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Istat: in Italia aumentano i matrimoni, ma calano le nascite

Poiché il legame tra nuzialità e natalità resta molto forte nel nostro Paese (il 70% delle nascite avviene all’interno del matrimonio), l’Istituto nazionale di statistica sottolinea che: «Ci si può attendere nel breve periodo un ridimensionamento del calo delle nascite, dovuto al recupero dei matrimoni». Ma nel 2016 sono nati oltre 12 mila bambini in meno rispetto all’anno precedente

Lo ha rilevato ieri l’Istat

Il picco negativo è stato nel 2014, anno in cui sono state celebrate soltanto 189.765 nozze (57 mila in meno rispetto al 2008), ma dal 2015 i matrimoni sono tornati a crescere (+4.612 rispetto all’anno precedente) e la tendenza si è rafforzata nel 2016 (+9 mila), quando le nozze hanno nuovamente superato quota 200 mila. Lo rileva l’Istat, che sottolinea anche una lieve ripresa della propensione al primo matrimonio: nel 2016 il tasso di “primo-nuzialità” maschile è arrivato al 449,6 per mille (contro il 421,1 del 2014) e quello femminile si è attestato sul 496,9 per mille (463,4 nel 2014).

Nel 2016 le prime nozze sono state 165.316, circa 6 mila in più rispetto al 2014, mentre dal 2008 al 2014 erano diminuite di oltre 53 mila. L’aumento osservato nell’ultimo biennio, sembra riguardare trasversalmente tutte le classi di età a partire dai 25 anni e, in misura più marcata, fino ai 36 anni. Sembra, quindi, essersi attenuata la tendenza a rinviare sempre più in avanti il momento delle prime nozze, anche se l’età degli sposi al primo matrimonio continua a crescere: gli sposi hanno in media 35 anni e le spose 32 (entrambi quasi due anni in più rispetto al 2008).

Poiché il legame tra nuzialità e natalità resta molto forte nel nostro Paese (il 70% delle nascite avviene all’interno del matrimonio), l’Istituto nazionale di statistica sottolinea che: «Ci si può attendere nel breve periodo un ridimensionamento del calo delle nascite, dovuto al recupero dei matrimoni». In effetti, secondo i dati provvisori relativi al periodo gennaio-giugno 2017, i nati sono “solo” 1.500 in meno rispetto allo stesso semestre del 2016 e si tratta della diminuzione più contenuta dal 2008.

Ma nel 2016 sono nati oltre 12 mila bambini in meno rispetto all’anno precedente. Dal 2008 (inizio della crisi) al 2016 l’Istat registra una diminuzione di oltre 100 mila nascite e il calo si spiega in larga misura (i tre quarti) con la diminuzione delle donne in età feconda, più che per la minore propensione ad avere figli. I dati diffusi oggi dall’Istituto nazionale di statistica, mostrano una denatalità che in un certo senso alimenta se stessa: «La fase di calo natalità avviatasi con la crisi – osserva l’Istat – è caratterizzata da una diminuzione soprattutto dei primi figli, passati da 238.922 nel 2008 a 227.412 nel 2016 (-20%)».

Si conferma anche la tendenza alla diminuzione della fecondità rilevata dal 2010. Il numero medio dei figli per donna scende a 1,34 (1,46 nel 2010), risultato dell’1,26 registrato tra le donne italiane e dell’1,96 tra le donne straniere residenti. Nel 2016, peraltro, sono scesi per la prima volta sotto quota 70 mila i bambini nati da genitori entrambi stranieri. Più lieve la diminuzione (-7 mila dal 2012) dei nati con almeno un genitore straniero, che nel 2016 risultano poco più di 100 mila (21,2% del totale). Tra i nati stranieri restano al primo posto i bambini rumeni (15.417), seguiti da marocchini (9.373), albanesi (7.798) e cinesi (4,692).

Analizzando le serie storiche, l’Istat rileva che il numero medio dei figli per donna continua a diminuire senza soluzione di continuità. Era 2,5 nei primissimi anni Venti, è sceso a 2 nelle generazioni dell’immediato secondo dopoguerra e per le donne della generazione del 1976 è stimato in 1,44. È aumentata notevolmente anche la quota di donne senza figli: nel 1950 era l’11,1% e in quelle della generazione del 1976 raggiungerà, alla fine del ciclo della vita riproduttiva, il 21,8%.

About Davide De Amicis (4380 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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