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“Egoismi, chiusure e interessi minacciano la pace”

«Di qui - il forte invito di Perego in conclusione - a pregare con le parole di Paolo VI, 50 anni fa, contro questi pericoli, nel ricordo per chi è morto, per chi è stato ucciso poiché la pace non è stata salvaguardata».

Lo ha affermato monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio

Salvaguardare, difendere ed educare alla cultura della pace, prestando massima attenzione verso i  quattro pericoli che, ancora oggi, costantemente la minacciano.  A richiamarli è stato monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nel messaggio con il quale ha introdotto il concerto svoltosi domenica sera nella Basilica di S. Maria in Vado a Ferrara, in memoria delle vittime della prima Guerra mondiale, definita da Benedetto XV, ‘inutile strage’.

monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio

«C’è – afferma Perego – la necessità  di difendere la pace nei confronti di quattro pericoli, che sempre la minacciano».

«Anzitutto – sottolinea –  quello della sopravvivenza degli egoismi nei rapporti tra le nazioni: chiusure, interessi, nazionalismi ritornano anche oggi e minacciano la pace; e senza Europa la pace è ancora più in pericolo. Quindi il pericolo delle violenze, a cui alcune popolazioni possono lasciarsi trascinare per la disperazione nel non vedere riconosciuto e rispettato il loro diritto alla vita e alla dignità umana: la rabbia dei poveri di chi ha perso tutto, i propri cari e i propri beni e non ha più speranza».

«E ancora – precisa – il pericolo, oggi tremendamente cresciuto, del ricorso ai terribili armamenti sterminatori; oggi ancora più grave con le armi di distruzione di massa, come viene richiamato spesso nelle parole magisteriali di Papa Francesco. Infine il pericolo di credere che le controversie internazionali non siano risolvibili per le vie della ragione, cioè delle trattative fondate sul diritto, la giustizia, l’equità, ma solo per quelle delle forze deterrenti e micidiali: il rischio della mancanza di dialogo, di accordi internazionali che ha generato anche negli ultimi anni nuove guerre, instabilità, migrazioni di massa».

«Di qui – il forte invito di Perego in conclusione – a pregare con le parole di Paolo VI, 50 anni fa, contro questi pericoli, nel ricordo per chi è morto, per chi è stato ucciso poiché la pace non è stata salvaguardata».