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“La famiglia è scuola senza pari di umanità”

"Più le radici della famiglia sono profonde, più nella vita è possibile andare lontano, senza smarrirsi né sentirsi stranieri ad alcuna terra"

Lo ha affermato ieri sera Papa Francesco, presiedendo la veglia di preghiera in occasione dell’apertura del Sinodo sulla famiglia

«Anche nella cultura individualista, la famiglia continua a essere scuola senza pari di umanità, contributo indispensabile a una società giusta e solidale». Lo ha sostenuto Papa Francesco che ieri sera, appena arrivato in piazza san Pietro per la Veglia organizzata dalla Conferenza episcopale italiana alla vigilia del Sinodo ha salutato così: «Care famiglie – esordisce il Papa -, buonasera! Scende ormai la sera sulla nostra assemblea. È l’ora in cui si fa volentieri ritorno a casa per ritrovarsi alla stessa mensa, nello spessore degli affetti, del bene compiuto e ricevuto, degli incontri che scaldano il cuore e lo fanno crescere, vino buono che anticipa nei giorni dell’uomo la festa senza tramonto. È anche l’ora più pesante per chi si ritrova a tu per tu con la propria solitudine, crepuscolo amaro di sogni e di progetti infranti: quante persone trascinano le giornate nel vicolo cieco della rassegnazione, dell’abbandono, se non del rancore. In quante case è venuto meno il vino della gioia e, quindi, il sapore – la sapienza stessa – della vitaDegli uni e degli altri questa sera facciamo voce con la nostra preghiera. La preghiera per tutti».

Successivamente, l’intervento de Pontefice è entrato nel vivo: «È significativo – riflette il Santo Padre – come anche nella cultura individualista che snatura e rende effimeri i legami, in ogni nato di donna rimanga vivo un bisogno essenziale di stabilità, una porta aperta, di qualcuno con cui intessere e condividere il racconto della vita, di una storia a cui appartenere. La comunione di vita assunta dagli sposi, la loro apertura al dono della vita, la custodia reciproca, l’incontro e la memoria delle generazioni, l’accompagnamento educativo, la trasmissione della fede cristiana ai figli: con tutto questo, la famiglia continua a essere scuola senza pari di umanità. E più le sue radici sono profonde, più nella vita è possibile andare lontano, senza smarrirsi né sentirsi stranieri ad alcuna terra».

Papa Bergoglio, ha successivamente rivolto un invito all’assemblea riunita in piazza San Pietro e composta da 80 mila persone: «Prestare – sottolinea Papa Francesco – orecchio ai battiti di questo tempo e percepire l’odore degli uomini di oggi, fino a restare impregnati delle loro gioie e speranze, delle loro tristezze e angosce». Ma tornando all’importante appuntamento, che si apre oggi, il Papa ha detto che è questo il primo compito del Sinodo, in linea con la “Gaudium et Spes”: «A quel punto – precisa il Pontefice – sapremo proporre con credibilità la buona notizia sulla famiglia. Nel Vangelo, ci sono una forza e una tenerezza capaci di vincere ciò che crea infelicità e violenza. Sì, nel Vangelo c’è la salvezza che colma i bisogni più profondi dell’uomo! Di questa salvezza, opera della misericordia di Dio e Sua grazia, come Chiesa siamo segno e strumento, sacramento vivo ed efficace. Se così non fosse, il nostro edificio resterebbe solo un castello di carte e i pastori si ridurrebbero a chierici di stato, sulle cui labbra il popolo cercherebbe invano la freschezza e il profumo del Vangelo».

Il Santo Padre, a questo punto, ha invocato vari doni sui padri sinodali: «Dallo Spirito Santo – afferma Papa Bergoglio, elencando il primo dono – chiediamo, innanzitutto, il dono dell’ascolto: ascolto di Dio, fino a sentire con Lui il grido del popolo; ascolto del popolo fino a respirarvi la volontà a cui Dio ci chiama. Accanto all’ascolto, invochiamo la disponibilità a un confronto sincero, aperto e fraterno, che ci porti a farci carico con responsabilità pastorale degli interrogativi che questo cambiamento d’epoca porta con sé. Lasciamo che si riversino nel nostro cuore, senza mai perdere la pace, ma con la serena fiducia che a suo tempo non mancherà il Signore di ricondurre a unità. La storia della Chiesa non ci racconta forse di tante situazioni analoghe, che i nostri padri hanno saputo superare con ostinata pazienza e creatività? si è poi interrogato il Pontefice, per il quale il segreto sta in uno sguardo, considerato il terzo dono da implorare con la preghiera -. Perché, se davvero intendiamo verificare il nostro passo sul terreno delle sfide contemporanee, la condizione decisiva è mantenere fisso lo sguardo su Gesù, come si legge nella “Lumen gentium”, sostare nella contemplazione e nell’adorazione del suo volto».

Infine, le conclusioni espresse dal Papa: «Se assumeremo – avverte Papa Francesco – il Suo modo di pensare, di vivere e di relazionarsi, non faticheremo a tradurre il lavoro sinodale in indicazioni e percorsi per la pastorale della persona e della famiglia, poiché ogni volta che torniamo ala fonte dell’esperienza cristiana si aprono strade nuove e possibilità impensate. A quel punto, il nostro confronto sulla famiglia, amata con lo sguardo di Cristo, diventerà un’occasione provvidenziale con cui rinnovare, sull’esempio di San Francesco, la Chiesa e la società. Con la gioia del Vangelo ritroveremo il passo di una Chiesa riconciliata e misericordiosa, povera e amica dei poveri; una Chiesa in grado di vincere con pazienza e amore le afflizioni e le difficoltà che le vengono sia da dentro che da fuori». Tutto ciò, inoltre – ha detto Francesco citando ancora la “Lumen gentium” – auspicando che possa soffiare il Vento della Pentecoste sui lavori sinodali, sulla Chiesa, sull’umanità intera: «Sciolga i nodi – auspica il Papa – che impediscono alle persone d’incontrarsi, sani le ferite che sanguinano, riaccenda la speranza, c’è tanta gente senza. Ci conceda quella carità creativa che consente di amare come Gesù ha amato. E il nostro annuncio ritroverà la vivacità e il dinamismo dei primi missionari del Vangelo».

About Davide De Amicis (3866 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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