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“Nei momenti bui non vergogniamoci di gridare ‘Signore salvami'”

"Per favore – afferma il Papa – chiedo ai vescovi, ai sacerdoti e ai religiosi del Libano che stiano vicini al popolo e che vivano con uno stile di vita improntato alla povertà evangelica, senza lusso, perché il vostro popolo soffre, e soffre tanto"

È l’invito espresso oggi da Papa Francesco presiedendo l’Angelus

Papa Francesco

È stato un invito ad abbandonarsi «con fiducia a Dio in ogni momento della nostra vita, specialmente nell’ora della prova e del turbamento», quello rivolto oggi prima dell’Angelus da Papa Francesco l’invito ai fedeli presenti in piazza San Pietro. Commentando il brano evangelico in cui Gesù cammina sulle acque, il Papa ha indicato nella barca in balia della tempesta l’immagine della Chiesa, che «incontra venti contrari, a volte prove molto, come certe lunghe e accanite persecuzioni del secolo scorso, e anche oggi, in alcune parti».

Situazioni che possono indurre la tentazione di pensare che «Dio l’abbia abbandonata anche se in realtà – precisa il Pontefice – è proprio in quei momenti che risplende maggiormente la testimonianza della fede, la testimonianza dell’amore, la testimonianza della speranza». Da qui l’esortazione del Santo Padre: «Quando nei momenti difficili della vita, dove tutto diventa buio e come Pietro sentiamo forte il dubbio e la paura e ci sembra di affondare – afferma -, non dobbiamo vergognarci di gridare e come Pietro “Signore, salvami!”. Bussare al cuore di Dio, al cuore di Gesù “Signore, salvami!”. È una bella preghiera e possiamo ripeterla tante volte. E il gesto di Gesù, che subito tende la sua mano e afferra quella del suo amico va contemplato a lungo. Gesù è questo, Gesù fa questo, Gesù è la mano del Padre che mai ci abbandona; la mano forte e fedele del Padre, che vuole sempre e solo il nostro bene».

Dopo l’Angelus, Papa Bergoglio ha parlato della tragica esplosione avvenuta in settimana a Beirut, in Libia: «La catastrofe di martedì scorso – osserva Papa Francesco – chiama tutti, a partire dai libanesi, a collaborare per il bene di questo amato Paese. Il Libano ha un’identità peculiare, frutto dell’incontro di varie culture, emersa nel corso del tempo come un modello del vivere insieme. Certo, questa convivenza ora è molto fragile, ma prego perché, con l’aiuto di Dio e la leale partecipazione di tutti, essa possa rinascere libera e forte». Dalle parole del Papa è quindi emerso un accorato appello alla comunità internazionale, affinché si adoperi per «un generoso aiuto», ma anche alla Chiesa libanese affinché resti «vicina al popolo nel suo Calvario come sta facendo in questi giorni, con solidarietà e compassione, con il cuore e le mani aperte alla condivisione».

Un appello a cui ha voluto unire un’ulteriore raccomandazione: «Per favore – aggiunge a braccio – chiedo ai vescovi, ai sacerdoti e ai religiosi del Libano che stiano vicini al popolo e che vivano con uno stile di vita improntato alla povertà evangelica, senza lusso, perché il vostro popolo soffre, e soffre tanto». Prima della preghiera, che il Papa ha concluso invocando la benedizione della “Vergine di Harissa, Regina del Libano”, Francesco ha rinnovato il suo appello al disarmo. Dopo aver ricordato i tragici bombardamenti del 6 e del 9 agosto di Hiroshima e Nagasaki, ha ricordato con gratitudine la visita dello scorso anno in Giappone rinnovando «l’invito a pregare e a impegnarsi per un mondo totalmente libero da armi nucleari».

About Davide De Amicis (3863 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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