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Brexit: “Pensare un’altra forma di Unione europea essendo creativi”

Questa la riflessione di Papa Francesco, dopo il voto favorevole alla Brexit, espressa ieri sul volo di rientro dal viaggio apostolico in Armenia

Papa Francesco colloquia con i giornalisti durante il volo di rientro dall'Armenia

Anche Papa Francesco è intervenuto in merito al voto del popolo britannico che ha approvato la Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, incalzato dai giornalisti nel corso del volo di rientro dal viaggio apostolico in Armenia: «Pensare un’altra forma di unione – suggerisce innanzi tutto il Papa -: essere creativi».

Il Papa, successivamente, ha risposto anche alla domanda sull’eventualità che fosse preoccupato del fatto che la Brexit potrebbe portare alla disintegrazione dell’Europa ed eventualmente alla guerra: «La guerra già c’è in Europa! – replica il Pontefice – Poi c’è un’aria di divisione e non solo in Europa, ma negli stessi Paesi. Si ricordi della Catalogna, l’anno scorso la ScoziaQueste divisioni non dico che siano pericolose, ma dobbiamo studiarle bene e prima di fare un passo avanti per una divisione, parlare bene fra di noi e cercare soluzioni viabili».

Distinguendo quei processi d’indipendenza dei Paesi che conducono alla loro emancipazione, il Papa ha però messo in guardia l’Europa dal rischio di “balcanizzazione” senza con questo termine – ha subito aggiunto – “sparlare dei Balcani”: «Per me sempre l’unità – aggiunge il Santo Padre – è superiore al conflitto: sempre! Ma ci sono diverse maniere di unità e anche la fratellanza – e qui arrivo all’Unione europea – è migliore della inimicizia o delle distanze. Delle distanze – diciamo – la fratellanza è migliore. E i ponti sono migliori dei muri».

Così Papa Bergoglio ha ribadito la necessità di pensare a un’altra forma di unione, essendo creativi: «Creativi nei posti di lavoro – sottolinea il Sommo Pontefice -, nell’economia. C’è un’economia liquida oggi in Europa che fa, per esempio in Italia, che la gioventù dai 25 anni in giù non abbia lavoro: il 40%! C’è qualcosa che non va in quell’Unione “massiccia”, ma non buttiamo il bambino con l’acqua sporca dalla finestra… Cerchiamo di riscattare le cose e ri-creare, perché la ri-creazione delle cose umane – anche della nostra personalità – è un percorso e sempre si deve fare. Un adolescente non è lo stesso che una persona adulta o di una persona anziana: è lo stesso e non è lo stesso, si ri-crea continuamente. E questo gli dà vita e voglia di vivere e dà fecondità. E questo lo sottolineo: oggi la parola, le due parole chiave per l’Unione europea sono creatività e fecondità. È la sfida».

Card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana

Card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana

Anche i vescovi italiani hanno espresso timore sulla Brexit: «L’esito del referendum in Gran Bretagna – commenta il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana – è un monito molto grave per l’Unione europea e potrebbe creare un effetto domino».

Ma al di là di tutto il mondo, a detta del cardinale, ha bisogno di più Europa, non di meno Europa: «Di questo sono convintissimo – conferma Bagnasco -. Però l’Europa deve accogliere questo monito molto grave, deve coglierne il messaggio di un grande disagio che potrebbe anche creare un effetto domino che non speriamo. Ma deve rivedere la propria impostazione, sia dal punto di vista economico, sia innanzitutto e soprattutto dal punto di vista culturale, perché non si può non rispettare le identità culturali dei singoli popoli come è stato fatto in tutti questi anni, in modo palese o in modo ricattatorio. Infatti, questo insieme di cose fa sentire l’Europa più pesante ai popoli, poco rispettosa».

Dunque l’Unione europea dovrà essere maggiormente rispettosa della cultura e dei valori dei popoli: «Nel momento in cui si condizionano certi aiuti – osserva il porporato -, come ad esempio in alcuni Paesi dell’Est ed è testimonianza di alcuni miei confratelli vescovi, all’approvazione di determinate leggi di impianto profondamente morale, questo non va bene, come metodo non è rispettoso».

A tal proposito, il presidente dei vescovi italiani ha citato l’esempio dei padri fondatori dell’Europa: «Adenauer, Shuman, De Gasperi e altri – riflette il cardinale Angelo Bagnasco – avevano una fede propria e una identità culturale precisa, basata sul Vangelo e non volevano certamente fare un’Europa confessionale. Non era nel loro sogno. Essi riconoscevano da persone molto intelligenti e libere che i valori codificati, che noi cristiani conosciamo come comandamenti, non sono strettamente confessionali ma sono innanzitutto il frutto, il distillato della esperienza migliore dell’umanità e volevano che fosse quello il fondamento ideale, valoriale, spirituale per ispirare e continuare la cultura europea e la coesione degli Stati e dei popoli. Quella dei padri fondatori dell’Europa unita, quindi, non era una visione confessionale ma religiosa e umanitaria».

Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei Ministri

Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei Ministri

Intanto, stamani il presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi ha riferito sulla Brexit in Senato: «Il voto inglese – esordisce il premier – è un voto che pesa come un macigno nella storia europea. Se oggi, a dispetto di una larga parte delle previsioni e di un’affluenza straordinaria, il popolo britannico ha parlato, tutto possiamo fare tranne che fare finta di niente. Se passa il messaggio che il popolo vota e altrove si mette una pezza a ciò che popolo ha deciso, si mina la democrazia».

Insomma, l’esito referendario britannico non può essere ignorato o sottovalutato: «Chiaramente – precisa Renzi -, siamo di fronte a una vicenda storica e chi cercasse oggi di minimizzare o strumentalizzare ciò che è avvenuto commetterebbe un errore politico».

Intanto, domani lo stesso Matteo Renzi prenderà parte ad un nuovo vertice europeo: «Che dovrà essere concentrato – continua il presidente del Consiglio – sul rilancio dell’Europa e non sulle procedure di uscita del Regno unito».

Il premier ha poi rivolto un appello ad assumere una maggiore consapevolezza su quanto accaduto: «Non vorrei – conclude il premier – che si immagini un percorso di riflessione molto molto lungo, in attesa di un nuovo referendum. Quanto avvenuto riguarda la Gran Bretagna, lo rispettiamo così come rispetteremo quello che decideranno. Ma quello che dovrà fare l’Europa ora è smuoversi».

Questo perché il mondo sta cambiando velocemente. Un cambiamento da sfruttare: «Ciò che è avvenuto nel Regno unito – conclude Renzi – può essere la più grande occasione per l’Unione europea, se smettiamo di giocare sulla difensiva e dare al continente una nuova partenza ma occorre buon senso ed equilibrio. E l’Italia farà la sua parte».

Card. Vincent Nichols, primate cattolico inglese

Card. Vincent Nichols, primate cattolico inglese

Intanto c’è fibrillazione nella Chiesa cattolica d’Inghilterra e Galles, con il primate cattolico Vincent Nichols che ha definito la Brexit come un nuovo passaggio della storia, difficile per tutti: «La conferenza episcopale – annuncia il cardinale – prega perché chi è impegnato nel difficile compito di rispettare la volontà popolare espressa nelle urne, lavori con rispetto e civiltà, oltre le profonde differenze di opinione, perché i più vulnerabili siano sostenuti e protetti soprattutto coloro che sono facili vittime del traffico umano e di datori di lavoro senza scrupoli».

L’arcivescovo di Westminster ha anche ricordato la grande tradizione democratica del Regno Unito di rispettare la volontà degli elettori e ha detto di pregare: «Perché – conclude – le nostre nazioni costruiscano sulle tradizioni migliori di generosità e apertura agli stranieri e accoglienza di chi ha più bisogno di aiuto. Dobbiamo adesso lavorare duramente per dimostrare di essere buoni vicini e saper contribuire con decisione agli sforzi internazionali, per affrontare i problemi più critici del nostro mondo».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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