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Ripartenza dal Covid: “Servono salute, lavoro e cibo per tutti, non per alcuni”

"Senza vaccino – osserva Padre Augusto Zampini - non sarà possibile uscire dalla pandemia. Per fortuna, oggi abbiamo la possibilità di sviluppare un vaccino nuovo per una malattia nuova, a tempo record. Dobbiamo essere grati. Tuttavia, se il vaccino non è disponibile per tutti, non serve. E anche quando è disponibile, se la gente non lo vuole è inutile"

Lo ha affermato Padre Augusto Zampini, della Commissione vaticana Covid-19, nella prima giornata in memoria delle vittime

La preparazione di un vaccino - Ph: Cristian Gennari/Siciliani

Nell’odierna prima Giornata in memoria delle vittime del Covid-19, anche la Chiesa s’interroga su come organizzare una ripartenza delle attività umane più sostenibile per la futura sopravvivenza. Non a caso, già dallo scorso anno Papa Francesco aveva dato vita all’apposita Commissione vaticana Covid-19 il cui componente del direttivo Padre Augusto Zampini, che è anche segretario aggiunto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, è stato intervistato dall’agenzia di stampa Sir proprio per delineare come dovrebbe essere impostata questa fase di transizione verso il ritorno alla normalità: «La Commissione esiste – spiega Padre Zampini – perché ci troviamo di fronte ad un mondo malato e diviso che ha bisogno di guarigione, di comunione e di solidarietà. Come possiamo generare dunque qualcosa di nuovo? Attraverso nuovi modi di lavorare e seguendo un approccio sinodale: ascoltare, connettere, ispirare, confrontarsi con tutti, dentro e fuori dalla Chiesa. Cerchiamo di essere parte del cambiamento. Dobbiamo rispondere alla realtà concreta che vive la gente, soprattutto il bisogno di salute, lavoro e cibo. Perché parlare di salute oggi significa guardare il tema dei vaccini e dei sistemi di salute pubblica; parlare di lavoro significa prendere la crisi come un’opportunità per sviluppare posti di lavoro più degni e sostenibili; e parlare di cibo significa anche proporre un nuovo sistema agroalimentare. C’è bisogno di salute, lavoro e cibo per tutti, non solo per alcuni».

Quindi il componente della Commissione vaticana Covid-19, è passato ad approfondire i punti fondanti che ci permetteranno di archiviare l’emergenza sanitaria, a partire dalla sfida della distribuzione dei vaccini: «Senza vaccino – osserva Padre Augusto – non sarà possibile uscire dalla pandemia. Per fortuna, oggi abbiamo la possibilità di sviluppare un vaccino nuovo per una malattia nuova, a tempo record. Dobbiamo essere grati. Tuttavia, se il vaccino non è disponibile per tutti, non serve. E anche quando è disponibile, se la gente non lo vuole è inutile».

Quindi il segretario aggiunto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale ha risposto al quesito “Come far arrivare il vaccino a tutti?”: «Non sarà possibile con una competizione nazionale – replica -, ma solo con una collaborazione internazionale. Non sarà possibile se è più costoso, ma se è accessibile ai Paesi poveri che non possono indebitarsi di più in mezzo a questa crisi. E il prezzo si relaziona con i brevetti, con la proprietà intellettuale, con le tariffe commerciali e così via. E non sarà possibile un vaccino per tutti se non abbiamo fiducia in questa soluzione. La scienza e gli organismi internazionali come l’Oms possono aiutare, però non è sufficiente. La gente si fida della propria religione. Perciò, stiamo predisponendo una serie di risorse utili per le Chiese locali di tutto il mondo, in modo da sostenere le comunità nel processo di vaccinazione, rispondendo a dubbi e le domande della gente. Non facciamo propaganda di nessun tipo, però c’è in gioco la salute di tutti, soprattutto dei più vulnerabili. E salute e salvezza sono sempre state collegate per i cristiani. Gesù guarisce e salva. Come discepoli di Gesù, lavoriamo per espandere le possibilità di guarigione e salvezza, senza esclusioni».

Padre Augusto Zampini, membro Commissione vaticana Covid-19 – Foto Sir

Successivamente, il religioso ha invitato a prestare attenzione alla retorica che continuiamo a sentire sul concetto di “ripresa”: «Riprendendo ciò che già era ingiusto e insostenibile – ammonisce Padre Zampini -, uscirà un mondo basato sulle ingiustizie già esistenti. E come sempre, saranno i poveri e i più vulnerabili a subirne le conseguenze. Noi preferiamo invece il termine “rigenerare”. Generare qualcosa di nuovo, qualcosa che porti vita e giustizia per tutti. E non è un’utopia, ma un sogno possibile. La nostra speranza è che, attraverso il nostro lavoro e una ricca collaborazione con tanti altri enti ed organizzazioni, il grido della terra e dei poveri possa essere ascoltato come base per una rigenerazione».

Un risultato che la Commissione vaticana intende raggiungere supportando i governi: «Che la Commissione vuole aiutare – precisa il religioso – a disegnare politiche per uscire dalla crisi che tengano conto dell’armonia tra i sistemi sociali e gli ecosistemi, armonia che siamo stati noi a destabilizzare. Però non è facile, perché per vivere in armonia con il Creato bisogna cambiare, una conversione ecologica della radice, del cuore. La mancanza di rispetto per la terra, la biodiversità e la creazione, finisce sempre in problemi sociali, soprattutto per i più poveri. I nuovi modi di lavorare la terra, modi più sostenibili, non possono ricadere sulle loro spalle. Come fare una transizione giusta è un tema chiave del quale discutere a livello internazionale».

D’altra parte, il dramma che stiamo vivendo va letto da più punti di vista: «La crisi non è una – conferma Padre Augusto -, ma una rete di crisi interconnesse. Ecologica, politica, economica, sociale. È caratteristica di ciò che Papa Francesco descrive nella Laudato Si’, che tutto è interconnesso, anche il sociale è ecologico e viceversa. Che la nostra salute dipende dalla salute dei nostri eco-sistemi, sia naturali che politici. Ed è per questo che la Commissione lavora in tutti questi ambiti, con uno sguardo verso la risposta immediata all’emergenza sanitaria attraverso l’ascolto alle Chiese locali e alla pronta comunicazione, ma anche con l’organizzazione di progetti che pensino ad ampio raggio. La priorità ora è – come ha chiesto il Papa – preparare il futuro, alla luce della pandemia, guardando a sfide come la sicurezza alimentare, il futuro del lavoro, la biodiversità e il disarmo, un rinnovato multilateralismo, nuovi sistemi per il bene comune. La pandemia e tutte le crisi ad essa legate, sono crisi globali, comuni. Quindi, ogni risposta deve essere comune. Non possiamo salvarci da soli».

About Davide De Amicis (4359 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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