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Covid-19: “Una chiamata a maturare come cristiani e cittadini”

"Se pensiamo che anche la sofferenza, nella dinamica della Pasqua - osserva il cardinale Petrocchi -, può diventare una porta aperta, un di più nella comunione con Dio e tra di noi, allora anche questa condizione che noi viviamo può essere l’occasione di rivedere la nostra esistenza, mettendo in campo scelte più forti e adeguate"

Lo ha affermato il cardinale Giuseppe Petrocchi, neo presidente dei vescovi d’Abruzzo e Molise

Il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell'Aquila e presidente della Ceam - Foto chiesadilaquila.it

È un sentimento di gratitudine quello espresso nei confronti dei suoi confratelli vescovi e arcivescovi d’Abruzzo e Molise, che in settimana l’hanno nominato presidente della Conferenza episcopale abruzzese e molisana (Ceam) per in quinquennio 2021-2026, dall’arcivescovo dell’Aquila il cardinale Giuseppe Petrocchi intervistato oggi da Radio Speranza InBlu, la radio dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne.

Al microfono di Massimiliano Spiriticchio, il porporato ha innanzitutto delineato quelli che saranno i primi passi del suo nuovo incarico: «Prima di tutto – esordisce il cardinale Petrocchi – devo raccogliere le linee progettuali e operative che mi arrivano dal passato remoto e recente, da coloro che prima di me hanno guidato la Ceam. Il primo principio che mi chiama in allerta è la dimensione di ascolto puntuale e profondo di quanto i miei confratelli vescovi vorranno consegnarmi, a partire dalla loro esperienza e anche come dimensioni orientative. Poi il mio sarà un compito di coordinamento, di sintesi, proprio perché dal contributo di ciascuno possano emergere delle letture, delle situazioni che stiamo vivendo e anche delle tematiche sulle quali impegnarci dal punto di vista pastorale, nel segno delle necessarie convergenze. Si tratta di una chiamata a servire questa area, che amo molto, sapendo che ha una grande ricchezza di tradizioni, così come anche di opere che sono state realizzate».

Inevitabile, poi, il pensiero a coloro che vivono l’esperienza della malattia e, in particolare, della pandemia di Covid-19: «Come credenti – ricorda l’arcivescovo dell’Aquila – siamo certi che Dio accompagna tutte le nostre vicende. Non siamo soli e anche dentro le nostre difficoltà, c’è sempre un tesoro di grazia che lo Spirito del Signore – crocifisso e risorto – deposita. Quindi abbiamo a che fare con una sfida grave, a livello planetario, locale e personale. Dentro queste sfide, ci sono poi opportunità di crescita, una chiamata a maturare come cristiani e come cittadini. Papa Francesco  ha più volte ripetuto che da questi momenti di crisi non si può uscire uguali a prima, o si diventa migliori o si diventa peggiori. Dipende dalle scelte che facciamo e, ancora prima, dalle interpretazioni che sappiamo dare. Se la nostra è soltanto una crisi condizionata dal negativo che appare così pronunciato, rischiamo di essere perdenti. Se pensiamo che anche la sofferenza, nella dinamica della Pasqua, può diventare una porta aperta, un di più nella comunione con Dio e tra di noi, allora anche questa condizione che noi viviamo può essere l’occasione di rivedere la nostra esistenza, mettendo in campo scelte più forti e adeguate. E poi non siamo soli, perché l’intera comunità ecclesiale accompagna le persone che soffrono. Le accompagna con la preghiera, con la solidarietà, nella partecipazione ad un’avventura che è sempre animata dalla speranza. Ricordiamo quello che Paolo ha asserito, in modo forte, nella Lettera ai romani ovvero che “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”. Tutto vuol dire anche questa sfida, questa calamità di tipo sanitario che ci chiama ad essere comunità coesa e capace di dare risposte efficace».

Da qui la sottolineatura del cardinale Giuseppe Petrocchi nel ribadire il primato della Parola e del suo annuncio: «La prima risposta che come credenti possiamo dare in queste situazioni di difficoltà – esorta il porporato -, è attingere dal Vangelo la sapienza e la forza di cui abbiamo bisogno, per fare di queste contrarietà un’opportunità di crescita, sapendo poi che ogni esperienza di Vangelo non solo comporta una crescita sul piano spirituale, ma anche una promozione dei valori umani. Il magistero della Chiesa ha ricordato molte volte che in Gesù il Verbo fatto carne, non solo si ci ha dato la grazia di diventare figlio di Dio, ma anche l’opportunità di realizzare pienamente la nostra umanità. Allora l’annuncio del Vangelo non è soltanto una dimensione d’anima, è anche una luce che ci aiuta a fare scelte secondo la volontà di Dio, che diventano sempre vie di crescita integrale della persona e della comunità».    

About Davide De Amicis (4359 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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