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“Andate e fate qualcosa di concreto per chi incontrate lungo la via”

"Ognuno è nato per fare qualcosa - testimonia l’imprenditore Quinto Paluzzi -, io sono nato per lavorare e per dare lavoro. Trent'anni fa vendevo pesce in un supermercato vicino allo stadio, conobbi un extracomunitario e gli chiesi di aiutarmi con il mio banco. Sentivo il bisogno di renderlo felice perché, essendo rimasto orfano a 10 anni, sapevo cosa vuol dire restare da soli. Oggi ho 15-20 dipendenti di tante nazionalità e ringrazio Dio, perché accogliere i bisognosi mi restituisce tanto"

E’ stato questo l’invito rivolto ai fedeli pescaresi che sabato sera hanno partecipato alla Marcia per la pace 2016, svoltasi a Montesilvano

La Marcia per la pace sulle strade di Montesilvano
Circa un migliaio i partecipanti alla Marcia

Circa un migliaio i partecipanti alla Marcia

«Andate e fate qualcosa di concreto per chi incontrate lungo la via». Lo ha affermato sabato sera l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, nella sua omelia a conclusione dell’undicesima edizione della Marcia per la pace svoltasi a Montesilvano con l’organizzazione della Caritas diocesana.

L’evento, dal tema “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”, ha visto radunare circa un migliaio di fedeli, giunti da molte parrocchie della diocesi pescarese, presso il piazzale del Palasenna per dar vita ad un lungo corteo che attraversando via Vestina, ha raggiunto la parrocchia di Sant’Antonio di Padova.

Il sindaco di Montesilvano Maragno con l'arcivescovo Valentinetti

Il sindaco di Montesilvano Maragno con l’arcivescovo Valentinetti

Tra i partecipanti spiccava il sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, Comune da sempre ospitale nei confronti dell’evento diocesano: «Sappiamo – riflette il primo cittadino – che queste iniziative da sole non risolveranno tutti i problemi, però è giusto far sentire la nostra voce e far vedere che tanti giovani e tante famiglie sono pronti a lottare per degli ideali così forti e importanti».

Una marcia silenziosa, illuminata dalla luce dalle fiaccole, scandita solo dal pensiero costante verso quell’indifferenza quotidianamente presente negli ambienti di vita di ognuno.

Il muro dell'indifferenza eretto simbolicamente nella parrocchia di Sant'Antonio

Il muro dell’indifferenza eretto simbolicamente nella parrocchia di Sant’Antonio

Un’indifferenza che ogni partecipante ha potuto trascrivere su di un mattoncino di cartone che, al termine della marcia, ha eretto un vero e proprio muro dell’indifferenza che siamo chiamati a scardinare.

Un’impresa non facile, in questa società caratterizzata da un profondo individualismo, che pure qualcuno è riuscito a compiere a beneficio del prossimo.

L'imprenditore pescarese Quinto Paluzzi

L’imprenditore pescarese Quinto Paluzzi

È il caso di Quinto Paluzzi, titolare dell’azienda pescarese “Il Delfino”, che trent’anni fa tra i primi diede fiducia e lavoro agli extracomunitari, quando erano conosciuti solo come “vu cumprà”: «Ognuno è nato per fare qualcosa – testimonia l’imprenditore -, io sono nato per lavorare e per dare lavoro. All’epoca vendevo pesce in un supermercato vicino allo stadio, conobbi un extracomunitario e gli chiesi di aiutarmi con il mio banco. Sentivo il bisogno di renderlo felice perché, essendo rimasto orfano a 10 anni, sapevo cosa vuol dire restare da soli. Oggi ho 15-20 dipendenti di tante nazionalità e ringrazio Dio, perché accogliere i bisognosi mi restituisce tanto».

David e Bianca con le loro figlie

David e Bianca con le loro figlie

Lo stesso arricchimento ricevuto anche da David, Bianca e dalla piccola Elisabetta. Una giovane famiglia di Montesilvano a cui, per un anno, è stata affidata una famiglia rumena in difficoltà: «Avevano bisogno – raccontano David e Biancadi qualcuno che tenesse la loro figlia, per consentirgli di lavorare. Noi la prendevamo, la portavamo a casa, la facevamo giocare con nostra figlia, fare merenda e cena, per poi riportarla a casa dalla madre. Così, grazie a questa famiglia che si è affidata a noi senza conoscerci, si è creato un bel rapporto d’amicizia».

L'arcivescovo Valentinetti pronuncia l'omelia

L’arcivescovo Valentinetti pronuncia l’omelia

Ma l’indifferenza va oltre le piccole storie del quotidiano, coinvolgendo le istituzioni incapaci di rispondere ai drammi che sconvolgono il mondo: «L’Europa – accusa l’arcivescovo Valentinetti – sembra indifferente di fronte alle situazioni di guerra, perché vende le armi. Anche l’Italia ne vende tante tramite molte ditte, vende pistole, carri armati, mitragliatrici, ma queste aziende non si possono trasformare? L’ex presidente della Repubblica Pertini, un tempo, diceva “Trasformate i luoghi di morte in granai”».

La distruzione del muro dell'indifferenza

La distruzione del muro dell’indifferenza

Al termine della celebrazione, i testimoni intervenuti alla marcia hanno materialmente abbattuto il muro di cartone, simbolo dell’indifferenza e ostacolo alla pace nel mondo. Quindi l’appuntamento con la Marcia per la pace è stato rinnovato a gennaio 2017, quando tornerà a svolgersi a Pescara.

About Davide De Amicis (4358 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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