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“Il 10% di italiani vive in povertà assoluta, al Sud è dramma sociale”

"Il 2015 non sarà, per il nostro Paese, l’anno della svolta, anzi, il quadro economico è segnato da indicatori ancora più negativi degli anni precedenti"

Sono questi i dati più inquietanti emersi dal Flash report di Caritas italiana sul fenomeno della povertà in Italia e in Europa, presentato venerdì nella Giornata mondiale della lotta contro la povertà

«Quasi il 10% degli italiani (il 9,9%), pari a 6 milioni e 20 mila persone è in povertà assoluta (dati 2013). Dal 2007, anno dell’inizio della crisi, ad oggi, la povertà è raddoppiata. Al Sud, invece, è un autentico dramma sociale, con il 14,6% delle persone che non riescono a far fronte alle spese base che garantiscono una vita dignitosa». Sono questi alcuni dei dati più eclatanti che emergono dal Flash report di Caritas italiana sul fenomeno della povertà in Italia e in Europa, presentato venerdì a Roma, nella Giornata mondiale della lotta contro la povertà.

Mons. Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana

Mons. Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana

Le famiglie in povertà assoluta sono 2 milioni e 28 mila, il 7,9% del totale delle famiglie italiane, il 12,6% al Sud. In termini assoluti gli incapienti nel Mezzogiorno sono oltre 3 milioni, praticamente la metà di tutti i poveri della nazione. Ma anche il Centro e il Nord non si salvano: in cinque anni hanno visto raddoppiare il peso dei poveri sul totale della popolazione. È cambiata negli anni anche la tipologia: prima erano gli anziani, le famiglie molto numerose, le famiglie con disoccupati, oggi sono nuclei di giovani, famiglie con uno o due figli, famiglie con il capofamiglia che lavora: «L’Italia – denuncia il report Caritas – anziché ridurre di 2 milioni 200 mila unità entro il 2020 il numero di persone a rischio povertà (come chiesto dall’Unione Europea), ha visto raddoppiare il gap rispetto all’Obiettivo europeo: quattro milioni e mezzo».

Inoltre, quasi la metà degli utenti dei Centri di ascolto della Caritas italiana sono oggi italiani. Secondo uno screening effettuato da gennaio a giugno 2014 in 531 Centri di ascolto di 85 diocesi (il 38,6% del totale) sono stati 45.819 gli utenti, di cui il 46,5% italiani (l’anno scorso erano il 31,1%). Mentre al Nord e al Centro persiste la maggioranza straniera (64,4% e 62,1%) al Sud la proporzione si inverte: il 72,5% sono italiani. Il 62,7% è in cerca di occupazione. Come fascia d’età prevalgono i giovani adulti tra i 35 e i 44 anni (27,1%) e quella tra i 45-54 (26%). Tra i bisogni, quelli legati a situazioni di povertà economica: più della metà (54,3%) ammette di vivere in uno stato di deprivazione. Seguono poi i problemi occupazionali (45%) ed abitativi (20,1%). Tra gli italiani, il 15,9% vive disagi e vulnerabilità familiari.

Tra i servizi forniti dai Centri d’ascolto spiccano l’erogazione di beni e servizi materiali (56,3%), la distribuzione di viveri e di vestiario e i servizi mensa. Nel 2013 Caritas italiana ha erogato 5 milioni 650 mila euro di richieste di rimborso a 166 Caritas diocesane (il 75,5% del totale) per acquisto di alimenti, farmaci, contributi al reddito e buoni lavoro: «Meno di una famiglia in povertà assoluta su quattro – denuncia ancora l’indagine di Caritas Italiana – ha beneficiato del bonus mensile di 80 euro del governo Renzi e le misure specifiche anti-crisi finora introdotte non hanno generato effetti rilevanti: il 2015 non sarà, per il nostro Paese, l’anno della svolta, anzi, il quadro economico è segnato da indicatori ancora più negativi degli anni precedenti».

Francesco Marsico, vice direttore di Caritas Italiana

Francesco Marsico, vice direttore di Caritas Italiana

Secondo la Caritas, dunque, con la povertà assoluta quasi al 10%, le misure annunciate (il rifinanziamento della social card tradizionale, la prosecuzione delle sperimentazioni previste già dal governo Letta, l’avvio progressivo dell’utilizzo delle risorse del nuovo fondo europeo per gli aiuti alimentari) non sono in grado di prendere in carico le povertà vecchie e nuove del Paese. Uno dei motivi è il carattere “eccessivamente categoriale” di molti provvedimenti, cioè limitato solo ad alcune fasce di famiglie in condizioni di disagio. La Caritas, comunque, appoggerà il piano nazionale di contrasto alla povertà annunciato dal ministro Poletti, a patto che rispetti alcune cautele, quali il dialogo con la comunità civile, la trasparenza sulle sperimentazioni e la definizione di una road map per qualificare il sistema di protezione sociale sul territorio.

Caritas italiana, da sola, ha erogato quest’anno, come fondi anticrisi d‘emergenza per supportare le crescenti richieste dei centri d‘ascolto, 5 milioni e 650 mila euro a 166 Caritas diocesane (il 75,5%): «Un atto doveroso – commenta Francesco Marsico, vice direttore di Caritas Italiana – utilizzando i fondi dell‘otto per mille. Nessuno si vanterebbe di interventi di emergenza, seppur in forme innovative. Abbiamo dovuto farlo per dare un supporto ulteriore a chi sta peggio. L’auspicio è che si concluda presto». Sulle misure governative nella legge sulla stabilità, invece, Marsico ha giudicato positivi i 500 milioni di euro reperiti per le famiglie: «Ma evidentemente – ricorda il vice direttore di Caritas Italiana – siamo ancora lontani dal miliardo e 700 mila euro che abbiamo chiesto nell’ambito dell‘Alleanza contro la povertà. Le misure finora messe in atto dal nostro governo sono insufficienti».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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