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San Nunzio Sulprizio: “Il santo giovane coraggioso che ha incontrato Gesù nella sofferenza”

"È stata una grande emozione – commenta l'arcivescovo Valentinetti -, perché non mi sarei mai aspettato di essere il vescovo che avrebbe praticamente accompagnato la canonizzazione di un nostro conterraneo lontano nel tempo, ma dal messaggio di vita bellissimo che investe a 360 gradi la vita delle persone. Ai giovani indica di non aver paura della vita, sapendo interpretare il lavoro anche quando diventa difficile e sapendo accogliere anche l’evento più difficile, qual è la malattia. In tutto questo San Nunzio ha dato un esempio straordinario, trasformando tutto questo in evangelizzazione e carità, tanto da suscitare l’interesse e ammirazione da parte di chi lo vedeva all’Ospedale degli incurabili vivere una santità eroica ed una vita di fede non indifferente"

Lo ha affermato oggi Papa Francesco dopo aver canonizzato, in piazza San Pietro, il primo santo di origini pescaresi

Il drappo con l'immagine di San Nunzio Sulprizio sulla loggia maggiore di San Pietro

«Il nostro ragazzo napoletano (d’origine pescarese) Nunzio Sulprizio! Il santo giovane coraggioso, umile, che ha saputo incontrare Gesù nella sofferenza, nel silenzio e nell’offerta di se stesso».

Papa Francesco durante la liturgia – Foto Romano Siciliani

Con queste parole ieri Papa Francesco ha tratteggiato ed esaltato la figura del primo santo pescarese, nato a Pescosansonesco il 13 aprile 1817 e morto a Napoli il 5 maggio 1836 in seguito ad una tubercolosi ossea a 19 anni, pronunciando l’omelia della messa durante la quale l’ha canonizzato con altri sei beati: «Ad onore della Santissima Trinità – afferma il Papa, recitando la formula di proclamazione -, per l’esaltazione della fede cattolica e l’incremento della fede cristiana, con l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e nostra, dopo aver lungamente riflettuto e invocato più volte l’aiuto divino e ascoltato il parere di molti nostri fratelli nell’episcopato, dichiariamo e definiamo santi i beati Paolo VI, Oscar Arnulfo Romero, Francesco Spinelli, Vincenzo Romano, Maria Caterina Kasper e Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù e li iscriviamo nell’albo dei santi e stabiliamo che in tutta la Chiesa essi siano devotamente onorati tra i santi, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo».

Il sagrato di San Pietro sovrastato dai drappi dei sette santi – Foto Romano Siciliani

Il rito di proclamazione, è stato anticipato dalla richiesta di canonizzazione e dalla lettura di una breve biografia dei nuovi santi da parte del cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, in presenza del postulatore della causa di canonizzazione don Antonio Salvatore Paone: «Il Beato Nunzio Sulprizio – ricostruisce – nacque a Pescosansonesco, in provincia di Pescara, il 13 aprile 1817. Rimasto orfano di entrambi i genitori, a 6 anni fu accudito dalla nonna materna che gli insegnò a cercare Gesù, presente nell’eucaristia, e ad invocare la Vergine santissima. Ben presto anche la nonna morì e Nunzio venne affidato ad uno zio presso il quale lavorò come fabbro. Il duro lavoro e i maltrattamenti subiti lo fecero ammalare di tubercolosi ossea. Trasferitosi a Napoli e ricoverato all’Ospedale degli incurabili, poté finalmente ricevere la prima comunione tanto desiderata. La malattia degenerò rapidamente e la morte sopraggiunse il 5 maggio 1836. Nunzio aveva appena 19 anni. Il Sommo pontefice Leone XIII decretò l’eroicità delle virtù nel 1890, proponendolo come modello per i giovani. L’1 dicembre 1963 il Sommo pontefice Paolo VI lo proclamò Beato».

L’arcivescovo Valentinetti tra i concelebranti – Foto Tg1/Vatican media

A concelebrare il rito solenne insieme al Papa, sul sagrato di San Pietro, c’era anche l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti: «È stata una grande emozione – commenta emozionato -, perché non mi sarei mai aspettato di essere il vescovo che avrebbe praticamente accompagnato la canonizzazione di un nostro conterraneo lontano nel tempo, ma dal messaggio di vita bellissimo che investe a 360 gradi la vita delle persone. Ai giovani indica di non aver paura della vita, sapendo interpretare il lavoro anche quando diventa difficile e sapendo accogliere anche l’evento più difficile, qual è la malattia. In tutto questo San Nunzio ha dato un esempio straordinario, trasformando tutto questo in evangelizzazione e carità, tanto da suscitare l’interesse e ammirazione da parte di chi lo vedeva all’Ospedale degli incurabili vivere una santità eroica ed una vita di fede non indifferente. È stata un’emozione anche perché Nunzio è stato canonizzato insieme a due giganti della fede, Paolo VI e monsignor Romero, ma questo fanciullino si è inserito facendo capire come le cose più piccole e semplici siano le più grandi. E poi la concomitanza con la canonizzazione di Paolo VI, che l’1 dicembre 1963 lo beatificò durante un evento straordinario qual è stato il Concilio ecumenico Vaticano II. Inoltre, Nunzio viene canonizzato in pieno Sinodo, in cui si sta riflettendo sul discernimento vocazionale nella vita dei giovani. Non poteva che essere diversamente, anzi, la canonizzazione del Beato Nunzio è apparsa come più che opportuna, proprio per dare ai padri sinodali un segnale su quali scelte è necessario puntare perché i giovani percorrano la via della fede e poi, per quelli che il Signore vorrà, anche la via della santità».

Don Mauro Pallini, rettore del Santuario di San Nunzio

Durante lo scambio della pace, l’arcivescovo ha anche avvicinato il Papa gettando l’amo per una sua futura visita a Pescara: «Abbracciandolo – racconta il presule – l’ho ringraziato e gli ho detto che lo aspettiamo. Ora ci sarà da fare qualche passo ufficiale, ma con calma e senza pretese, visti i suoi tanti impegni». In piazza San Pietro c’erano anche 3 mila fedeli pescaresi, di cui 330 sono arrivati prima dell’alba da Pescosansonesco e Torre de’ Passeri, accompagnati dal rettore del santuario don Mauro Pallini: «Arrivando – racconta – già vedere il drappo con l’immagine del Beato Nunzio è stata una grande gioia. Poi, quando Papa Francesco ha pronunciato la formula di canonizzazione, c’è stato un brivido nel nostro cuore. La gente si è commossa, ha alzato gli occhi al cielo per ringraziare Dio e guardare sorridente San Nunzio».

I 330 pellegrini di Pescosansonesco e Torre de’ Passeri

Nel frattempo, a Pescosansonesco mille fedeli hanno gremito il santuario per seguire la diretta televisiva e partecipare alla successiva messa, celebrata dal vicario episcopale per la carità don Marco Pagniello. E proprio nel Santuario di San Nunzio Sulprizio, domenica 11 novembre alle 11, avrà luogo la messa di ringraziamento prima della quale, alle 10.30, l’arcivescovo Valentinetti deporrà sull’effige del santo l’aureola e consegnerà al rettore la bolla di canonizzazione firmata da Papa Francesco.

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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