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Povertà sanitaria: nel 2017 +9,7% richieste di medicinali dai bisognosi

Un’indagine commissionata da Banco Farmaceutico a Doxa Pharma, condotta su un campione rappresentativo di utenti, che ha rilevato come in Italia una persona su tre è stata costretta a rinunciare almeno una volta ad acquistare farmaci o ad accedere a visite, terapie o esami. Nel 2015, oltre 13 milioni di italiani (un milione in più rispetto al 2014) hanno limitato il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per motivazioni di tipo economico: "In una fase storica tanto complicata - sottolinea Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco farmaceutico onlus -, caratterizzata dal persistere degli effetti della crisi, il Terzo settore e il mondo della solidarietà hanno bisogno di strumenti e competenze sempre più affinati per poter assolvere alla propria vocazione"

Emerge dal “Rapporto 2017 – Donare per curare: Povertà sanitaria e donazione farmaci”, promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus e BFResearch

Nuovo picco per la povertà sanitaria in Italia: nel 2017 la richiesta di medicinali da parte di 1.722 enti assistenziali è cresciuta del 9,7% (contro l’8,3% del 2016 e l’1,3% del 2015). Nel quinquennio 2013-2017 la richiesta è cresciuta complessivamente del 27,4%, a seguito del costante aumento di poveri assistiti. È quanto emerge dal “Rapporto 2017 – Donare per curare: Povertà sanitaria e donazione farmaci”, promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus e BFResearch, realizzato con il contributo incondizionato di Ibsa dall’Osservatorio donazione farmaci (organo di ricerca di Banco farmaceutico), presentato questa mattina a Roma presso la sede dell’Aifa. L’indagine si è avvalsa del contributo del comitato tecnico scientifico composto da Caritas italiana, Associazione Medicina e persona e Acli.

Complessivamente, gli enti aiutati hanno fornito farmaci a oltre 580 mila utenti. Si tratta mediamente del 12% dei poveri assoluti italiani, percentuale che sale al 21% al Nord. Dopo la grande crescita degli ultimi anni (+37,4% solo lo scorso anno), nel 2017 si assiste a un processo di stabilizzazione degli utenti, cresciuti ancora di circa il 4% rispetto al 2016. Tra i poveri assistiti, oltre all’aumento degli stranieri (+6,3%) quello dei minorenni (+3.2%). Gli under 18, in particolare, rappresentano il 21,6% degli utenti. La crescita maggiore si evidenzia tra i minorenni italiani (+4,5% in un anno, contro il +1,5% dei minori stranieri). Diminuiscono invece gli anziani assistiti (-5,2%), prevalentemente italiani (20,2%, contro il 9,2% di anziani stranieri). La componente maggiore degli assistiti è rappresentata comunque dagli adulti: il 65,2% del totale (59% tra gli italiani; 68,9% tra gli stranieri).

Un’indagine commissionata da Banco Farmaceutico a Doxa Pharma, condotta su un campione rappresentativo di utenti, che ha rilevato come in Italia una persona su tre è stata costretta a rinunciare almeno una volta ad acquistare farmaci o ad accedere a visite, terapie o esami; il 16% ha cumulato tutte le tipologie di rinuncia. Il 23% degli intervistati ha rinunciato almeno qualche volta ad acquistare farmaci. A rinunciare è soprattutto chi ha un titolo di studio basso (40,85%), chi ha più figli (42,1%) e chi vive al Sud (50,6%). Rinunciano casalinghe (40,2%), pensionati (39,8%) e – più di tutti – i lavoratori atipici (51,2%). Chi ha rinunciato a farmaci in 4 casi su 10 ha dovuto ridurre in modo molto consistente anche visite, terapie ed esami. Più ampia (26%) la platea di chi ha rinunciato almeno una volta a visite, esami o terapie. Poco meno della metà di questo sottogruppo ha dovuto rinunciare tre o più volte alla cura nel corso dell’anno. Anche dentro il perimetro degli utenti coperti dal Servizio sanitario nazionale ci sono problemi: più del 10% degli intervistati ha rinunciato a visite ospedaliere o a esami del sangue, non potendosi permettere il ticket.

Il Banco farmaceutico informa inoltre che nel 2015, le persone indigenti hanno potuto spendere per curarsi 29 centesimi al giorno, ovvero 106 euro all’anno (14 euro in meno rispetto all’anno precedente), contro i 695 euro (+13 euro) del resto della popolazione. Contestualmente, le famiglie povere hanno potuto spendere solo il 2,4% del proprio budget in salute (22,18 euro su 905.84 euro mensili), contro il 4,5% (111,92 euro su 2.498,58 euro mensili) delle famiglie non povere. Nel 2015, oltre 13 milioni di italiani (un milione in più rispetto al 2014) hanno limitato il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per motivazioni di tipo economico. Sono in questa condizione 20 famiglie non povere e 42 povere su 100.

Sergio Daniotti, presidente Fondazione Banco farmaceutico

Secondo l’Osservatorio sui medicinali (OsMed) di Aifa, le spese farmaceutiche totalmente a carico delle famiglie sono ammontate, nel 2016, a 8 miliardi 165 milioni di euro, ovvero il 37,1% della spesa totale (22 miliardi 58 milioni di euro). Significa che il Sistema sanitario nazionale, nonostante assolva in buona parte alla sua funzione universalistica, copre solamente il 62,9% di tale spesa: «In una fase storica tanto complicata  – sottolinea Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco farmaceutico onlus -, caratterizzata dal persistere degli effetti della crisi, il Terzo settore e il mondo della solidarietà hanno bisogno di strumenti e competenze sempre più affinati per poter assolvere alla propria vocazione».

A tal proposito, l’Osservatorio donazione farmaci, organo di ricerca di Banco, nasce per fornire un contributo di conoscenza a chi si occupa degli ultimi, ovvero gli enti assistenziali: «Il nostro contributo – conclude Daniotti – è a disposizione delle istituzioni e costituisce per esse un elemento di sostegno in termini di dati, analisi e previsioni, all’elaborazione delle politiche socio-sanitarie e degli strumenti necessari per soccorrere la popolazione più fragile».

About Davide De Amicis (3858 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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