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Cei: “La Chiesa italiana inizierà l’anno pastorale con un documento di speranza”

"Durante il periodo di lockdown con grande senso di responsabilità, misto a sofferenza - ricorda il cardinale Bassetti -, abbiamo accolto le disposizioni governative. Oggi siamo chiamati ad andare oltre. Il tempo presente ci chiede, infatti, di non restringere gli orizzonti del nostro discernimento e del nostro impegno soltanto ai protocolli o alla ricerca di soluzioni immediate"

Lo ha annunciato il presidente della Cei Bassetti dalle colonne del settimanale cattolico “La voce”

Card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana

Ha fatto una riflessione ampia su cosa ci lasci la pandemia di Coronavirus Covid-19 ancora in atto il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), nel suo ultimo scritto pubblicato sul settimanale cattolico “La voce” in edicola venerdì 7 agosto: «Da un po’ di tempo – osserva il porporato -, ha preso forma un dibattito pubblico che si interroga sul mondo “dopo” la pandemia. Un mondo diverso da quello attuale (forse) in cui bisognerà ripensare se stessi e il sistema di relazioni interpersonali. Tutto giusto ed encomiabile. A me sembra, però, che questa pandemia, così improvvisa e sconvolgente, ci interroga soprattutto sull’oggi. Innanzitutto, il Covid-19 ha messo bene in luce chi sono gli ultimi della nostra società, i più fragili, i più indifesi e, in poche parole, coloro che hanno maggior bisogno di protezione e tutela: ovvero, gli anziani. Essi non possono essere considerati soltanto come una “categoria protetta” e, men che meno, come un “costo” oneroso per le istituzioni pubbliche. Al contrario, gli anziani rappresentano, con la loro sapienza di vita, la chiave di volta della nostra architettura sociale, il collante tra le diverse generazioni e una fonte di ricchezza inesauribile a cui i giovani possono e debbono attingere».

Inoltre, per il cardinale l’emergenza sanitaria ha rimesso ai primi posti dell’agenda sociale dei temi che l’uomo moderno cerca costantemente di evitare: «La morte, la sofferenza e la fragilità – elenca Bassetti -. Gli esseri umani sono da sempre alla ricerca di un nuovo Prometeo che li liberi dalle catene della loro caducità. Una ricerca vana. Le ideologie politiche degli ultimi secoli non hanno reso l’uomo più libero e felice. Soprattutto non l’hanno reso immortale. Da alcuni decenni, poi, le fedi politiche sono state sostituite da una fiducia, spesso acritica, nei confronti del progresso tecnologico. Oggi, però, il coronavirus ha rimesso in discussione anche la speranza di una redenzione umana attraverso la scienza».

Ma non solo: «Questa difficile situazione sanitaria – aggiunge il presidente della Cei – ha posto al centro del discorso pubblico una riflessione seria e autorevole sulla libertà di pensiero. Che non significa, è doveroso sottolinearlo, esprimere a piacimento tutto quello che passa per la testa, senza preoccuparsi di verificare la fondatezza delle proprie dichiarazioni e soprattutto senza assumersi la responsabilità di quello che si afferma. Bene ha fatto, dunque, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a dire che “non possiamo e non dobbiamo dimenticare” i morti di questa pandemia e soprattutto che è necessario evitare “di confondere la libertà con il diritto di far ammalare altri”. È questo il tempo della responsabilità e della serietà lasciando da parte, per il bene di tutti, fake news, negazionismi e “cattiva informazione”».

Ma, al di là di tutto, la pandemia offre diversi spunti di riflessione, come la riorganizzazione della vita comune: «È necessario farlo oggi in vista del domani – sottolinea il cardinale Gualtiero Bassetti -. I dati della crisi economica che leggo su tutti i giornali sono spaventosi. Le saracinesche ancora chiuse che vedo in alcuni negozi mi lasciano amarezza e inquietudine. Perché dietro quelle saracinesche ci sono uomini, donne e famiglie. Occorre ritornare a vivere con prudenza e cautela, ma occorre ripartire». Il porporato, inoltre, nella sua riflessione ha fatto riferimento ad un documento non burocratico della Chiesa per contribuire a ripartire: «Con il cuore ferito dalla prova, anche la Chiesa italiana – annuncia il presidente dei vescovi italiani – si prepara ad iniziare il nuovo anno pastorale e ha preparato un documento che sarà inviato a tutte le diocesi. Un documento di speranza e non certo di pratiche burocratiche da espletare nelle Chiese. Durante il periodo di lockdown con grande senso di responsabilità, misto a sofferenza, abbiamo accolto le disposizioni governative. Oggi siamo chiamati ad andare oltre. Il tempo presente ci chiede, infatti, di non restringere gli orizzonti del nostro discernimento e del nostro impegno soltanto ai protocolli o alla ricerca di soluzioni immediate». È necessario, dunque, un rinnovato incontro con il Vangelo per difendere ovunque la vita: «Siamo infatti all’interno di un grande cambiamento d’epoca – ricorda il cardinale Bassetti –, che richiede un rinnovato incontro con il Vangelo e un nuovo annuncio del Kerygma. Un incontro e un annuncio per promuovere e difendere ovunque il valore della vita».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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