Ultime notizie

Collecorvino: riaperta dopo 10 anni la chiesa di Sant’Andrea Apostolo

"L’augurio ai parrocchiani – afferma don Pierluigi Pistone, l’ex parroco – è che questa loro "casa" sia vissuta e praticata come loro sono abituati a fare, anche di più. Un luogo da utilizzare per l’incontro con il Signore non solo domenicale, ma quotidiano, per una chiesa che non sia solo ricostruita da mattoni ma da pietre vive"

La chiesa è stata restituita interamente al culto l’1 gennaio

L'interno ristrutturato della chiesa di Sant'Andrea Apostolo

Con una messa presieduta venerdì 1 gennaio dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, concelebrata dall’attuale parroco don Windel Pastoriza e dal suo predecessore don Pierluigi Pistone, è stata ufficialmente riconsegnata al culto nella sua interezza la chiesa di Sant’Andrea Apostolo a Collecorvino. Un luogo di culto gravemente danneggiato dal terremoto che ha devastato L’Aquila nel 2009 e che da allora, grazie alla tempestiva messa in sicurezza voluta dall’allora parroco don Mario Terra, è rimasta aperta alla frequentazione solo per metà. L’altra parte, invece, è rimasta interdetta in quanto completamente ricoperta da puntelli e impalcature in attesa del completamento dei lavori, avvenuto dopo un decennio di trepidante attesa da parte della comunità parrocchiale: «Più che i lavori in sé – spiega don Pierluigi Pistone, che fino a pochi mesi fa ha seguito l’evoluzione del cantiere – è stato difficile mettere insieme tutto il necessario affinché i lavori partissero. Ora, dopo 10 anni, finalmente la chiesa ha potuto far rivedere il proprio splendore anche grazie al lavoro degli operai e della ditta, che è stata portato avanti con amore. Ma la cosa che mi rende più contento è aver potuto riconsegnare alla comunità di Collecorvino una chiesa nel pieno della sua bellezza, molto significativa per i suoi parrocchiani che la vivono come una seconda casa».

Don Pierluigi Pistone, ex parroco

Del resto, i danni infrastrutturali subiti dalla chiesa, come anticipato, sono stati ingenti: «Aveva subìto delle forti lesioni – racconta don Pierluigi – che la attraversavano in senso longitudinale per tutta la sua lunghezza. Avevano ceduto gli archi, nonché alcune parti delle volte, e si erano formate delle crepe impegnative sull’abside e sulla navata destra. È stato necessario un preciso intervento non solo di restauro, ma di consolidamento vero e proprio perché la chiesa potesse rimanere in piedi senza le impalcature. È una chiesa bella esteticamente, perché presenta due volte nella parte centrale e una volta a botte sul presbiterio».

Inoltre questa chiesa custodisce un effige mariana molto venerata dalla comunità cittadina: «La chiesa – sottolinea l’ex parroco – accoglie la cappella della Madonna dei miracoli, l’unica ad uscire indenne dal terremoto. È una Madonna molto venerata, perché ha operato diverse grazie per la popolazione locale. Una di queste è avvenuta durante la seconda guerra mondiale, quando le bombe caddero su quella cappella – quasi come la Madonna avesse voluto prenderle lei per salvare il popolo -, ma nonostante ciò la statua mariana uscì intatta dalla macerie a parte un piccolo graffio ad una mano. Ed è quindi altrettanto significativo che la cappella non abbia subìto danni con il terremoto, a dispetto da quelli provocati nel resto della chiesa».

La volta lesionata dal sisma del 2009

In questi anni di utilizzo parziale della chiesa madre, ha fatto la sua parte nell’accogliere i fedeli anche la piccola chiesa del Convento di San Patrignano, ospitando numerose celebrazioni. Ingenti sono state anche le risorse ottenute per garantire lo svolgimento dei lavori: «La Conferenza episcopale italiana (Cei) – ricorda don Pierluigi Pistone – ha stanziato 242 mila euro. Una cifra insufficiente da sola, ma che è stata integrata dai fondi regionali del Master plan e da un contributo straordinario di 200 mila euro erogato nuovamente dalla Cei, anche grazie all’impegno dell’arcivescovo Valentinetti e dell’architetto Guido Crescenzi, che ha lavorato tanto per questa chiesa».

Ora, dunque, la chiesa di Sant’Andrea apostolo – norme anti-Covid permettendo – potrà essere nuovamente riutilizzata nel pieno delle sue funzioni: «L’augurio ai parrocchiani – afferma l’ex parroco – è che questa loro “casa” sia vissuta e praticata come loro sono abituati a fare, anche di più. Un luogo da utilizzare per l’incontro con il Signore non solo domenicale, ma quotidiano, per una chiesa che non sia solo ricostruita da mattoni ma da pietre vive. Una chiesa fatta di persone che camminano verso il Signore grazie alla guida di don Windel, al quale faccio i miei auguri perché possa camminare con questa chiesa ogni giorno di più, ogni giorno di più amando il Signore e la fede».

Mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne

Entusiasta anche l’arcivescovo Valentinetti: «È una bella soddisfazione – conclude -, dopo tanti anni, aver lavorato perché questa chiesa potesse riaprire e ora può essere restituita al culto, dopo essere stata ripulita magnificamente. È una chiesa, della nostra comunità diocesana, molto bella e per questo ringrazio il Signore».

About Davide De Amicis (4357 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
Contact: Website