“Comunicare incontrando le persone come e dove sono”
"Nel cambio epocale che stiamo vivendo - precisa una nota della Sala stampa vaticana -, in un tempo che ci obbliga alla distanza sociale a causa della pandemia, la comunicazione può rendere possibile la vicinanza necessaria per riconoscere ciò che è essenziale e comprendere davvero il senso delle cose"
“Vieni e vedi (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone come e dove sono”. È questo il tema che Papa Francesco ha scelto per la 55ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali che si celebrerà nel maggio 2021. Le parole dell’apostolo Filippo sono centrali nel Vangelo: «L’annuncio cristiano prima che di parole – si legge nella nota della sala stampa – è fatto di sguardi, testimonianze, esperienze, incontri, vicinanza. In una parola, vita. Nel cambio epocale che stiamo vivendo, in un tempo che ci obbliga alla distanza sociale a causa della pandemia, la comunicazione può rendere possibile la vicinanza necessaria per riconoscere ciò che è essenziale e comprendere davvero il senso delle cose. Non conosciamo la verità se non ne facciamo esperienza, se non incontriamo le persone, se non partecipiamo delle loro gioie e dei loro dolori. Il vecchio detto “Dio ti incontra dove sei” può essere una guida per coloro che sono impegnati nel lavoro dei media o delle comunicazioni nella Chiesa. Nella chiamata dei primi discepoli, con Gesù che va a incontrarli e li invita a seguirlo, vediamo anche l’invito ad utilizzare tutti i media, in tutte le loro forme, per raggiungere le persone come sono e là dove vivono».
Un tema apprezzato dalle associazioni del settore: «Costruire una cultura dell’incontro anche negli spazi online. Sembra dirci questo Papa Francesco con il tema del messaggio per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, diffuso il 29 settembre dalla Sala stampa della Santa Sede – osserva Massimiliano Padula, sociologo della comunicazione e presidente del Copercom (Coordinamento delle associazioni per la comunicazione) -. Questa citazione della Scrittura (“Vieni e vedi’) – spiega Padula – fa riferimento all’incontro dei primi discepoli con Filippo e Natanaele. La notizia per aver trovato il Messia viene comunicata dall’uno all’altro in modo entusiasta, provocando una reazione a catena. Questi riferimenti sollecitano a non disperdere il senso dell’altro, all’essere prossimi anche in un tempo, come è evidenziato dalla nota di commento al titolo, “che ci obbliga alla distanza sociale a causa della pandemia”. Ancora una volta Francesco costruisce una riflessione sull’essenza autentica della comunicazione e non sulla sua dimensione tecnica, ponendo al centro la necessità cristiana (e umana) di incontrare il prossimo come è e là dove vive».