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“Con i migranti non si è avuto il coraggio di creare corridoi umanitari”

"Quelle morti - accusa Galantino - sono uno schiaffo alla democrazia europea, incapace di salvaguardare e proteggere persone in fuga da situazioni create anche dalla politica estera e da scelte economiche europee"

Lo ha denunciato monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, in un’intervista rilasciata ieri al quotidiano “la Repubblica”

Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana

«La partenza di migranti in fuga da situazioni drammatiche avviene sempre più in situazione di insicurezza, attraverso trafficanti senza scrupoli, al punto tale da rendere difficile ogni soccorso soprattutto in acque libiche, non presidiate dalle operazioni di salvataggio delle navi europee».

Così monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ieri si è espresso in un’intervista pubblicata dal quotidiano “la Repubblica”: «Quelle morti – accusa – sono uno schiaffo alla democrazia europea, incapace di salvaguardare e proteggere persone in fuga da situazioni create anche dalla politica estera e da scelte economiche europee. Purtroppo, non si è avuto il coraggio di creare canali umanitari, previsti dal diritto internazionale, verso i Paesi disponibili all’accoglienza per favorire partenze in sicurezza ed evitare violenze, sfruttamento e morti».

Il presule ha poi bocciato anche le strutture utilizzate, finora, per identificare rapidamente, registrare, fotosegnalare e raccogliere le impronte digitali dei migranti. Strutture di cui si vorrebbero dotare anche le navi: «L’hotspot – afferma Galantino – è una riedizione in brutta copia dei luoghi di trattenimento di persone. Le organizzazioni internazionali a tutela dei diritti umani, come anche la Fondazione Migrantes e la Caritas italiana, hanno già ricordato che i migranti salvati in mare hanno il diritto, sulla base di una storia personale e non di una lista di cosiddetti “Paesi sicuri”, di presentare domanda d’asilo e al ricorso se una domanda non venisse accolta. Sulle navi questo percorso di protezione internazionale non è possibile».

Migranti pronti a sbarcare

Migranti pronti a sbarcare

Allo stesso modo il segretario generale ha spiegato che non è pensabile l’utilizzo di navi destinate al soccorso, per far stazionare nel Mediterraneo migliaia di persone in attesa di una non precisata destinazione: «A meno che – ammonisce – le si voglia riportare nei porti della Libia e dell’ Egitto, condannandole a nuove forme di sfruttamento».

Quindi monsignor Nunzio Galatino ha ricordato l’appello di Papa Francesco il quale, tempo fa, chiese ai conventi e alle parrocchie di aprire le porte ai migranti: «L’accoglienza – ricorda il segretario della Conferenza episcopale italiana – non solo era precedente all’appello, ma si è rafforzata, unitamente a un lavoro di informazione sulle storie di quanti sbarcano in Europa, sulle cause della loro fuga. Anche nelle nostre comunità ecclesiali sentiamo il bisogno di continuare a sensibilizzare i consigli pastorali, il mondo associativo, le famiglie, per evitare che anch’essi siano incapaci di leggere correttamente un fenomeno globale di persone che, come ha detto l’altro giorno Papa Francesco, “Non sono un pericolo, ma sono in pericolo”».

Infine, il segretario generale dei vescovi italiani ha delineato tre azioni di intervento: «In primo luogo – dichiara – l’accoglienza dei richiedenti asilo dev’essere strutturata in tutti i 28 Paesi europei. Non si possono, infatti, salvare le persone e poi non offrirgli una possibilità di futuro».

Una seconda azione concreta, poi, rimane quella di organizzare corridoi umanitari: «In questo modo – osserva Galantino – si eviterebbe anche la crescita di una tratta di esseri umani oggi gestita da mafie e da terrorismo».

La terza azione, infine, riguarda la possibilità di offrire un permesso di protezione umanitaria a tutti i migranti ospitati in strutture da oltre un anno e che oggi costituiscono un popolo che si allarga sempre più: «In questo modo – conclude – si ripartirebbe dalla legalità per costruire successivamente percorsi di giustizia e di solidarietà».

About Davide De Amicis (4357 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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