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Immigrazione: “Il Paese vive un’isteria collettiva che minaccia migranti e Ong”

"Ci è completamente sfuggita la profondità del cambiamento della società – denota il sociologo Mario Morcellini -, sempre più legata alla formula della “public ignorance”, con l’ignoranza diventata arroganza"

Lo ha affermato ieri a Roma monsignor Francesco Soddu, direttore Caritas italiana, presentando la XXVII edizione Rapporto immigrazione curato da Caritas e Migrantes

«Il Paese sembra aver perso la bussola in preda ad una sorta di isteria collettiva, che va compresa e non stigmatizzata. Siamo molto preoccupati per la costruzione di tanti luoghi comuni, voci, minacce e intimidazioni contro i richiedenti asilo, i migranti e le Ong, dipinte come il nemico numero 1». È l’allarme lanciato ieri a Roma da monsignor Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, durante la presentazione del XXVII edizione Rapporto immigrazione curato da Caritas e Migrantes, intitolato “Un nuovo linguaggio per le migrazioni”: «Il bene comune e la solidarietà, valori che dovrebbero essere alla base della politica e della costruzione di un Paese, vengono invece messi in discussione – osserva monsignor Soddu –. È difficile contare quante parole d’odio vengono dette in Europa e in America, mentre il dibattito è alimentato da una narrazione distorta».

don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana

Il direttore di Caritas italiana ha anche criticato la testata che ha diffuso una notizia secondo cui la Caritas, con l’accoglienza dei profughi della nave Diciotti, avrebbe incassato 1,8 miliardi di euro: «Sono numeri al lotto – precisa –, il cui unico fine è screditare il lavoro dei volontari. In questo modo, si stanno gettando le basi di una società dell’esclusione fondata sulla fake news. Dire che i migranti muoiono in mare a causa dei trafficanti e non dire che muoiono anche per la mancanza di un dispositivo di salvataggio è una mezza verità. Come pure è una mezza verità dire che le realtà che lavorano nell’accoglienza lucrano sui migranti, mentre solo una piccola parte delle cooperative sono state indagate e condannate».

Sull’immigrazione, a suo dire: «C’è un approccio a bassa programmazione centrato sulle emergenze – aggiunge -, per cui il faro dei media viene acceso solo in caso di aggressioni, proteste. Questo distoglie dai nodi veri, che rimangono insoluti e lontani dal bene comune». Da qui un monito: «Bisogna contrastare – esorta Soddu – questa deriva culturale con tutti gli strumenti utili».

Mons. Guerino Di Tora, presidente della Fondazione Migrantes

E anche monsignor Guerino Di Tora, vescovo ausiliare di Roma e presidente della Fondazione Migrantes, ha notato quanto in questo momento sia «in corso un abbrutimento del linguaggio che non permette di risolvere i problemi. Il linguaggio, che dovrebbe servire per dialogare e confrontarsi, diventa invece un mezzo per creare profonde divisioni nella società».

Venendo ai dati del Rapporto Immigrazione, si evince come la narrazione del fenomeno migratorio in Italia è: «Sempre più correlata – si legge – agli eventi di natura politica che coinvolgono il Paese. Colpisce constatare che la sensazione di minaccia alla sicurezza e all’ordine pubblico, ricondotta all’immigrazione, sperimenta dal 2013 una crescita costante». Il monitoraggio delle notizie riguardanti l’immigrazione apparse nei telegiornali di prima serata delle reti Rai, Mediaset e La7 rivela che in dodici anni i riferimenti all’immigrazione sono aumentati infatti di oltre dieci volte, passando dalle 380 notizie del 2005 alle 4.268 del 2017.

Nel corso del 2017 i telegiornali di prima serata si soffermano per lo più sui flussi migratori (40%), riservando quasi la metà delle notizie ai numeri e alla gestione degli sbarchi sulle coste italiane. Questo nonostante tra il 1° gennaio e il 31 agosto 2018 sia sbarcato in Italia l’80% di migranti in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. Un ulteriore 34% dei servizi telegiornalistici è dedicato a questioni che mettono in relazione immigrazione, criminalità e sicurezza. Al terzo posto le “buone notizie” con il racconto dell’accoglienza, al quale nel 2017 è riservato l’11% delle notizie.

L’Italia, con 5.144.440 immigrati regolarmente residenti sul proprio territorio (8,5% della popolazione totale residente in Italia) si colloca al 5° posto in Europa e all’11° nel mondo. Le comunità straniere più consistenti sono quella romena (1.190.091 persone, pari al 23,1% degli immigrati totali), quella albanese (440.465, 8,6% del totale) e quella marocchina (416.531, 8,1%). I cittadini stranieri risultano risiedere soprattutto nel Nord-Ovest della Penisola (33,6%) e a diminuire nel Centro (25,7%), nel Nord-Est (23,8%), nel Sud (12,1%) e nelle Isole (4,8%). Le regioni nelle quali risiede il maggior numero di cittadini stranieri sono la Lombardia (1.153.835 cittadini stranieri residenti, pari all’11,5% del totale), il Lazio (679.474, 11,5%), l’Emilia-Romagna (535.974, 12%), il Veneto (487.893, 10%) e il Piemonte (423.506, 9,7%). Le province con i numeri più alti sono Roma (556.794, 12,8%), Milano (459.109, 14,2%), Torino (220.403, 9,7%), Brescia (156.068, 12,4%) e Napoli (131.757, 4,3%).

Ciononostante, l’Italia è stata al primo posto tra i Paesi dell’Unione europea per numero di acquisizioni di cittadinanza nel 2015 e 2016 ma al 31 dicembre 2017, su un totale di 146.605 acquisizioni di cittadinanza di stranieri residenti (il 50,9% donne) sono diminuite del 27,3% rispetto al 2016. Secondo i dati Eurostat, nel 2016 gli stranieri residenti che hanno acquisito la cittadinanza nell’area dei Paesi Ue-28 sono 994.800, con un aumento, rispetto al 2015, del 18,3%. Nell’anno scolastico 2016-2017 gli alunni stranieri nelle scuole italiane sono invece 826.091 (di cui 502.963 nati in Italia, il 60,9%), in aumento rispetto all’anno scolastico 2015-2016 di 11.240 unità (+1,4%). Nell’anno scolastico 2016-2017, la scuola primaria accoglie la maggiore quota di alunni stranieri: 302.122, il 36,6% del totale. La maggiore incidenza è nelle regioni del nord.

Nel corso del 2016 sono stati celebrati 25.611 matrimoni con almeno uno dei coniugi straniero (12,6% del totale dei matrimoni), in leggero aumento rispetto al 2015 (+0,2%). Nel 56,4% dei casi lo sposo è italiano. A fine 2017 i bambini nati da genitori entrambi stranieri risultano 67.933 (14,8% del totale delle nascite). Diminuisce il numero medio di figli delle cittadine straniere, pur mantenendosi su livelli più elevati di quelli delle italiane (1,95 rispetto a 1,27 nel 2017).  In Italia gli occupati stranieri sono 2.430.000, di cui il 67,3% extra-Ue. Gli stranieri in cerca di occupazione sono 415.229, gli inattivi stranieri 1.255.187. Secondo dati della Fondazione Ismu su un totale di 5.144.440 stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2018, i musulmani sono poco meno di 1 milione e mezzo, pari al 28,2% del totale degli stranieri.

I cristiani complessivamente sono il doppio, quasi 3 milioni, in aumento di circa 50 mila unità negli ultimi due anni. Nel complesso il 57,7% dei cittadini stranieri residente in Italia è cristiano. Nel 2017 sono 38,6 milioni i cittadini stranieri residenti nell’Unione europea (30,2% del totale dei migranti a livello globale). Il Paese europeo che nel 2017 ospita il maggior numero di migranti è la Germania (oltre 12 milioni), seguita da Regno Unito, Francia e Spagna.

Riguardo alla frequentazione dei Centri di ascolto della Caritas, al Nord e Centro Italia la maggior parte delle persone che chiedono aiuto sono immigrate. Al Sud è il contrario. Nel corso del 2016, infatti, le persone accolte ed accompagnate presso i Centri di ascolto della Caritas sono state 205.090, un dato che comprende anche i quasi 16 mila profughi ascoltati dalla sola diocesi di Ventimiglia-Sanremo. Come in passato, anche nel 2016 nel Nord e nel Centro Italia il profilo sociale delle persone aiutate coincide per lo più con quello degli immigrati (rispettivamente il 62,6% e il 62,1% del totale); nel Mezzogiorno, invece, chiedono aiuto soprattutto le famiglie di italiani (68,1%). In questi anni di crisi economica, tuttavia, anche le regioni del Nord e del Centro hanno rilevato un incremento evidente del peso degli italiani. Tra gli stranieri sono due le nazionalità prevalenti, in linea con gli anni passati: quella marocchina (19,2%) e quella romena (13,6%).

Oliviero Forti, responsabile Immigrazione di Caritas Italiana

Caritas italiana ha inoltre criticato il decreto sicurezza firmato da Matteo Salvini: «Al di là del fatto – osserva Oliviero Forti, responsabile dell’area immigrazione di Caritas italiana – che la revoca della cittadinanza per chi ha commesso reati solleva dubbi di anticostituzionalità, la responsabilità di quanto sta accadendo non è solo di chi ha firmato oggi il decreto Salvini ma anche di chi, durante la scorsa legislatura, aveva la possibilità di approvare la legge e non l’ha fatto».

Secondo i dati del rapporto illustrati da Simone Varisco, della Fondazione Migrantes, negli ultimi tre anni l’Italia risulta ancora al primo posto tra i Paesi Ue per numero di acquisizioni di cittadinanza. Ma se nel 2016 sono state oltre 201.000, al 31 dicembre 2017 le acquisizioni di cittadinanza sono scese a 146.605 (di cui il 50,9% donne) con un calo del 27,3%. Rispondendo alle domande dei giornalisti, Forti ha osservato che «il tema dell’immigrazione è purtroppo un grimaldello che funziona in termini di consenso in ogni ambito del dibattito pubblico, a detrimento di una parte della comunità».

Il giornalista del Tg1 Paolo Di Giannantonio ha poi lanciato una provocazione: «Per quale motivo nel Paese più cattolico del mondo il favore delle urne è andato a partiti che fanno una politica razzista? Stiamo accanto alle frange sociali più deboli che subiscono e vengono travolte dall’impatto del fenomeno immigrazione, per non facilitare questa guerra tra poveri. Altrimenti il dibattito mediatico sarà sempre polarizzato tra chi fa vedere solo il nigeriano che violenta e chi, al contrario, solo la nigeriana che muore in mare». Il sociologo Mario Morcellini, commissario Agcom, ha ammesso che se i trend migratori degli ultimi 20 anni erano chiari: «Ci è completamente sfuggita la profondità del cambiamento della società – denota -, sempre più legata alla formula della “public ignorance”, con l’ignoranza diventata arroganza».

About Davide De Amicis (4360 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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