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Migranti: “A Londra ogni mese un italiano suicida, molti vivono in baracche”

"L’immigrazione - avverte monsignor Nunzio Galantino - rischia di essere ridotta, al massimo, a merce elettorale. Manca la possibilità di un confronto sereno, di un dialogo sulle ragioni di chi vuole o non vuole fare qualcosa"

Lo ha affermato oggi don Giovanni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes, in vista della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato di domenica

In Italia, oggi, il numero degli immigrati presenti nel nostro Paese è pari a quello dei nostri compatrioti all’estero: 5 milioni. A soffermarsi sulla particolare coincidenza è stato don Gianni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei, intervenuto oggi alla conferenza stampa di presentazione delle iniziative della Chiesa italiana per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, in programma domenica 14 gennaio: «A Londra – rivela il presbitero, citando il dato di uno dei cappellani che nelle oltre 366 missioni sparse nel mondo si occupa della cura pastorale degli italiani all’estero -, ogni mese in media c’è il suicidio di un italiano. Molti italiani vivono ancora nelle baracche. Quando il Papa parla di migranti, parla anche di questi italiani che sono all’estero e che molto spesso noi stessi dimentichiamo».

don Gianni De Robertis, direttore generale Fondazione Migrantes

Quanto al dato degli immigrati presenti in Italia, che rimane stabile sui 5 milioni: «Variano in maniera notevole i flussi di ingresso e di uscita – osserva De Robertis -, con 474 mila stranieri che sono diventati italiani, ma nel 2015 7 mila nuovi italiani che avevano acquisito la cittadinanza hanno cercato una nuova tappa migratoria».

Una parte consistente dei 5 milioni di immigrati risiede, inoltre, ormai stabilmente nel nostro Paese: «Nel 2016 – precisa il direttore generale della Fondazione Migrantes – sono stati 24.018 i matrimoni misti, gli unici matrimoni che aumentano in Italia».

Nelle nostre scuole, 814 mila bambini sono immigrati, il 60% dei quali nati sul nostro suolo: «Sono i nostri ragazzi – ricorda don Gianni De Robertis, riferendosi alla questione sullo Ius soli -, sono il presente e il futuro dell’Italia». Tra i punti critici: il lavoro degli stranieri viene pagato in media il 30% di meno rispetto a quello degli italiani, a parità di occupazione.

È stato poi il segretario generale della Conferenza episcopale italiana a rivolgere un monito alla stampa presente: «L’immigrazione – avverte monsignor Nunzio Galantinorischia di essere ridotta, al massimo, a merce elettorale. Manca la possibilità di un confronto sereno, di un dialogo sulle ragioni di chi vuole o non vuole fare qualcosa».

Un grido d’allarme, questo, dettato da un clima non ideale: «Il rispetto dell’autonomia della politica – aggiunge Galantino – non può impedire alla Chiesa di annunciare il Vangelo, tutto il Vangelo, anche quello dove c’è scritto “Ero forestiero e mi avete ospitato”. O stiamo su questa linea, o stiamo fuori. Sta a chi governa decidere le strategie e i livelli di intervento. Noi dobbiamo fare la nostra parte e, come ogni cittadino, il credente è chiamato a vigilare su chi ci governa».

Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei

Quindi un appello rivolto direttamente alla classe politica, in vista delle imminenti elezioni del 4 marzo: «La gente – sottolinea monsignor Galantino – ha bisogno di sentire promesse, ma che siamo realizzabili. La Chiesa è d’accordo con ciò che pensa la gente comune, che fatica oggi a guardare prospettive di futuro per la propria vita e i propri figli».

In particolare, famiglia e lavoro sono le priorità indicate, non da oggi, dalla Chiesa italiana: «Servono – insiste il segretario generale della Cei, denotando che oggi la denatalità sta diventando un serio dramma – politiche familiari reali, credibili, vere, affinché la famiglia fondata su padre, madre e figli non smetta di esistere ma abbia la possibilità di svilupparsi».

Infine, la grande emergenza del lavoro: «Rischiamo di essere demagogici – conclude il presule -, se non troviamo gente che si impegni sul serio su questi temi, attraverso proposte realizzabili».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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