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“La libertà di stampa sia occasione di riflessione, confronto e crescita”

«Tutti – spiega in conclusione - abbiamo qualcosa da fare su questo piano. Anzitutto le amministrazioni, che devono essere trasparenti e impermeabili alle influenze criminali o mafiose. Ma anche i cittadini, perché occorre rifuggire soprattutto da connivenze ma anche da comportamenti che allontanano dal rispetto della legalità, nelle grandi e nelle piccole cose».

Lo ha affermato il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella in un incontro avuto ieri al Quirinale con gli studenti

(Foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

La libertà di stampa come strumento di riflessione, confronto e crescita. È questo, in buona sostanza, il pensiero che il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha espresso rispondendo alle domande degli studenti delle scuole secondarie di primo grado che ieri mattina sono stati ricevuti al Quirinale.

«Al mattino – afferma – come prima cosa leggo i giornali: le notizie e i commenti, quelli che condivido e quelli che non condivido, e forse questi secondi per me sono ancora più importanti. Perché è importante conoscere il parere degli altri, le loro valutazioni. Quelli che condivido sono interessanti, naturalmente, e mi stanno a cuore; ma quelli che non condivido sono per me uno strumento su cui riflettere. E per questo ha un grande valore la libertà di stampa, perché, anche leggendo cose che non si condividono, anche se si ritengono sbagliate,consente e aiuta a riflettere».

Non sono mancate, da parte degli studenti, domande sulla mafia e la criminalità a cui il Capo dello Stato non si è di certo sottratto: «Le istituzioni – osserva – e i cittadini, tutti hanno, su questo fronte così importante, un compito da svolgere».

«Naturalmente – precisa – le istituzioni hanno il compito principale; le Forze dell’Ordine, le Forze di Polizia, la Magistratura operano sul piano della repressione e degli interventi, lo fanno con molto impegno e anche con grandi risultati, ottenuti da tempo».

«Maammonisce il presidente – non basta l’azione delle istituzioni; non si può affidare questo compito, questa esigenza soltanto a Magistratura e Forze di Polizia».

«Tutti – spiega in conclusione – abbiamo qualcosa da fare su questo piano. Anzitutto le amministrazioni, che devono essere trasparenti e impermeabili alle influenze criminali o mafiose. Ma anche i cittadini, perché occorre rifuggire soprattutto da connivenze ma anche da comportamenti che allontanano dal rispetto della legalità, nelle grandi e nelle piccole cose».