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Ricercatori italiani guidano il primo studio europeo contro l’invecchiamento

"L’identificazione di un trattamento per la fragilità fisica, è imprescindibile per ritardare o prevenire il suo effetto più temibile: la disabilità motoria"

E’ coordinato dai ricercatori Roberto Bernabei e Susanna Del Signore il progetto Sprintt, che si prefigge di contrastare la fragilità fisica che dell’invecchiamento è il primo campanello di allarme

Ottanta ricercatori da 11 nazioni, 1.500 pazienti coinvolti ed un finanziamento pubblico-privato di 49 milioni, stanziati dall’Imi (Innovative Medicines Initiative), la partnership pubblico-privato promossa dalla Direzione Generale “Ricerca” della Commissione europea in collaborazione con la Federazione europea delle associazioni e delle industrie farmaceutiche (Efpia). Sono questi i numeri del progetto Sprintt (Sarcopenia and Physical fRailty IN older people: multi-componenT Treatment strategies), coordinato da Roberto Bernabei dell’Università Cattolica di Roma e da Susanna Del Signore (Sanofi R&D). Curare le patologie della terza età, dunque, non basta: la vera sfida è contrastare l’invecchiamento “in sé”.

Il progetto Sprintt è il primo studio clinico europeo che non punta, semplicemente, a testare soluzioni terapeutiche per le malattie tipiche degli anziani, ma si prefigge, direttamente, l’obiettivo di contrastare la fragilità fisica, che dell’invecchiamento è il primo campanello di allarme: «L’identificazione di un trattamento per la fragilità fisica – spiega Roberto Bernabei, direttore del dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell’Università Cattolica e responsabile della Managing Entity di Sprintt – è, per la sua base biologica, sarcopenia o perdita di massa muscolare, imprescindibile per ritardare o prevenire il suo effetto più temibile: la disabilità motoria».

Roberto Bernabei, ricercatore dell’Università Cattolica di Roma

Roberto Bernabei, ricercatore dell’Università Cattolica di Roma

Insomma, quando si vede una persona rallentare nel suo incedere, avere necessità di accompagnarsi a qualcuno per camminare, appoggiarsi ogni tanto a un mancorrente: «Ecco – sottolinea Bernabei – la fotografia della vecchiaia. La capacità di camminare alla consueta velocità e senza assistenza, fondamentale per una vita indipendente, è spesso la prima abilità che si perde con la senescenza. Attraverso il progetto Sprintt, l’Europa scommette sulle concrete possibilità della scienza di contrastare la conseguenza principale e più impattante dell’invecchiamento, garantendo agli anziani più autonomia e una qualità di vita superiore».

Più concretamente, insomma, il progetto Sprintt rappresenta un cambio di paradigma: «Puntiamo – precisa il direttore del dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell’Università Cattolica e responsabile della Managing Entity di Sprintt – a prendere in carico, in senso forte, persone fragili, che si avviano alla terza età. Testiamo quindi con loro un approccio multicomponente, che garantisca il mantenimento di un vigore fisico sufficiente a rimanere autonomi e indipendenti». L’elemento centrale di Sprintt è un trial clinico randomizzato controllato di Fase III, identico agli studi condotti, ad esempio, su nuovi farmaci – basato su un intervento multicomponente: esercizio fisico, adeguata nutrizione ed ausili tecnologici. Così 1.500 ultrasettantenni di tutta Europa, definibili “fragili” mediante appositi test, saranno divisi in due gruppi.

Il primo gruppo, di 750 soggetti, sarà trattato con 45 minuti di esercizio fisico tre volte a settimana, con una valutazione mensile dello stato nutrizionale e con il monitoraggio continuo, garantito da un orologio da polso che registra l’attività fisica giornaliera e le eventuali cadute. Il secondo gruppo di 750 ultrasettantenni, invece, rappresenterà il “gruppo di controllo”, al quale saranno impartiti consigli ripetuti sul corretto stile di vita, e saranno semplicemente suggeriti alcuni esercizi per la mobilità degli arti superiori.

Nell’arco di due anni, i ricercatori misureranno con precisione l’evoluzione delle condizioni fisiche dei due gruppi di over 70, valutandone le capacità di camminare e di spostarsi autonomamente, di non cadere, di non ammalarsi frequentemente e di non essere ricoverati presso strutture sanitarie o assistenziali in genere: «Il progetto Sprintt – aggiunge Michel Goldman, direttore esecutivo dell’Imi – sottolinea l’importanza della cooperazione tra le aziende farmaceutiche, le Università, gli istituti di ricerca e le piccole e medie imprese. Solo lavorando insieme, le diverse figure impegnate nel settore dell’assistenza sanitaria possono porre le basi per affrontare la sarcopenia e la fragilità fisica, bisogni per i quali non esistono terapie efficaci e che rappresentano sfide importanti per le nostre società che invecchiano progressivamente».

About Davide De Amicis (4359 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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