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“Difendendo la famiglia, proteggiamo l’umanità”

"Una domanda che dovremmo farci più spesso - osserva il Papa - è questa: quanto siamo leali con le promesse che facciamo ai bambini, facendoli venire nel nostro mondo? Noi adulti siamo pronti a parlare dei bambini come di una promessa della vita, e siamo anche facili a commuoverci, dicendo ai giovani che sono il nostro futuro. Ma mi domando, a volte, se siamo altrettanto seri con il loro futuro?"

Lo ha affermato ieri Papa Francesco, pronunciando la catechesi nell’udienza generale dedicata alla lealtà degli adulti nei confronti dei bambini

Papa Francesco saluta i fedeli in piazza San Pietro

«Solo se guardiamo i bambini con gli occhi di Gesù possiamo veramente capire in che senso, difendendo la famiglia, proteggiamo l’umanità!». Lo ha affermato ieri Papa Francesco, che ha chiesto scusa per gli scandali avvenuti ultimamente a Roma e in Vaticano e ha pronunciato la catechesi all’interno dell’udienza generale in piazza San Pietro davanti a 30 mila fedeli, ricordando che il punto di vista dei bambini è il punto di vista del Figlio di Dio: «Una domanda che dovremmo farci più spesso – osserva il Papa – è questa: quanto siamo leali con le promesse che facciamo ai bambini, facendoli venire nel nostro mondo?».

Una catechesi, quella di ieri, dedicata proprio a questo tema: «Noi adulti – riflette il Pontefice – siamo pronti a parlare dei bambini come di una promessa della vita, e siamo anche facili a commuoverci, dicendo ai giovani che sono il nostro futuro. Ma mi domando, a volte, se siamo altrettanto seri con il loro futuro?».

Questa un’ulteriore domanda rivolta dal Santo Padre ai 30 mila fedeli presenti: «Non parlo tanto delle promesse che facciamo qua e là, durante la giornata – precisa Papa Bergoglio -, per farli contenti o per farli stare buoni (magari con qualche innocente trucchetto), per invogliarli ad impegnarsi nella scuola o per dissuaderli da qualche capriccio. Parlo delle promesse più importanti, decisive per le loro attese nei confronti della vita, per la loro fiducia nei confronti degli esseri umani, per la loro capacità di concepire il nome di Dio come una benedizione».

I fedeli in piazza San Pietro per l'udienza generale

I fedeli in piazza San Pietro per l’udienza generale

Accoglienza e cura, vicinanza e attenzione, fiducia e speranza, sono promesse di base, che si possono riassumere in una sola: «Amore – sottolinea il Sommo Pontefice -. Questo è il modo più giusto di accogliere un essere umano che viene al mondo e tutti noi lo impariamo, ancora prima di esserne coscienti. È una promessa che l’uomo e la donna fanno a ogni figlio, fin da quando è concepito nel pensiero, “I bambini vengono al mondo e si aspettano di avere conferma di questa promessa: lo aspettano in modo totale, fiducioso, indifeso».

Del resto, basta guardarli: «In tutte le etnie – aggiunge Papa Francesco -, in tutte le culture, in tutte le condizioni di vita! Quando accade il contrario, i bambini vengono feriti da uno scandalo insopportabile, tanto più grave, in quanto non hanno i mezzi per decifrarlo».

E a vegliare sui bambini ci sono i loro angeli: «Gli Angeli dei bambini – ricorda il Papa – rispecchiano lo sguardo di Dio, e Dio non perde mai di vista i bambini. Guai a coloro che tradiscono la loro fiducia, guai! Il loro fiducioso abbandono alla nostra promessa, che ci impegna fin dal primo istante, ci giudica».

Sono queste le dure parole del Papa, rivolte a chi non rispetta le promesse fatte ai bambini: «E vorrei aggiungere un’altra cosa – dichiara il Santo Padre -, con molto rispetto per tutti, ma anche con molta franchezza: la loro spontanea fiducia in Dio non dovrebbe mai essere ferita, soprattutto quando ciò avviene a motivo di una certa presunzione, più o meno inconscia, di sostituirci a Lui. Il tenero e misterioso rapporto di Dio con l’anima dei bambini non dovrebbe essere mai violato. Il bambino è pronto fin dalla nascita per sentirsi amato da Dio. Non appena è in grado di sentire che viene amato per sé stesso, un figlio sente anche che c’è un Dio che ama i bambini».

Un secondo miracolo e una seconda promessa, a detta del Pontefice, è rappresentato dai genitori: «Noi, papà e mamma, ci doniamo a te, per donare te a te stesso! E questo è amore, che porta una scintilla di quello di Dio!».

Con queste parole il Papa ha descritto l’amore dei genitori per i propri figli: «Voi, papà e mamme – aggiunge ancora a braccio – avete questa scintilla di Dio che date ai bambini, voi siete strumenti dell’amore di Dio e questo è bello!».

I bambini, appena nati, incominciano a ricevere in dono, insieme col nutrimento e le cure, la conferma delle qualità spirituali dell’amore: «Gli atti dell’amore – sostiene il Pontefice – passano attraverso il dono del nome personale, la condivisione del linguaggio, le intenzioni degli sguardi, le illuminazioni dei sorrisi. Imparano così che la bellezza del legame fra gli esseri umani punta alla nostra anima, cerca la nostra libertà, accetta la diversità dell’altro, lo riconosce e lo rispetta come interlocutore».

La Chiesa stessa, comunque, nel Battesimo ai bambini fa grandi promesse, con cui impegna i genitori e la comunità cristiana: «La santa Madre di Gesù – conclude Papa Francesco -, per mezzo della quale il Figlio di Dio è arrivato a noi, amato e generato come un bambino, renda la Chiesa capace di seguire la via della sua maternità e della sua fede. E san Giuseppe, uomo giusto, che l’ha accolto e protetto, onorando coraggiosamente la benedizione e la promessa di Dio, ci renda degni di ospitare Gesù in ogni bambino che Dio manda sulla terra».

About Davide De Amicis (3928 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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