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Alimentazione italiana: “Contraddizione tra stili di vita salutari e rischiosi”

"Oggi c’è una accentuazione della dimensione edonistica, consumando il cibo più per piacere che per fame, con un valore sociale e conviviale attribuito ai pasti. Dall’altro lato c’è più attenzione per gli stili di vita salutari"

Lo ha affermato ieri la ricercatrice del Censis Carla Collicelli, intervenendo al convegno romano sul tema “Quando il cibo è sapere”, promosso da Caritas di Roma e Vis

«In Italia oggi c’è una evidente contraddizione e uno scontro tra una tendenza a stili di vita salutari e, al contrario, consumi di cibo e alcolici rischiosi per la salute». Lo ha affermato Carla Collicelli, ricercatrice del Censis, intervenendo ieri a Roma al convegno sul tema “Quando il cibo è sapere”, svoltosi presso il Dipartimento di scienze della formazione all’Università Roma Tre, promosso da Caritas di Roma e Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo).

Carla Collicelli, ricercatrice del Censis

Carla Collicelli, ricercatrice del Censis

L’atteggiamento degli italiani nei confronti del cibo, infatti, è cambiato nel tempo: «Oggi – osserva la Collicelli – c’è una accentuazione della dimensione edonistica, si consuma il cibo più per piacere che per fame, con un valore sociale e conviviale attribuito ai pasti. Dall’altro lato c’è più attenzione per gli stili di vita salutari, con un’alimentazione sana e maggiore sobrietà nel bere».

È interessante, poi, rilevare come tra i giovani emerga un grande attaccamento alla famiglia, con il momento importante del mangiare insieme. Non a caso, secondo indagini recenti condotte del Censis, il 60,8% delle famiglie italiane mangia ogni giorno almeno un pasto insieme. Solo il 14%, invece, entrambi i pasti. Tra l’altro, in vista di Expo 2015 dedivato proprio all’alimentazione, sono state realizzate ricerche che evidenziano un nuovo trend: tra i giovani c’è maggiore attenzione all’autoproduzione del cibo, ai prodotti biologici e a km zero. Il 96,2% del campione acquista prodotti del territorio, il 46,3% lo fa di proposito, il 49,9% per caso.

Gli italiani che mangiano vegetariano e vegano sono il 39%, ma il 30% lo fa in maniera saltuaria. Tra i giovani sono vegetariani e vegani oltre 44%, il 12% in maniera regolare. Il 55,7% dei giovani ritiene il cibo e il vino elementi importanti per l’identità del Paese: «Eppure – sottolinea la ricercatrice del Censis – la maturità nella scelta del benessere è densa di contraddizioni e lacune crescenti. Ci sono infatti rischi e problemi legati ai consumi: disordini alimentari che provocano patologie vere e proprie come bulimia e anoressia; abuso di alcool, che provoca incidenti stradali e lavorativi; lo sballo del sabato sera unito al consumo di droghe».

Riguardo all’eccesso di cibo che provoca patologie, inoltre, Melania Manco, medico dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù, ha rilevato che i ricchi non soffrono affatto di obesità, che colpisce invece le classi meno abbienti: «È lì – conclude la Manco – che dobbiamo intervenire in maniera preventiva».

Mons. Enrico Feroci, direttore Caritas di Roma

Mons. Enrico Feroci, direttore Caritas di Roma

Dati, questi ultimi, che inducono le realtà che quotidianamente operano per far sì che il cibo sia davvero un diritto accessibile a tutti, come la Caritas, ad individuare delle strategie sintetizzate in consapevolezza, condivisione e stili di vita anti-spreco. Sono queste, secondo la Caritas di Roma, le indicazioni che Papa Francesco sta dando al mondo in merito al tema del diritto al cibo: «Il primo nostro compito – sottolinea monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma – è aprire gli occhi per sapere che nel mondo quasi un miliardo di persone soffrono la fame. Il secondo è quello di condividere. Terzo: evitare lo spreco. Quarto: cambiare gli stili di vita».

About Davide De Amicis (4380 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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