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Settimane sociali: speranze per l’Italia

Tre punti fermi ed un’unica direzione: l’unità per il bene comune

Si è chiusa ieri, 17 ottobre, l’edizione numero 46 delle Settimane sociali dei cattolici italiani dal titolo “Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese”. Un titolo quanto mai evocativo in questo anno in cui cade il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, per questa edizione che si svolge a tre anni dall’incontro di Pistoia che celebrava i 100 anni dell’evento. Significativo il luogo dove si è tenuto il convegno: Reggio Calabria, in questa terra messa al centro dell’attenzione del Paese per i recenti fatti di cronaca. Quattro giornate caratterizzate da incontri, relazioni e assemblee tenute da personalità di spicco del panorama nazionale, interventi arricchiti dal saluto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dal messaggio del Santo Padre Benedetto XVI e dalla prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza dei vescovi italiani: «Su molte cose e questioni ci sono mediazioni e buoni compromessi, ma ci sono valori che non sono soggetti a mediazioni perché non sono parcellizzabili, non sono quantificabili, pena essere negati. Ed è anche questa la ragione per cui la Chiesa non cerca l’interesse di una parte della società, quella cattolica o che in essa comunque si riconosce, ma è attenta all’interesse generale», linee guida ben definite per l’agenda che questo incontro ha voluto definire.

Molti i temi toccati nelle relazioni: dalla crisi economica globale al mutamento degli scenari politici internazionali; dal bene comune alla presentazione della situazione italiana. Molto importanti le assemblee tematiche che hanno interessato il pomeriggio di venerdì 15 e la mattinata di sabato 16, ognuna si è occupata di discutere su questi temi: l’intraprendenza nel lavoro e nell’impresa, l’educazione nel cammino di crescita umana, l’inclusione delle nuove presenze, lo slegare la mobilità sociale e il completamento della transazione istituzionale. La vera novità di questa edizione è stata la presenza dei giovani. Coinvolti fin dalla fase preparatoria, ne sono giunti a Reggio Calabria circa 300 con la passione, la gioia e la freschezza che li contraddistingue.

Tre sono i punti fermi dai quali partire, segnalati da Luca Diotallevi – il sociologo umbro, vice presidente del comitato organizzatore – nel suo discorso conclusivo: «Un metodo efficace. Un gruppo di gente con la passione per il bene comune. E un’agenda condivisa».  Un grande successo per questa edizione che si configura come un punto nodale del cammino dei cattolici, e non solo, all’inizio del primo decennio del nuovo millennio.