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A Carnevale c’è di più…

Non si spegne l’attenzione e l’accompagnamento alle comunità ferite da terremoto e neve

Si terrà domani a Cermignano, paese sulla sponda teramana della diocesi, una festa in occasione del Carnevale. L’appuntamento è per le ore 16 presso il comune ed è stato organizzato da educatori e catechisti della parrocchia in collaborazione con alcuni operatori della Caritas Pescara-Penne e della Pastorale Giovanile.

Una festa che è segno di attenzione e vicinanza alla comunità colpita da terremoto e neve il mese scorso. In questo tempo non sono mancati incontri per ascoltare e monitorare la zona vestina e quella teramana che sono state le più colpite.

Un incontro con la comunità di Cermignano (Te)

Un incontro con la comunità di Cermignano (Te)

«Dopo aver provveduto ai primi interventi di emergenza – racconta don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana – abbiamo incontrato tutti i parroci per capire la situazione delle comunità. E’ stato un primo passaggio necessario per fare gli interventi più opportuni. In una di queste occasioni è nata l’idea di vivere insieme un momento di festa per Carnevale».

Ed è andata cosi anche per Farindola, altro luogo simbolo dell’emergenza, dove ieri si è tenuta una festa per grandi e bambini organizzata da alcuni giovani della Parrocchia di San Nicola vescovo, incontrati qualche settimana dopo il tragico 18 gennaio.

«Dalla prima osservazione dei bisogni – continua don Marco – è emersa subito la necessità di essere presenti, di farci prossimi e attivare le risorse migliori del territorio per ripartire con fiducia». Insieme al sostegno alle comunità attraverso ascolto e momenti di socializzazione e animazione come queste feste, ci sono altre altre tipologie di interventi che si stanno mettendo in campo con il sostegno di Caritas Italiana. Innanzitutto il sostegno alle famiglie, anche attraverso l’impiego di esperti, per un accompagnamento psicologico volto ad affrontare il senso della perdita e della precarietà; in secondo luogo il sostegno alle piccole attività economiche e alle persone che hanno perso il posto di lavoro attraverso la valorizzazione dei prodotti tipici, delle risorse del territorio con particolare attenzione alle realtà più fragili ed infine la costruzione di alcuni Centri di Comunità: strutture socio-pastorali per favorire momenti di incontro, confronto e condivisione e dare impulso alla partecipazione attiva delle persone in un’ottica di consolidamento delle relazioni.

«Stiamo incontrando comunità molto unite – conclude don Pagniello – che nonostante le difficoltà hanno un bellissimo spirito solidale e sono ricche di relazioni di amicizia e opportunità che ci fanno dire che insieme si può ripartire con speranza».

La fase della prima emergenza non è ancora conclusa a causa delle problematicità ancora presenti sul territorio a causa delle quali diverse persone non riescono ancora a rientrare nelle proprie abitazioni. Tuttavia si stanno compiendo i primi piccoli passi per provare a tornare alla quotidianità.