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“Il vescovo non è un’onorificenza, è un servizio”

"Nella Chiesa non deve esserci posto per la mentalità mondana che dice: quest’uomo ha fatto carriera ed è diventato vescovo”

Lo ha affermato stamani Papa Francesco, soffermandosi sul ministero episcopale, pronunciando la catechesi all’interno dell’udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro

«Il vescovo non è un’onorificenza, è un servizio. È un servizio, non è un’onorificenza per salvarsi». Lo ha ripetuto per due volte Papa Francesco stamani, nel corso della catechesi tenuta all’interno dell’udienza generale del mercoledì in una piazza San Pietro affollata da 15 mila fedeli, affermando che la maternità della Chiesa si esprime in particolare nella persona del vescovo e nel suo ministero: «Nella Chiesa – ammonisce il Papa – non deve esserci posto per la mentalità mondana che dice: “Quest’uomo ha fatto carriera ed è diventato vescovo”. Come Gesù ha scelto gli apostoli e li ha inviati ad annunciare il Vangelo e a pascere il suo gregge così i vescovi, loro successori, sono posti a capo delle comunità cristiane, come garanti della loro fede e come segno vivo della presenza del Signore in mezzo a loro. Comprendiamo, quindi, che non si tratta di una posizione di prestigio, di una carica onorifica».

Un concetto, quest’ultimo, spiegato dal Pontefice facendo un parallelismo con la figura di Gesù il quale, come Buon Pastore, è venuto non per essere servito, ma per servire: «I santi vescovi – sottolinea il Santo Padre -, e sono tanti nella storia della Chiesa, ci mostrano che questo ministero non si cerca, non si chiede, non si compra ma si accoglie in obbedienza, non per elevarsi, ma per abbassarsi. È triste quando si vede un vescovo che cerca questo ufficio e che fa tante cose per arrivare là e quando arriva là, non serve».

I fedeli in piazza San Pietro

I fedeli in piazza San Pietro

Ma, del resto, essere vescovi non è facile: «Dobbiamo avere i vescovi: abbiamo sentito le cose che l’apostolo Paolo dice al vescovo Tito – ricorda Papa Francesco riferendosi alla lettura scelta oggi -. Dobbiamo avere i vescovi, e non è facile perché noi siamo peccatori, ma ci affidiamo alla nostra preghiera perché almeno ci avviciniamo alle cose che l’apostolo Paolo dice a tutti i vescovi». «Pregherete per noi? – chiede poi il Papa rivolgendosi ai fedeli: «Nel vescovo, coadiuvato dai presbiteri e dai diaconi – osserva il Papa – è Cristo stesso che si rende presente e che continua a prendersi cura della sua Chiesa, assicurando la sua protezione e la sua guida».

Dunque, nella presenza e nel ministero dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi possiamo riconoscere il vero volto della Chiesa: «È la Santa Madre Chiesa Gerarchica – spiega il Santo Padre -. E davvero, attraverso questi fratelli scelti dal Signore e consacrati con il sacramento dell’Ordine, la Chiesa esercita la sua maternità: ci genera nel battesimo come cristiani, facendoci rinascere in Cristo; veglia sulla nostra crescita nella fede; ci accompagna fra le braccia del Padre, per ricevere il suo perdono; prepara per noi la mensa eucaristica, dove ci nutre con la Parola di Dio e il Corpo e il Sangue di Gesù; invoca su di noi la benedizione di Dio e la forza del suo Spirito, sostenendoci per tutto il corso della nostra vita e avvolgendoci della sua tenerezza e del suo calore, soprattutto nei momenti più delicati della prova, della sofferenza e della morte».

Quindi, ancora una volta, per spiegare meglio la figura del vescovo Papa Francesco si è affidato ad un nuovo parallelismo prendendo come riferimento la figura degli Apostoli: «Quando Gesù ha scelto e chiamato gli Apostoli – riflette Bergoglio -, li ha pensati non separati l’uno dall’altro, ognuno per conto proprio, ma insieme, perché stessero con Lui, uniti come una sola famiglia. Anche i vescovi, costituiscono un unico collegio, raccolto attorno al Papa, il quale è custode e garante di questa profonda comunione, che stava tanto a cuore a Gesù e ai suoi stessi apostoli. Com’è bello quando i vescovi, con il Papa, esprimono questa collegialità! Lo abbiamo sperimentato recentemente nell’Assemblea del Sinodo sulla famiglia. Ma pensiamo a tutti i vescovi sparsi nel mondo che, pur vivendo in località, culture, sensibilità e tradizioni differenti e lontane tra loro, si sentono parte l’uno dell’altro e diventano espressione del legame intimo, in Cristo, tra le loro comunità. E nella comune preghiera ecclesiale tutti i vescovi si pongono insieme in ascolto del Signore e dello Spirito, potendo così porre attenzione in profondità all’uomo e ai segni dei tempi».

About Davide De Amicis (3872 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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