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“Migranti e autoctoni più felici dove l’immigrazione è accettata”

"Il problema - ammonisce monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia dell Scienze – è che oggi cerchiamo solo soddisfazione personale, senza preoccuparci degli altri. È importante invece impegnarsi per la felicità di tutti e includere gli altri nella nostra felicità"

Lo ha riferito la società Gallup, con il proprio Indice di accettazione dei migranti, alla presentazione del World Happiness Report 2018

Per la prima volta è la Finlandia a posizionarsi in cima alla classifica dei Paesi più felici. Anche gli immigrati che vivono sul suo territorio risultano i più felici al mondo, per lo meno rispetto ai 117 Paesi considerati, quelli con un numero di immigrati abbastanza alto da consentire l’individuazione di campioni sufficientemente consistenti. Completano la “top ten” della classifica sulla felicità complessiva (156 in totale i Paesi monitorati) Norvegia, Danimarca, Islanda, Svizzera, Olanda, Canada, Nuova Zelanda, Svezia e Australia. Gli Stati Uniti si piazzano al 18° posto, perdendo quattro posizioni rispetto all’anno precedente. A rivelarlo è il World Happiness Report 2018, realizzato dal Sustainable Development Solutions Network delle Nazioni Unite e dalla Fondazione Ernesto Illy e presentato nei giorni scorsi in Vaticano – presso la Casina Pio IV, sede della Pontificia accademia delle scienze – in occasione dell’odierna Giornata mondiale della felicità proclamata dall’Onu.

Mons. Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere Pontificia accademia delle scienze

Il report è stato pubblicato per la prima volta nel 2012 in occasione del meeting di alto livello delle Nazioni Unite su felicità e benessere: «Il problema della felicità è il vero problema dell’umanità – osserva nel suo saluto l’arcivescovo Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia -. Nei Vangeli Cristo parla della felicità nel celebre discorso della montagna. Non solo felicità individualistica ma nel rapporto con gli altri e con la natura, cuore del messaggio di Papa Francesco che ricorda, secondo monsignor Sorondo, come la felicità sia  legata all’esercizio delle virtù, in particolare giustizia e carità: «Il problema – ammonisce il cancelliere – è che oggi cerchiamo solo soddisfazione personale, senza preoccuparci degli altri. È importante invece impegnarsi per la felicità di tutti e includere gli altri nella nostra felicità».

John Halliwell, curatore del rapporto – Foto University of British Columbia

Esaminando più approfonditamente lo studio, sono emersi spunti particolarmente interessanti: «Il dato che colpisce di più – sottolinea John Helliwell dell’Università della Columbia Britannica nonché curatore del report – è la generale corrispondenza tra la felicità degli immigrati e quella degli abitanti». Il report comprende quattro capitoli dedicati alla migrazione, sia interna sia internazionale, che misurano la felicità dei migranti, quella delle famiglie lasciate nei Paesi di origine e quella degli abitanti di città e Paesi che ospitano i migranti. I primi dieci Paesi della classifica 2015-2017 sulla felicità complessiva – Finlandia, Norvegia, Danimarca, Islanda, Svizzera, Olanda, Canada, Nuova Zelanda, Svezia e Australia – si collocano anche nei primi 11 posti della classifica sulla felicità degli immigrati (misurata grazie a sondaggi realizzati tra il 2005 e il 2015): «Sebbene gli immigrati provengano da Paesi con livelli di felicità molti diversi tra loro – spiega Helliwell -, i giudizi che emergono dai sondaggi sulle loro vite tendono a convergere su quelli degli altri residenti dei loro nuovi Paesi. Chi sceglie Paesi più felici ‘vince’, mentre chi sceglie Paesi meno felici ‘perde’».

L’avvicinamento al livello di felicità della popolazione autoctona non è, tuttavia, completo, perché si registra un effetto impronta derivante dai livelli di felicità dei Paesi in cui i migranti sono nati. In genere, i migranti si spostano verso Paesi più felici; di conseguenza, in media, aumentano la propria felicità: «Tuttavia – si legge nel report -, l’effetto impronta fa sì che gli immigrati siano leggermente meno felici del resto della popolazione dei Paesi più felici e che siano più felici delle popolazioni locali dei Paesi meno felici». Secondo quanto misurato dalla società Gallup, con il proprio Indice di accettazione dei migranti: «Sia gli immigrati sia le popolazioni che li ospitano – conclude – risultano più felici laddove l’immigrazione è accettata più facilmente».

About Davide De Amicis (4358 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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