza alla voce del suo Signore».

Giovanni Paolo II è stato invece ricordato, paragonando la sua vita all’opera teatrale giovanile “La bottega dell’orefice” che lo vide protagonista da ragazzo: «Aveva la percezione – racconta monsignor Oder – del peso di qualità che doveva dare lui stesso alla propria vita». “L’uomo deve organizzare la propria vita in modo tale che sia tutto in ogni suo aspetto, manifestazione della gloria di Dio”. Era questa una frase del “programma di vita giovanile” di Karol Wojtyla.

Monsignor Oder, in particolare, si è soffermato su tre linee portanti della spiritualità del Papa polacco: «La fede semplice – osserva il postulatore della causa di santità di Giovanni Paolo II -, la profondità mistica, il coraggio di affrontare le difficoltà della vita con tenacia e coraggio, attraverso la capacità di vedere nella storia l’intervento di Dio. La sua fede semplice, comportava che aveva bisogno della gente, mentre la sua profondità mistica lo spingeva a vivere il mistero di Dio in prima persona. Era un uomo di Dio, ha saputo trovare in Dio l’acqua della vita. Con la preghiera, abitava nello spazio eucaristico».

A questo proposito, monsignor Oder ha ripreso ciò che disse Benedetto XVI pochi giorni dopo la morte di Giovanni Paolo II, soffermandosi sul fatto che poco prima di morire era stata celebrata un’Eucaristia davanti al letto del Papa morente: “Non può non colpire – ripete il postulatore – il fatto che nel suo ultimo istante sia stato coinvolto in quel sacramento che è stato tutto la sua vita”. Compito della Chiesa – ribadisce monsignor Oder – è evangelizzare e portare a santità: è questa, la sintesi del suo modo di intendere il pontificato».

Padre Slawomir Oder, postulatore Giovanni Paolo II

Papa Giovanni Paolo II, comunque, ha vissuto nella sua vita le conseguenze di due regimi, quello nazista e quello comunista, e grazie a suor Faustina Kowalska ha riletto il messaggio della Divina Misericordia come risposta all’iniquità umana: «Un messaggio molto attuale – commenta Oder -, ripreso da Papa Francesco». Ma nella conferenza stampa di ieri non sono mancate le domande più curiose, espresse dai giornalisti, come quella relativa agli eventuali difetti che avrebbero contraddistinto le vite dei due Papi. Papa Roncalli, ad esempio, sapeva fare autoironia riguardo ai suoi difetti, come al fatto di essere troppo apprensivo: «C’è un aneddoto – narra Padre Giovangiuseppe Califano – che racconta come un vescovo, una volta, abbia detto al Papa di non aver dormito, il giorno della sua elezione. “Anch’io mi sono trovato nelle stesse condizioni quando sono stato eletto Papa – ha risposto Giovanni XXIII: poi una volta ho sognato il mio angelo custode che mi diceva: ‘Angelo, non prenderti troppo sul serio’. E da quel giorno ho dormito benissimo”».

Giovanni Paolo II, infine, era un uomo emotivo e sanguigno: «Durante uno dei viaggi papali – ricorda Oder – gli venne stato proposto di indossare il giubbotto antiproiettile, ma lui si è rifiutato, aveva un altro tipo di protezione. A Cracovia, una volta, quando uno dei suoi sacerdoti gli creava problemi, decise di togliergli la patente. Poi, però, si è pentito. Un giorno, infine, una delle suore che lo accudivano nell’appartamento pontificio vedendolo gli disse: “Sono preoccupata per Sua Santità”. E il Papa, di tutta risposta, anche lui con molta autoironia: “Anch’io sono preoccupato molto per la mia santità”. La vera santità sta nel fatto che l’uomo riesce a reggere i suoi difetti».

About Davide De Amicis (3844 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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