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“Del Convegno di Firenze rimane la determinazione a camminare insieme”

Il segretario generale della Conferenza episcopale italiana ha garantito che le relazioni finali dei cinque gruppi, considerate ricche di spunti, suggerimenti e prospettive costituiranno il punto di partenza della nostra prossima riflessione e progettazione: "Nessuno si augura - precisa - che esse rimangano pagine scritte; devono invece essere recepite e discusse, traducendosi in azioni e propositi d’azione"

Lo ha affermato ieri il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino, riflettendo sul dopo Firenze

Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana

«Il primo frutto del Convegno ecclesiale di Firenze è il carattere sinodale e comunionale di quella assise, che ha generato nuovi legami e nuove idee, ponendo a confronto e in sinergia le diverse esperienze e sensibilità».

Lo ha ricordato ieri monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, intervenendo a Padova al primo dei quattro incontri promossi dalla Facoltà teologica del Triveneto e dalla Fondazione Lanza  dal titolo “Dove va l’umano?” per riflettere sul dopo Firenze: «Ancor prima delle iniziative e dei propositi specifici – osserva monsignor Galantino – rimane dell’incontro di Firenze la consolidata determinazione a camminare insieme, nella consapevolezza che siamo parte di un corpo, quello ecclesiale ma anche quello più allargato dell’umanità, nel quale nessun membro può separarsi dagli altri, affermando la sua totale autonomia».

Secondo il presule, ne emerge un preciso umanesimo per il quale ogni persona e tutta la società devono mettersi anzitutto alla scuola della misericordia: «Se siamo legati gli uni agli altri – sottolinea il segretario generale della Cei -, infatti, e parte di un medesimo organismo, dobbiamo alimentare in noi e diffondere lo stile della stima e dell’apprezzamento reciproco, della comprensione e del perdono».

Quindi la riflessione si è spostata sulle cinque vie abitare, uscire, annunciare, educare e trasfigurare: «Hanno suggerito alla Chiesa italiana – continua monsignor Nunzio Galantino – un rinnovato stile pastorale missionario, caratterizzato dal desiderio di uscire per incontrare e farsi incontrare da tutti gli uomini e dalle diverse realtà; dalla determinazione di annunciare la Parola in ogni occasione e mediante ogni scelta concreta; dal progetto di abitare la società e partecipare attivamente alla vita politica; dal proposito di educare nella fede e a una piena umanità; dall’intento di trasfigurare il nostro mondo e rendergli un volto più umano e accogliente».

Comunque il segretario generale della Conferenza episcopale italiana ha garantito che le relazioni finali dei cinque gruppi, considerate ricche di spunti, suggerimenti e prospettive costituiranno il punto di partenza della nostra prossima riflessione e progettazione: «Nessuno si augura – precisa – che esse rimangano pagine scritte; devono invece essere recepite e discusse, traducendosi in azioni e propositi d’azione».

A detta del presule, inoltre, l’umano va dove lo condurremo: «Nel senso – spiega Galantino – che tutto concorre a non farci travolgere dall’onda antiumanistica che sembra caratterizzare questa nostra epoca. Se prendiamo sul serio lo stile che in maniera inequivocabile ci deriva dalle parole di Papa Francesco, non possiamo esimerci anche noi dal constatare che, spesso, tutto quello che abbiamo finalmente … illuminato … finisce col risplendere di tragico!».

Il tragico di un Cristianesimo che, secondo il vescovo, rischia di spiegare e di spiegarsi più di quanto non faccia: «Un Cristianesimo – conclude monsignor Galantino – che rischia di mancare di “esercizio”; un Cristianesimo nel quale si fa fatica ad accomunare pratica e grammatica. Ecco allora, in nome di un umano da definire ed accompagnare, la necessità di una teologia capace di trasformare la storia in pensiero alto, che non vuol dire disincarnato; una teologia che insegni che nessuna affermazione sul soprannaturale non sia nello stesso tempo chiamata a indicare un ordine di referenza naturale».

About Davide De Amicis (3923 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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