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Papa Francesco? “Non una parentesi, ma un passaggio d’epoca eccezionale”

"Chiunque accusi Francesco di essere un populista o un marxista - afferma il cardinale Bassetti -, dimostra non solo la sua malafede e la protervia, ma soprattutto la sua gigantesca ignoranza. Bergoglio è un Pontefice fortemente critico nei confronti di una visione dogmatica ed assolutista che vuole un’economia capitalista svincolata da ogni legge etica, così come si è avvenuta affermando negli ultimi decenni. È una critica dura verso quella sorta di “potere ingovernabile” che Francesco, sulla scorta delle intuizioni di Guardini, ha chiamato come il “paradigma tecno-economico”

Lo ha affermato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, presentando il volume “Jorge Mario Bergoglio. Una biografia intellettuale” (Jaca Book) di Massimo Borghesi

Car. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei

«La semplicità del Papa è la semplicità del pastore che vive immerso in una moderna megalopoli – tutto l’opposto dell’immagine da curato di campagna che a volte alcuni critici gli hanno cucito addosso -; è la semplicità di un Vangelo espresso sine glossa e in modo kerygmatico; è la semplicità, infine, frutto di una riflessione profonda e originale che, però, per essere compresa fino in fondo, per essere diffusa tra il popolo di Dio, deve essere comunicata in modo intelligente e adatto ai tempi».

Lo ha affermato lunedì sera il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nel corso della presentazione, a Perugia, del volume “Jorge Mario Bergoglio. Una biografia intellettuale” (Jaca Book) di Massimo Borghesi. Bassetti ha iniziato la sua riflessione dalla prima “semplicità”: «Che – spiega – identifica, al tempo stesso, un atteggiamento pastorale, un modo nuovo di porsi, sempre più vicino alla gente comune, ma anche una delle critiche ricorrenti su questo pontificato. Francesco, sostengono alcuni critici, è un Papa che parla in modo troppo semplice e dietro questa semplicità si maschererebbe una scarsa preparazione teologica del Pontefice». Ma il cardinale ha rilevato che, per dirla con le parole dell’autore del libro Borghesi: «Il linguaggio di Bergoglio è semplice, perché vuole essere semplice».

Un secondo passaggio è stato dedicato alla riflessione di Francesco sul potere nel mondo contemporaneo: «Ci troviamo di fronte – osserva Bassetti – ad uno dei temi più importanti di questo pontificato, come è ampiamente dimostrato nell’Evangelii gaudium e nella Laudato si, e che trova radici profonde nella biografia intellettuale di Bergoglio. Anche su questo punto voglio essere estremamente chiaro. Chiunque accusi Francesco di essere un populista o un marxista, dimostra non solo la sua malafede e la protervia, ma soprattutto la sua gigantesca ignoranza. Un’ignoranza fattuale e testuale su cui occorre meditare seriamente, se non altro per la zizzania che è stata seminata tra il popolo di Dio. Bergoglio è un Pontefice fortemente critico nei confronti di una visione dogmatica ed assolutista che vuole un’economia capitalista svincolata da ogni legge etica, così come si è avvenuta affermando negli ultimi decenni. È una critica dura verso quella sorta di “potere ingovernabile” che Francesco, sulla scorta delle intuizioni di Guardini, ha chiamato come il “paradigma tecno-economico”. Un sistema di potere – privo della tensione verso Dio e verso l’umano – che riduce l’uomo e l’oikos, la nostra casa comune, a semplici oggetti da sfruttare in modo illimitato. Questa sorta di pensiero dominante, al tempo stesso nichilista e consumista, che è diventato anche un sistema di potere diffuso che produce ingiustizia e “inequità”, rappresenta nella visione di Francesco una delle grandi sfide per il mondo cattolico dei tempi odierni».

A detta del presidente dei vescovi italiani, nella conferenza di Aparecida e nell’elezione di Francesco: «Prendono forma, in modo nuovo e imprevisto – continua il porporato – la Populorum progressio di Paolo VI, la Ecclesia in America e la Novo millennio ineunte di Giovanni Paolo II e, infine, la cosiddetta storiografia del profondo di La Pira».

Bassetti ha poi rilevato che sebbene è un figlio di migranti che lasciano l’Italia in povertà per cercare una speranza nel continente della Vergine Morena: «Bergoglio – riconosce il cardinale – è profondamente caratterizzato da una formazione prettamente sudamericana, che però è anche europea. Respira la vivacità e la tradizione del vecchio continente, la gravità e l’eredità storica. Tutto questo complesso deposito culturale viene però declinato e riletto da un angolo prospettico nuovo, l’America del Sud, una periferia del mondo globalizzato. E il Sud del mondo rappresenta oggi, anche solo da una prospettiva numerica, una nuova realtà sempre più numerosa, che non può non interrogare le Chiese di più antica tradizione, ovvero quelle europee».

E se i 2/3 dei cattolici del pianeta vive ormai nelle periferie del pianeta, nel Sud del mondo, secondo Bassetti, non è certo un caso se dal Sud America negli ultimi anni è iniziata una nuova storia per la Chiesa e per il papato: «Perché – sostiene – a mio avviso di questo si tratta, questo pontificato non è una semplice parentesi storica, ma segna un passaggio d’epoca eccezionale di cui noi oggi riusciamo a cogliere solo alcuni tratti. E spesso quelli più superficiali. Forse quelli più facili da comprendere. Come sempre capita, la spiegazione più semplice non è quella giusta. Anzi in un tale “cambiamento d’epoca” la spiegazione più semplice rischia di essere quella più fuorviante».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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