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Rifugiati: “L’incontro personale con loro dissipa paure e ideologie distorte”

"Visitare nelle nostre comunità un centro - propone la Fondazione Migrantes -, una realtà di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati. Una visita e un incontro personale che allargherà la conoscenza e aiuterà una relazione fraterna. Troppi luoghi comuni viziano l’informazione e le conoscenze del mondo dei migranti forzati che arrivano tra noi, nelle nostre città"

Lo ha affermato domenica Papa Francesco, durante l’Angelus, in occasione dell’odierna Giornata mondiale del rifugiato

Un gruppo di rifugiati sull'isola greca di Lesbo

«Oggi più che mai dobbiamo stare dalla parte dei rifugiati». Lo ha ripetuto Papa Francesco domenica all’Angelus, davanti a 20 mila fedeli, riferendosi all’odierna Giornata mondiale del rifugiato promossa dall’Onu: «L’attenzione concreta – sottolinea il Papa – va a donne, uomini, bambini in fuga da conflitti, violenze e persecuzioni. Ricordiamo anche nella preghiera quanti di loro hanno perso la vita in mare o in estenuanti viaggi via terra».

Papa Francesco

Da qui l’invito del Santo Padre: «Le loro storie di dolore e di speranza, possono diventare opportunità di incontro fraterno e di vera conoscenza reciproca. L’incontro personale con i rifugiati dissipa paure e ideologie distorte, e diventa fattore di crescita in umanità, capace di fare spazio a sentimenti di apertura e alla costruzione di ponti».

E oltre che dal Pontefice, anche dalla Fondazione Migrantes è giunta una proposta concreta per vivere questa giornata dedicata ai rifugiati: «Visitare nelle nostre comunità un centro – propone l’organismo pastorale della Cei -, una realtà di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati. Una visita e un incontro personale che allargherà la conoscenza e aiuterà una relazione fraterna. Troppi luoghi comuni viziano l’informazione e le conoscenze del mondo dei migranti forzati che arrivano tra noi, nelle nostre città».

Monsignor Giancarlo Perego, direttore generale Fondazione Migrantes

La Fondazione Migrantes ha poi ricordato come ogni giorno nel Mediterraneo vengono soccorsi e accompagnati ai porti, quando non inghiottiti dai flutti, centinaia di migranti in fuga, spesso vittime di trafficanti: «Con Papa Francesco, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato promossa dall’Onu – ribadisce la Migrantes – vogliamo ripetere che “oggi più che mai dobbiamo stare dalla parte dei rifugiati… donne, uomini, bambini in fuga da conflitti, violenze e persecuzioni”. Questa scelta preferenziale, chiede una concreta attenzione a costruire un sistema di accoglienza diffuso, con la responsabilità di tutti, che eviti sprechi e corruzione, che moltiplichi “le opportunità di incontro fraterno e di vera conoscenza reciproca”».

La crisi dei rifugiati oggi riguarda la vita e il destino di oltre 21 milioni di persone nel mondo: «La quasi totalità è accolta al di fuori dei paesi più ricchi, che non stanno facendo la loro giusta parte per aiutare. Attualmente solo 10 dei 193 paesi del mondo ospitano più della metà dei propri rifugiati». Sono dati diffusi da Amnesty international che, in occasione di questa ricorrenza, continua a chiedere alla comunità internazionale di intraprendere azioni concrete per sostenere la protezione dei rifugiati, attivare canali sicuri per richiedenti asilo e rifugiati e opportunità di mobilità per i migranti e creare un’alternativa alle pericolose traversate irregolari – riaffermando nel frattempo la necessità di garantire risorse e capacità adeguate per le attività di ricerca e soccorso in mare: «In assenza di canali sicuri e legali – denuncia l’ong -, sempre più persone in fuga da persecuzioni, conflitti e povertà continuano ad attraversare il Mediterraneo mettendo a rischio la vita, mentre i governi dei paesi europei stanno venendo meno all’obbligo di offrire loro sicurezza».

Per questo, oggi, in tutto il mondo si potrà manifestare solidarietà con le Ong impegnate a salvare vite in mare, condividendo sui social network le proprie foto con un cartello con la scritta #scelgodisalvarevite o #Ichoosetosavelives: «Stare dalla parte di chi è impegnato nelle operazioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale – aggiunge l’organizzazione umanitaria -, significa anche chiedere ai governi europei di destinare le risorse necessarie per le operazioni di ricerca e salvataggio, commisurate ai numeri delle partenze e da utilizzare dove necessario. Salvare vite, significa anche non stringere alcun accordo di cooperazione che rinforzi il sistema di detenzione in Libia o essere complici delle orribili violenze perpetrate sui migranti e sui richiedenti asilo in quel Paese». In numerose città italiane, tra cui Pescara in piazza Primo maggio, stasera alle 18 si terranno diversi flash-mob.

Muzoon Almellehan, prima ambasciatrice Unicef rifugiata

E ieri per la prima volta nella storia, alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato, l’Unicef ha annunciato la nomina dell’attivista per l’istruzione e rifugiata siriana Muzoon Almellehan, 19 anni, come sua nuova – e più giovane – Goodwill Ambassador. La nomina rende Muzoon la prima ambasciatrice Unicef con uno status di rifugiato. Muzoon viveva nel campo per rifugiati di Za’atari in Giordania: «Anche da bambina – racconta -, sapevo che l’istruzione era fondamentale per il mio futuro, dunque, quando ha dovuto lasciare la Siria, gli unici effetti personali che ho portato con me sono stati i miei libri scolastici. Da rifugiata, ho visto cosa succede quando i bambini sono costretti al matrimonio forzato o al lavoro manualerimangono esclusi dal percorso formativo e perdono possibilità per il loro futuro. Questo è il motivo per cui sono fiera di lavorare con l’Unicef per aiutare a dare voce a questi bambini e a portarli a scuola».

Justin Forsyth, vice direttore generale dell’Unicef

Muzoon è scappata dal conflitto in Siria con la sua famiglia nel 2013, vivendo come rifugiata per tre anni in Giordania prima di essere reinsediata nel Regno Unito. È stato durante i 18 mesi trascorsi nel campo di Za’atari che ha cominciato a difendere l’accesso all’istruzione per i bambini, in particolare per le ragazze: «La storia di Muzoon, una storia di coraggio e forza d’animo, è fonte d’ispirazione per tutti noi – dichiara Justin Forsyth, vice direttore generale dell’Unicef -. Siamo molto fieri della sua nomina».

Muzoon ha viaggiato recentemente con l’Unicef in Ciad, un Paese in cui le bambine che vivono in zone di conflitto e che non seguono un percorso formativo registrano un numero tre volte superiore a quello dei ragazzi. L’Unicef ricorda che nel mondo, ci sono quasi 50 milioni di bambini sradicati, “sperduti” – 28 milioni dei quali fuggiti dalle proprie case a causa di conflitti di cui non sono responsabili e altri milioni stanno migrando nella speranza di una vita migliore e più sicura.

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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