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“Caro Luca, non accomodarti mai: dovrai piegarti subito sui peccatori”

"È strano - commenta a caldo don Luca, al termine della funzione liturgica concelebrata da decine di presbiteri diocesani tra cui il suo parroco della sua comunità d’origine don Giampietro Pittarello -, al momento non ci sono parole, tutto quello che so è che cercherò di essere più docile possibile alla volontà del Signore"

Lo ha affermato ieri pomeriggio l’arcivescovo Valentinetti presiedendo, nella Cattedrale di San Cetteo, il rito di ordinazione sacerdotale di don Luca Di Domizio

Don Luca Di Domizio durante il rito di ordinazione sacerdotale

Era gremita ieri sera la Cattedrale pescarese di San Cetteo dai parrocchiani, amici, e parenti giunti dalla parrocchia di San Giovanni Bosco di Montesilvano e non solo, che hanno assistito alla solenne celebrazione eucaristica nella quale l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, ha conferito il sacramento dell’ordine presbiterale al diacono trentaduenne don Luca Di Domizio.

don Luca Di Domizio

don Luca Di Domizio

Ancora incredulo ed emozionato dopo essere finalmente diventato novello sacerdote, al termine del suo settennato di formazione presso il Seminario regionale Pio X di Chieti conclusosi con l’esperienza di servizio nella parrocchia di Santa Caterina da Siena in Pescara, a partire da settembre sarà il nuovo vicario parrocchiale di Loreto Aprutino al fianco del parroco don Cesare Krzyzyk: «È strano – commenta a caldo don Luca, al termine della funzione liturgica concelebrata da decine di presbiteri diocesani tra cui il suo parroco della sua comunità d’origine don Giampietro Pittarello -, al momento non ci sono parole, tutto quello che so è che cercherò di essere più docile possibile alla volontà del Signore».

L‘arcivescovo Valentinetti, presiede il rito

L‘arcivescovo Valentinetti, presiede il rito

La lunga cerimonia, ieri pomeriggio, si è aperta con il lungo corteo episcopale che ha attraversato il sagrato della Cattedrale, per poi farvi ingresso attraverso la Porta santa.

Fra i concelebranti, per molti ricorreva l’anniversario di ordinazione sacerdotale. Il più longevo di loro, don Palmerino Di Sciascio, è giunto al sessantasettesimo anniversario dal suo ingresso nel presbiterato: «Come sapete – esordisce l’arcivescovo Valentinetti, aprendo la liturgia eucaristica – nei giorni 28 e 29 giugno tanti sacerdoti festeggiano il loro anniversario di ordinazione, in base alla tradizione della nostra Chiesa diocesana che vuole si conferisca nella solennità dei Santi Pietro e Paolo questo sacramento. Preghiamo per tutti loro, innanzi tutto perché continuino a viver il ministero con gioia e sapienza, la sapienza che viene dall’alto, perché continuino a vivere la paternità su questo presbiterio in quanto questo è ad essi richiesto».

Mons. Gino Cilli, rettore uscente del Seminario regionale di Chieti, presenta don Luca

Mons. Gino Cilli, rettore del Seminario regionale di Chieti, presenta don Luca

Come da protocollo liturgico, la liturgia della Parola è stata anticipata dalla presentazione ufficiale del diacono don Luca Di Domizio, curata dal rettore uscente del Seminario regionale di Chieti monsignor Gino Cilli che ne ha anche tracciato la valutazione, in base ai criteri individuati dal canone 1.051 del Codice di Diritto canonico (retta dottrina, pietà genuina, buoni costumi e attitudine al ministero): «Quanto alla retta dottrina – osserva monsignor Cilli -, il nostro diacono ha conseguito la preparazione teologica necessaria, superando gli esami previsti e conseguendo il baccalaureato in Teologia lo scorso 15 giugno. Relativamente alla vita di pietà, don Luca ha continuato ad attendere alla direzione spirituale, alla preghiera liturgica ed alla meditazione quotidiana con maturità e fedeltà, anche quando era in parrocchia. Ha imparato a presiedere e a celebrare, ma deve prendere maggior confidenza con l’ars celebrandi. Quanto alle attitudini al ministero, egli ha provveduto a recarsi settimanalmente presso la parrocchia lui assegnata, presso la quale ha militato. Il parroco ha messo in evidenza che il giovane si è distinto per entusiasmo e spirito d’iniziativa. Ha dimostrato di essere pienamente disponibile ed obbediente a qualsiasi richiesta, anche al di là di delle sue stesse possibilità dando prova di collaborazione e intesa con tutti. Dal punto di vista della maturazione umana, il giovane gode di buona stima. Quanto all’integrità di vita, egli è capace di serene e costruttive relazioni umane. È generoso e buono, ma deve tenere un po’ a bada il pericolo dell’attivismo».

La Cattedrale di San Cetteo gremita dai fedeli

La Cattedrale di San Cetteo gremita dai fedeli

Un semplice e paterno consiglio, quest’ultimo, più che una critica: «Caro Luca – raccomanda il presule nell’omelia -, non accomodarti mai! Anche se il rettore ha detto, giustamente, che pecchi di super attivismo, e questo lo sapevamo già, però pensando bene a questo meglio sentirsi attivi che sentirsi seduti. Guai a sentirsi seduti! Perché la tentazione, mano a mano che si va avanti, di dire “Forse è uno dei profeti. Forse è Giovanni Battista. Forse è Elia” è molto forte in quanto, inevitabilmente, quando passa il tempo e finisce l’entusiasmo, la nostra vita rischia di accomodarsi».

Comunque, nella vita di don Luca Di Domizio, le premesse per interpretare a meglio la sua missione di sacerdote ci sono tutte: «Grazie agli stimoli ricevuti – aggiunge il rettore del Seminario regionale Pio X di Chieti -, e alle sollecitazioni provocate, Luca ha percorso un bel cammino e nella sua vita sono state poste le premesse, perché il dono della vocazione e la grazia del sacramento dell’ordine che oggi riceve, portino frutto. Gli auguriamo di non smettere di cercare Dio nella preghiera ogni giorno, di vigilare costantemente su di sé senza presumere nulla. Imitando la fede e l’umiltà della Vergine Maria e tenendo presente l’esempio della Beata Madre Teresa di Calcutta, di cui Luca è tanto devoto, potrà realizzare la sua vocazione di servire Cristo nei fratelli».

Il rito di presentazione del novello sacerdote

Il rito di presentazione del novello sacerdote

L’arcivescovo di Pescara-Penne, ha quindi individuato e riflettuto su alcuni messaggi che devono interrogare il novello presbitero, così come tutti i sacerdoti e il popolo di Dio: «Vivremo la precarietà – ricorda monsignor Tommaso Valentinetti -, anzi nella nostra vita molto spesso ci sentiamo incapaci, poveri, con le mani legate. Vorremmo sfuggire dalla tante precarietà e anche dai tanti condizionamenti che la vita, spesso, ci riserva, ma abbiamo una sola strada. Confidare nel Signore e nella sua potenza, sapendo molto chiaramente che il ministero che ci è stato affidato e che questa sera ti è stato affidato, carissimo Luca, non è di tua o nostra proprietà, ma è del Signore. È il ministero che il Signore ci ha affidato per insegnarci che la liberazione non viene dalle nostre capacità, ma viene dalla sua potenza ed è il riconsegnarci ancora una volta la parola del Vangelo e ancora una volta la mensa eucaristica. Doni preziosissimi, ma messi nelle nostre fragili mani».

I sacerdoti concelebranti impongono le mani su don Luca

I sacerdoti concelebranti impongono le mani su don Luca

Quindi il presule ha paragonato la figura del sacerdote a quella del primo apostolo Pietro: «Che – continua l’arcivescovo Valentinetti – alla domanda di Gesù “Chi dite che io sia?” risponde “Tu sei il Cristo, figlio del Dio vivente”. Dietro questa parola c’è senz’altro una grande professione di fede, ma c’è anche una verità profonda che Pietro non capirà subito e cioè che la sua vita, la tua vita, la nostra vita dovrà sempre conformarsi a Cristo. Ridire questa parola “Tu sei il Cristo, figlio del Dio vivente” non è solo fare professione di fede, non è solo dire “Sì, io adoro il Cristo, io annuncio il Cristo, ma vuol dire io conformo la mia vita a Cristo”».

Il Cristo che ci ha raccontato la misericordia del Padre: «Ti dovrai piegare da subito sui peccatori – avverte l’arcivescovo di Pescara-Penne, rivolgendosi a don Luca Di Domizio. E siccome sei un sacerdote novello i peccatori verranno in questi prossimi giorni molto numerosi, perché sanno che nei sacerdoti novelli la misericordia è maggiore».

Don Luca impartisce per la prima volta il sacramento dell‘Eucaristia

Don Luca impartisce per la prima volta il sacramento dell‘Eucaristia

Infine, in chiusura dell’omelia, ancora un invito rivolto a don Luca e a tutto il clero diocesano: «Che realmente – auspica monsignor Valentinetti – tu e noi, possiamo vivere questa meravigliosa esperienza dell’annuncio del Vangelo nella Chiesa. Sentiamoci uniti dentro questo cammino forte e rinnovato di evangelizzazione, che Papa Francesco sta chiedendo a tutti noi per far ascoltare forte  e chiara la parola “Tu sei il Cristo, figlio del Dio vivente”».

Al termine dell’omelia, si sono compiuti i suggestivi riti della litania dei santi e d’imposizione delle mani dei sacerdoti concelebranti, la preghiera consacratoria, la vestizione, l’unzione crismale, la consegna del pane e del vino e l’abbraccio finale con i concelebranti. Al termine, l’applauso scrosciante dell’assemblea e il primo sacramento dell’Eucaristia impartito da don Luca, che ha chiuso la celebrazione rivolgendo ai presenti un’ultima parola: «Esprimo un sentimento di gratitudine a tutti coloro che mi hanno aiutato ad arrivare a questo giorno».

About Davide De Amicis (4167 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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